Goldman Sachs, alert all’Italia: Meloni premier mai

«Se votate centrodestra sono guai». Lo studio sottolinea il timore di una instabilità politica. Partito il tam tam contro Lega e Fdi. L’eurodeputato Fitto: «Ingerenza inaccettabile».

(WSC) NEW YORK – Con le elezioni italiane che si terranno nel 2023, Goldman Sachs torna a puntare il dito contro l’Italia. In effetti, non è la prima volta che la banca americana mette il naso nella politica italiana. In passato, ad esempio, aveva espresso perplessità sullo spread dei btp italiani ai tempi dell’elezione del presidente della Repubblica. Ora Goldman Sachs torna alla carica spiegando chi non può vincere nel corso della prossima tornata elettorale nazionale. Non solo: fa lo stesso anche con Spagna e Grecia.

Secondo la banca d’affari, «implicito in queste consultazioni è il rischio di discontinuità politica, che è particolarmente rilevante nell’Europa meridionale in quanto la regione è il principale contenitore del Recovery fund», il cui «focus su investimenti e riforme richiede un forte grado di continuità politica nel tempo». In particolare, si legge nella ricerca, «l’Italia resta il Paese più a rischio di una rottura politica e l’avvicinarsi delle elezioni potrebbe diventare un catalizzatore per rinnovate preoccupazioni circa la sostenibilità del debito».

Inoltre, «un cambiamento nella coalizione al governo è probabile che rafforzi l’incertezza sull’implementazione del Recovery fund, il suo impatto sulla crescita e, infine, il suo supporto alla sostenibilità del debito». Insomma, per Goldman Sachs, alle prossime elezioni dovrebbe essere mantenuta una certa continuità politica. In Grecia, spiega la ricerca, i favori di cui gode l’esecutivo non dovrebbero far pensare a un cambio di direzione. Differente, invece, sarebbe il discorso per Spagna e Italia. A Madrid, tra l’altro, entrambe le coalizioni condividono il medesimo interesse per il Recovery fund; in Italia, invece, la situazione per il colosso bancario americano è ben più complessa.

Da noi, il problema sarebbe che Fratelli d’Italia e la Lega, di solito in cima ai sondaggi, sono tra i partiti più scettici verso il Recovery fund. Goldman Sachs afferma chiaramente che «mentre il rialzo dei tassi di interesse si riverbera sul costo del debito italiano, i btp rischiano di tornare a essere i sorvegliati speciali dei mercati obbligazionari governativi a causa dei rischi legati agli esiti delle elezioni politiche del 2023 e agli impatti che potranno avere sugli investimenti e le riforme richieste dal Recovery fund». Più in dettaglio, «i rendimenti nell’Eurozona sono saliti in modo marcato, riportando la sostenibilità del debito dell’Europa meridionale di nuovo all’attenzione del mercato» nonostante che «il livello medio di maturazione del debito pubblico (dai 7 anni dell’Italia ai 21 della Grecia) contribuirà ad attenuare l’impatto di breve termine dei rendimenti crescenti sul costo del debito».

Lo studio di Goldman Sachs ha naturalmente scatenato il malcontento di alcuni esponenti politici che non hanno gradito l’ingerenza del colosso a stelle e strisce nella politica italiana. «Mancano ancora alcuni mesi alle elezioni politiche, ma la Goldman Sachs entra a piedi uniti sull’Italia aprendo di fatto la campagna elettorale», ha detto ieri in una nota il copresidente del gruppo Ecr Fdi al Parlamento europeo, Raffaele Fitto. Lo studio sottolinea il timore di una instabilità politica. «Ma di quale instabilità parliamo?», si domanda Fitto. «Non una parola sulla instabilità politica figlia dei continui e incredibili cambi di governo e di maggioranze di questi anni o sulle scelte strategiche totalmente sbagliate» di questi ultimi anni, conclude il politico.

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