UK, parlamento bloccato. Sterlina ai minimi di 2 mesi, Corbyn chiede dimissioni May

L’esito delle elezioni inglesi scoraggia gli investitori. Anche perche’ i risultati hanno prodotto un partito Tory senza maggioranza e quindi un parlamento bloccato. Il leader laborista Corbyn ha …

L’esito delle elezioni inglesi scoraggia gli investitori. Anche perche’ i risultati hanno prodotto un partito Tory senza maggioranza e quindi un parlamento bloccato. Il leader laborista Corbyn ha chesto che Theresa May si dimetta da premier. La sterlina ha toccato il minimo di 8 settimane a quota 1,2719 sul dollaro (-1,7%). I future sull’indice FTSE 100 sono in ribasso 1%, secondo Reuters.

Vittoria di Pirro della May, conservatori primo partito ma perdono maggioranza

Nel pre-borsa a Londra sul Forex il pound accusa un calo di circa -2% a quota $1.2697 alle 7:26 am London time. Alla luce degli esiti politici alcuni analisti prevedono il calo possa proseguire fino alla soglia di 1.21.

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Tutto sarà più difficile di prima per Theresa May dopo l’esito del voto di giovedì nel Regno Unito, opposto alle ragioni per le quali era stato convocato in anticipo, cioè rafforzare il mandato di Downing Street in vista dei negoziati sulla Brexit. La premier esce infatti decisamente indebolita, senza una maggioranza assoluta e “alla ricerca” di un alleato.

La Brexit diventerà più difficile – Per il Regno Unito i negoziati per divorziare dall’Unione europea diventeranno molto più complicati, secondo Tony Travers, professore della London School of Economics. Le trattative si apriranno formalmente il 19 giugno e le scadenze saranno ravvicinate ed ardue. May aveva ricevuto il mandato dal precedente Parlamento per una “hard” Brexit, ma adesso questa strategia è indebolita. Le voci, sia nel campo dei conservatori sia dei laburisti, favorevoli a una “soft” Brexit ora si faranno sentire di più. “Sarà difficile governare e si potrebbe andare addirittura a nuove elezioni entro l’anno”, dice Wyn Grant dell’University di Warwick.

May indebolita – Dopo aver portato il Paese alla prova di un terzo voto in appena due anni ed aver perso la sua ardita scommessa al termine di una campagna molto criticata, sul futuro della May si addensano molte nubi. “E’ stato un errore autoinflitto, una ferita autoinflitta derivante da un atteggiamento presuntuoso di chi dà per scontato l’appoggio degli elettori”, spiega Brian Klaas, della London School of Economics.

Corbyn trionfante – Il leader laburista era stato deriso dalla May e indicato dalla premier come una catastrofe per guidare i negoziati sulla Brexit. Ma con un’ottima campagna basata su politiche radicali, Corbyn ha spiazzato i suoi critici e riportato a nuova fortuna il Labour. “Jeremy Corbyn è riuscito a mobilitare la sua base. Non solo è riuscito ad entusiasmare i giovani ma ha riportato alle urne gente che altrimenti non avrebbe votato”, dice Tim Bale della Queen Mary.

Nazionalisti scozzesi al palo – La prospettiva di un secondo referendum sull’indipendenza dal Regno Unito sembra allontanarsi. La consistente perdita di seggi del partito di Nicola Sturgeon, lo Scottish National Party (SNP), assieme alla sconfitta personale di Alex Salmond, “è un duro colpo” alle speranze di un secondo referendum, commenta il Financial Times. Sturgeon ha detto alla Bbc di “aver bisogno di un po’ di tempo per riflettere”.

Ukip spazzato via – Dopo l’addio di Nigel Farage, il partito euroscettico Ukip, testa d’ariete nella campagna per la Brexit dello scorso anno, è caduto nell’oblio, passando dall’11% del 2015 al 2%: perso l’unico seggio che aveva nel vecchio Parlamento.

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3 commenti

  1.   

    Robyuan…
    Scivo quando posso e riesco… purtroppo non sempre posso e soprattutto non sempre riesco!
    Abbraccioni.
    Elmoamf

  2.   

    gent,mo elmoamf  come non condividere quanto scrivi.   responsabilità prima di tutto . ma per quanto si può vedere  non sono in molti a farsene carico. Anzi, la colpa, è sempre degli altri . anche se gli altri  siamo noi.scrivi più spesso.

