Brasile, scandalo Petrobras: fermato l’ex presidente Lula. Vacilla la presidenza di Dilma

Indagine su un giro di mazzette per oltre $2 miliardi per favorire il colosso petrolifero carioca. Lotta di potere contro tutto il “cerchio magico” dell’ex leader e della …

Indagine su un giro di mazzette per oltre $2 miliardi per favorire il colosso petrolifero carioca. Lotta di potere contro tutto il “cerchio magico” dell’ex leader e della Rousseff.

La polizia brasiliana ha fermato l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva dopo aver perquisito la sua casa nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Petrobras.

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L’indagine riguarda la distribuzione di oltre 2 miliardi di dollari di mazzette a politici del Partito dei Lavoratori, di cui Lula è stato leader. Il nome dell’ex presidente brasiliano è stato fatto da alcuni accusati che hanno deciso di collaborare in cambio di una riduzione di pena. Secondo la stampa sudamericana è stata perquisita l’abitazione del figlio Fabio Luiz Lula da Silva, noto anche come Lulinha. Il blitz è stato ordinato dal giudice federale Sergio Moro.

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Ma altre fonti raccontano che oltre all’abitazione dell’ex presidente a San Paolo, la polizia federale brasiliana ha perquisito anche la sede dell’Istituto che porta il suo nome e le abitazioni di alcuni collaboratori. Lo ha dichiarato all’Afp il portavoce di Lula, José Chrispiniano, confermando che Lula è stato sottoposto a un provvedimento di fermo per interrogatorio. L’operazione della polizia è avvenuta nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato, che ha fatto luce sugli scandali di corruzione che hanno visto coinvolto il colosso petrolifero Petrobras.

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Lula, infatti, è stato condotto nell’aeroporto Congonhas di San Paolo per deporre nella locale sede della polizia federale, come confermano anche i media locali, precisando che il luogo è stato considerato più sicuro dagli inquirenti.

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Attorno alle 6 di venerdì 4 marzo le forze dell’ordine avevano compiuto perquisizioni nella casa dell’ex capo di Stato a Sao Bernardo do Campo, alla periferia della città di San Paolo.

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(askanews) – La costruzione di un ranch e un appartamento fronte mare. Sarebbero questi i benefici che secondo gli inquirenti brasiliani l’ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva avrebbe ottenuto da alcune imprese coinvolte nell’inchiesta sullo scandalo Petrobras. Dopo mesi e mesi di indagini, che hanno danneggiato l’immagine del Partito dei Lavoratori e dell’attuale presidente Dilma Rousseff, oggi la polizia federale ha puntato più in alto, perquisendo l’abitazione di Lula e sottoponendo l’ex presidente a un mandato di comparizione coercitivo per interrogarlo.

Nel mirino degli inquirenti è finito tutto il “cerchio magico” dell’ex leader socialista: fra gli indagati figurano infatti anche la moglie Marisa Letícia e i figli Sandro Luis, Fabio Luis, Marcos Claudio e Luis Claudio, oltre ad altri comunque vicini al Partito dei Lavoratori. Fra questi, il direttore dell’Istituto Lula, Paulo Okamotto, la direttrice Clara Ant, che fu assistente speciale di Lula ai tempi della sua presidenza e José de Filippi Jr, segretario del prefetto Fernando Haddad, membro del partito. Era dallo scorso mese di agosto che circolavano voci su un presunto diretto coinvolgimento dell’ex presidente nello scandalo Petrobras. Meno di una settimana fa, in occasione della festa del 36esimo compleanno del Partito dei Lavoratori, lo stesso Lula aveva anticipato di aspettarsi che la Polizia federale lo chiamasse a deporre per sospetta corruzione in relazione al caso Lava Jato (Operazione autolavaggio), l’indagine che ha portato all’arresto di decine di persone sospettate di aver fatto lievitare il prezzo di alcuni contratti fra le loro imprese e la compagnia petrolifera di Stato per pagare mazzette ai politici del Partito dei lavoratori.

L’onda lunga dell’inchiesta ha portato alla richiesta di impeachment contro la Rousseff, che nel 2010 ha preso il posto di Lula alla guida del paese. La posizione dell’ex militante rivoluzionaria ai tempi della dittatura militare era stata chiarita da una Commissione parlamentare, dove tuttavia la maggioranza dei componenti era del suo partito. In base alle risultanze dell’inchiesta, fra il 2010 e il 2014 circa 2 miliardi di dollari sono stati sottratti alla Petrobras da una rete di compagnie di costruzione, vertici della compagnia petrolifera e politici. Oltre alla Rousseff, nei guai è finito anche l’ex tesoriere del Partito dei Lavoratori, João Vaccari Neto, condannato a 15 anni di prigione per aver accettato tangenti dalla Petrobras. Il coinvolgimento diretto di Lula riapre un capitolo doloroso per i socialisti brasiliani. La notizia del fermo dell’ex Presidente ha raggiunto stamattina presto la Rousseff di ritorno dalla sua abituale passeggiata in bicicletta. La presidente ha annullato tutti i suoi appuntamenti in attesa di sviluppi: all’orizzonte si profila minacciosa la prossima manifestazione di piazza contro il suo governo, che si terrà il 13 marzo.

“Ci sono le prove che l’ex presidente Lula ha ricevuto benefici da parte dello schema Petrobras attraverso la ristrutturazione di un triplo appartamento e di un sito ad Atibaia, oltre alla fornitura di arredamenti di lusso”, ha scritto la polizia federale nel comunicato diffuso dopo l’operazione di stamane Lula ha negato di essere il proprietario dell’appartamento e ogni suoi coinvolgimento nello scandalo. Ieri un magazine brasiliano aveva scritto che un senatore del Partito dei Lavoratori molto vicino a Lula e alla Rousseff, Delcidio do Amaral, sarebbe pronto a testimoniare contro di loro in cambio di uno sconto di pena.

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2 commenti

  1.   

    Consuelo ciao. Tutto il mondo è paese ma in alcuni Paesi è ancora più mondo…. Mi vuoi dire a chi è servito il casino Saipem, che ha ridotto una stupenda società al pallido ricordo di una Compagnia che ci invidiava tutto il mondo? Si dice che la calunnia è un venticello e il segno rimane sempre, comunque vadano poi a finire  le cose… Il rimedio? Non esiste, ci pensano i media a completare l’opera. Mah!

    Originariamente inviato da Consuelo: A chi giova questo scandalo? Rousseff ha sospeso una visita a Washington  ( nel 2013) in risposta alla spionaggio NSA su Petrobras   La potenza  di NSA ( noi in Italia l’ abbiamo conosciuta )può aver fatto trapelare informazioni sensibili apposta per destabilizzare l’agenda per lo sviluppo del Brasile – che comprende, nel caso della Petrobras, l’esplorazione dei più grandi giacimenti di petrolio .   https://www.rt.com/op-edge/261237-brics-us-south-america-russia/

     

  2.   

    A chi giova questo scandalo?
    Rousseff ha sospeso una visita a Washington  ( nel 2013) in risposta alla spionaggio NSA su Petrobras  
    La potenza  di NSA ( noi in Italia l’ abbiamo conosciuta )può aver fatto trapelare informazioni sensibili apposta per destabilizzare l’agenda per lo sviluppo del Brasile – che comprende, nel caso della Petrobras, l’esplorazione dei più grandi giacimenti di petrolio .
     
    https://www.rt.com/op-edge/261237-brics-us-south-america-russia/