Berlusconi il saggio: “Il governo Gentiloni durerà”

Prima un sussurro all’orecchio di Dario Franceschini: «Sono a disposizione, per adesso bisogna andare avanti così». Poi un altro a quello del premier Paolo Gentiloni: «Ci sono su …

Prima un sussurro all’orecchio di Dario Franceschini: «Sono a disposizione, per adesso bisogna andare avanti così». Poi un altro a quello del premier Paolo Gentiloni: «Ci sono su tutto, a partire da Mps». Silvio Berlusconi superstar al ricevimento per gli auguri di Natale al Quirinale.

L’ex Cavaliere arriva in ritardo, scortato da Michela Brambilla, dopo il discorso di Sergio Mattarella. Si infila nella coda che porta al salone delle feste e inizia un lunghissimo pellegrinaggio di saluti. Arrivano tanti ex fedelissimi come Cicchitto e Mario Mauro. E persino molti magistrati di sinistra. Cui rifila battute sull’Inter. E non solo.

Berlusconi a Gentiloni: Noi ci siamo su tutto a partire da Mps

Berlusconi si prende subito la scena. A Gentiloni e al Capo dello Stato racconta la sua preoccupazione per le banche: «Alcuni dirigenti mi hanno raccontato che le famiglie hanno tolto 150 miliardi dal circuito bancario: li mettono nelle cassette si sicurezza o sotto il materasso, sono spaventati dopo il crack delle quattro banche». Anche di qui arriva il Berlusconi “stabilizzatore”. Deciso a prolungare la vita della legislatura. E di questo governo. «Mps va salvata, checché ne dica la Ue. Ma tutto il sistema va messo al sicuro».

Se Mattarella aveva appena lanciato un appello contro l’odio in politica, Berlusconi risponde positivamente: «Io non ho mai odiato i magistrati o cercato dei nemici, volevo solo fare il bene del Paese», sibila a Luca Palamara, ora togato del Csm, presidente dell’Anm negli anni dell’ultimo governo di centrodestra. Si lamenta dei suoi tanti processi, «contro di me un plotone di esecuzione». E gli scappa una battuta: «Senza quella condanna oggi qui al Quirinale ci sarei io».

Ma il nodo vero è la stabilità dell’esecutivo. Berlusconi mette in riga il fedelissimo Gasparri: «Sarebbe assurdo non dare una mano sulle banche». E non mostra fretta di trovare un accordo sulla legge elettorale: «Giusto che si allontani la data del voto, non siamo preparati. Aspettiamo la Consulta, poi potremmo mettere al lavoro una commissione con 100 tra i migliori esperti, per 4-6 mesi». Tempi lunghi, dunque, incompatibili col voto a giugno: «Il Mattarellum? Ha funzionato, noi abbiamo vinto nel 2001, ma andava bene per un sistema bipolare. Oggi siamo nel tripolarismo. E serve una legge per far sì che la maggioranza parlamentare corrisponda a quella popolare».

Una legge che la costringerebbe a governare con Renzi? «Chi è Renzi?», sorride l’ex Cavaliere. «Se n’è andato dalla porta ma è già rientrato dalla finestra come leader Pd. No, non ci sentiamo da tantissimo tempo. Governare insieme? Prima facciamo la legge elettorale…». Nessun augurio natalizio per il presidente emerito Giorgio Napolitano: «È stato regista di troppo cose che non mi sono piaciute». Cortesie invece per l’avversario di sempre Romano Prodi, assente: «Tranne le tasse, al governo ha fatto molte cose buone».

Durante il brindisi si materializza davanti a lui il presidente del Cnel Delio Napoleone: «Dunque lei mi deve ringraziare», sorride Berlusconi. «Il No era avanti ma noi abbiamo spostato un altro 10% di voti». Accanto a lui Gianni Letta: «La mia fidanzata», spiega al governatore della Puglia Michele Emiliano. «Sono al di sopra di ogni sospetto…», la garbata replica di Letta. «Ora io faccio il tifo per lei», confida il leader di Forza Italia al presidente pugliese, pronto a candidarsi alla guida del Pd.

Berlusconi se ne va per ultimo dal salone delle feste ormai svuotato. Non prima di un lungo saluto con la neo ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e con altri magistrati. «Le toghe rosse sono venute tutte a salutarla», sorride la giudice Simonetta Matone. Prima di infilarsi sulle scale, Berlusconi ha tempo anche per parlare della scalata di Vivendi a Mediaset: «Preoccupato? Volete che alla mia età mi preoccupi qualcosa? Siamo sereni perché pensiamo che molti soci vogliano difendere il principio di italianità del primo gruppo delle comunicazioni italiano».

Sul Milan unica nota dolente: «Cederlo è stato il più grande dolore della mia vita. Ma una famiglia da sola non può farcela in questo mercato. Solo nell’ultimo anno ci ho messo 150 milioni…». «Come si ferma la Juve?», chiede una signora: «Bisogna cambiare tutti gli arbitri di Serie A. E tutti i giudici», chiosa Berlusconi con l’ultimo sorriso. Poi si mette la mano sulle labbra: «Shhhh…».

LAPRESSE

Se quello del Cavaliere è un grande ritorno, la “prima” di Virginia Raggi per gli auguri al Colle è da dimenticare. La sindaca, vestita di nero, volto tirato, appare solo per il discorso di Mattarella, poi sguscia via nella coda, chiama la scorta al cellulare e si infila solitaria giù per lo scalone prima del brindisi. Un saluto rapidissimo solo dal leghista Giancarlo Giorgetti e da Renato Brunetta. Per tutti gli altri è come un fantasma.

Fonte: La Stampa

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1 commento

  1.   

    sarà come il vino che migliora invecchiando?  ma questo berlusconi che ragiona in questo  modo mi piace. toni pacati e molte verità. se fossi stato in RENZI  lo avrei fattomministro degli esteri  al posto di quella nullità di alfano. nei confronti di gentiloni è stato corretto . così pure nel riappacificare gli animi. adesso che non ha più il problema gnocche, che i suoi affari ormai non lo turbano più di tanto  potrebbe essere l’arma segreta..se la salute tiene.. di un centrodestra rabberciato.