    Originariamente inviato da Elmoamf: Alcune considerazioni di massima: 1) E’ da tempo ormai che le “definizioni” e le “enunciazioni”, soprattutto politiche, sono divenute mere elaborazioni cosmetiche della realtà esistente. I laburisti Made in British, ad esempio, tutto sono tranne che un partito capace di rispecchiare i “liberal” di un tempo ossia quel partito social democratico nato e sviluppatosi nel secondo dopoguerra e nel secondo novecento sui ritmi di un redivivo costituzionalismo europeo capace di tener o voler tener conto degli equilibri sociali. Pertanto non fanno di certo alcuna eccezione nel panorama delle iconiche idiosincrasie moderne che (ciò nonostante) si rivelano capaci di attirare una certa consistenza del voto dell’elettorato. Quel tipo di consistenza priva di una “precisa intesa” delle variabili/controindicazioni/avvertenze date da ogni dettagliatissimo “bugiardino” di medicinale che si rispetti… senza quindi alcuna “pretesa di comprensione” delle conseguenze inevitabili delle proprie e rispettabilissime scelte individuali di voto, senza infine un’effettiva volontà di sostanziale intendimento della reale posta in gioco… un voto spesso dato solo ed esclusivamente dietro la spinta di un’emozione assai ben “pilotata”. 2) seconda considerazione, non meno preminente. La supponenza, l’ardire, la superficiale (evidentemente) arroganza o speranza di dare le cose per scontate, l’errore elementare ma fondamentale mai da commettere eppur commesso dal partito di presunta “maggioranza” e dal suo leader protempore altrettanto evidentemente sopraffatto da una logica nei fatti perdente. Non si vinvono le elezioni in questo “Modo” ed il nostro folkloristico sostenitore del PD non dico ne sia esattamente o completamente consapevole ma quantomeno ne rappresenta un notevole precedente. 3) Non si combatte uno status quo con proclami o allitterazioni poetiche nella speranza di convincere il prossimo delle proprie buone intenzioni. Si combatte e si deve combattere solo e necessariamente nella sostanza e la sostanza non è ancora nelle mani del popolo… quel popolo che vota e fa inevitabilmente la differenza, nel bene e nel male… spesso assai più nel male che nel bene! 4) Per ottenere un “voto” definitivamente libero sarebbero necessarie troppe variabili e circostanze assai difficilmente realizzabili o conretizzabili. La massima speranza è, e forse sempre sarà, un voto mediamente critico e consapevole. Sulla scorta di queste considerazioni… solo un partito che si ponga sinceramente a favore degli interessi di un popolo e quindi a favore di una certa capacità di rappresentarlo… sarà in grado di cambiare gli eventi… altrimenti probabilmente ineluttabili verso una dinamica di autodistruzione umana collettiva… E pertanto solo un partito che avrà la forza di emergere con autorevolezza e determinazione, con la forza ed il sostegno dei propri “militanti”, sarà nella condizione e potrà porsi nella posizione di negoziare qualsivoglia “evento” con il dispotico autodistruttivo di turno! Viviamo tempi apocalittici… e non perché sia divertente evocarli in base alle “dicerie” o alle “profezie” o alle evanescenti trasposizioni filmografiche… quanto perché la stessa storia insegna il progredire dei cicli… soprattutto umani… nascità, crescità, morte e resurrezione… gli ultimi due con estremo sacrificio di chi sarà chiamato a contenderli… ma la giostra può essere forse “determinata”? O siamo solo in balia del caso? O meglio… siamo in balia degli eventi determinati da uomini supponenti e superficiali che del caso hanno fatto non solo un’icona ma una statua a miglior fortuna… delle proprie banalità come delle sperabili inassunzioni di responsabilità! La vita è una fondamentale questione di assunzione di responsabilità… nei propri confronti come nei confronti degli alri. Soprattutto nei propri confronti… e a maggior ragione nei confronti degli altri quando si è chiamati a dover decidere per Loro… L’evitare questo necessario passaggio, per certi versi doloroso ma inevitabilmente liberatorio, costruttivo, edificatorio ed emancipatorio… equivale a dover rinnegare se stessi e quindi rinunciare alla propria personalità, volontà, identità. Sarà che nella prassi moderna abbiamo fatto il callo a questa rinuncia… e quasi… quasi… neanche più ce ne accorgiamo! Saluti ed alla prossima reminiscenza… Elmoamf

     

  3.   

    Alcune considerazioni di massima:
    1) E’ da tempo ormai che le “definizioni” e le “enunciazioni”, soprattutto politiche, sono divenute mere elaborazioni cosmetiche della realtà esistente. I laburisti Made in British, ad esempio, tutto sono tranne che un partito capace di rispecchiare i “liberal” di un tempo ossia quel partito social democratico nato e sviluppatosi nel secondo dopoguerra e nel secondo novecento sui ritmi di un redivivo costituzionalismo europeo capace di tener o voler tener conto degli equilibri sociali. Pertanto non fanno di certo alcuna eccezione nel panorama delle iconiche idiosincrasie moderne che (ciò nonostante) si rivelano capaci di attirare una certa consistenza del voto dell’elettorato. Quel tipo di consistenza priva di una “precisa intesa” delle variabili/controindicazioni/avvertenze date da ogni dettagliatissimo “bugiardino” di medicinale che si rispetti… senza quindi alcuna “pretesa di comprensione” delle conseguenze inevitabili delle proprie e rispettabilissime scelte individuali di voto, senza infine un’effettiva volontà di sostanziale intendimento della reale posta in gioco… un voto spesso dato solo ed esclusivamente dietro la spinta di un’emozione assai ben “pilotata”.
    2) seconda considerazione, non meno preminente. La supponenza, l’ardire, la superficiale (evidentemente) arroganza o speranza di dare le cose per scontate, l’errore elementare ma fondamentale mai da commettere eppur commesso dal partito di presunta “maggioranza” e dal suo leader protempore altrettanto evidentemente sopraffatto da una logica nei fatti perdente.
    Non si vinvono le elezioni in questo “Modo” ed il nostro folkloristico sostenitore del PD non dico ne sia esattamente o completamente consapevole ma quantomeno ne rappresenta un notevole precedente.
    3) Non si combatte uno status quo con proclami o allitterazioni poetiche nella speranza di convincere il prossimo delle proprie buone intenzioni. Si combatte e si deve combattere solo e necessariamente nella sostanza e la sostanza non è ancora nelle mani del popolo… quel popolo che vota e fa inevitabilmente la differenza, nel bene e nel male… spesso assai più nel male che nel bene!
    4) Per ottenere un “voto” definitivamente libero sarebbero necessarie troppe variabili e circostanze assai difficilmente realizzabili o conretizzabili. La massima speranza è, e forse sempre sarà, un voto mediamente critico e consapevole.
    Sulla scorta di queste considerazioni… solo un partito che si ponga sinceramente a favore degli interessi di un popolo e quindi a favore di una certa capacità di rappresentarlo… sarà in grado di cambiare gli eventi… altrimenti probabilmente ineluttabili verso una dinamica di autodistruzione umana collettiva…
    E pertanto solo un partito che avrà la forza di emergere con autorevolezza e determinazione, con la forza ed il sostegno dei propri “militanti”, sarà nella condizione e potrà porsi nella posizione di negoziare qualsivoglia “evento” con il dispotico autodistruttivo di turno!
    Viviamo tempi apocalittici… e non perché sia divertente evocarli in base alle “dicerie” o alle “profezie” o alle evanescenti trasposizioni filmografiche… quanto perché la stessa storia insegna il progredire dei cicli… soprattutto umani… nascità, crescità, morte e resurrezione… gli ultimi due con estremo sacrificio di chi sarà chiamato a contenderli… ma la giostra può essere forse “determinata”?
    O siamo solo in balia del caso?
    O meglio… siamo in balia degli eventi determinati da uomini supponenti e superficiali che del caso hanno fatto non solo un’icona ma una statua a miglior fortuna… delle proprie banalità come delle sperabili inassunzioni di responsabilità!
    La vita è una fondamentale questione di assunzione di responsabilità… nei propri confronti come nei confronti degli alri.
    Soprattutto nei propri confronti… e a maggior ragione nei confronti degli altri quando si è chiamati a dover decidere per Loro…
    L’evitare questo necessario passaggio, per certi versi doloroso ma inevitabilmente liberatorio, costruttivo, edificatorio ed emancipatorio… equivale a dover rinnegare se stessi e quindi rinunciare alla propria personalità, volontà, identità.
    Sarà che nella prassi moderna abbiamo fatto il callo a questa rinuncia… e quasi… quasi… neanche più ce ne accorgiamo!
    Saluti ed alla prossima reminiscenza…
    Elmoamf