Popolare di Vicenza, l’assemblea approva la Spa con 81,95% di sì

“Chi ha truffato paghi”, la richiesta di molti azionisti, con un’azione di responsabilità verso il vecchio management, l’ex presidente Gianni Zonin e il dg Samuele Sorato: “responsabili del …

“Chi ha truffato paghi”, la richiesta di molti azionisti, con un’azione di responsabilità verso il vecchio management, l’ex presidente Gianni Zonin e il dg Samuele Sorato: “responsabili del dissesto”.

ore 15.09 L’assemblea della Banca Popolare di Vicenza ha approvato la trasformazione in Spa con i voti favorevoli di 9.304 soci su 11.353 votanti, pari all’81,95% dei voti. Lo ha annunciato il presidente Stefano Dolcetta.

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ore 15.04 Le percentuali del voto: 81,95% sì, 17,02% no, 1,02% astenuti.

ore 14.40 Sì dei soci alla trasformazione in Spa: servirà però ancora qualche minuto per conoscere le percentuali del voto.

ore 14.30 «Ci troveremo ad affrontare la Borsa in un momento molto difficile dei mercati, il tempo è brutto ma bisogna andare. Io sono sicuro che sarà un successo». Lo ha detto il consigliere delegato della Banca Popolare di Vicenza, Francesco Iorio, rispondendo alle domande dei soci in assemblea e spiegando che l’aumento e lo sbarco in Borsa avverranno «probabilmente nella seconda metà di aprile».

ore 14.15. Iorio: «Risarciremo i soci “scavalcati” su azioni». La Popolare di Vicenza risarcirà i soci che in passato hanno chiesto di vendere le loro azioni e sono stati “scavalcati” da clienti eccellenti o privilegiati. «Molti dei soci hanno lamentato la non evasione dell’ordine di vendita» delle loro azioni. «La banca ha ricostruito l’ordine cronologico di vendita e coloro che sono stati scavalcati saranno risarciti» ha promesso Iorio rispondendo in assemblea. Il banchiere ha inoltre promesso che «la banca aprirà dei tavoli di confronto per valutare quello che è accaduto e far fronte alle richieste dei soci». Allo stesso tempo chi ha avuto dei fidi per acquistare azioni «li deve restituire alla banca, ovviamente nei tempi e nei modo opportuni. Sono soldi che devono tornare a casa».

ore 14. «Azione di responsabilità e rinnovamento del cda e manageriale. Per quello manageriale riporto che su 13 manager, 11 sono nuovi e non appartengono alla gestione passata, quelli con delle responsabilità sono stati licenziati senza prendere un euro». Lo ha sottolineato l’ad di Popolare di Vicenza, Francesco Iorio. «I colpevoli vanno puniti – ha spiegato – sono il primo a sostenerlo. Da quando ho preso la responsabilità di questa banca non c’è stato un momento in cui la collaborazione con le procure non sia stata fattiva. Il tempo sarà galantuomo – ha proseguito il manager – non bisogna avere fretta di fare le cose ma la pazienza di farle bene, consiglio che do nell’interesse dei soci in stretto rapporto con la magistratura che sta facendo un ottimo lavoro», ha concluso.

 ore 13.50. «Un socio ha detto che se prevale il sì la banca sarà persa. Io dico, se prevale il no la banca sarà persa e da lunedì mattina». Lo ha detto l’ad della Popolare di Vicenza Francesco Iorio, replicando agli interventi degli azionisti all’assemblea. «Il piano industriale e la ridefinizione della banca sul territorio – ha spiegato ancora – è qualcosa che ha colpito molto favorevolmente gli investitori istituzionali. Non sono un rischio, sono un’opportunità».

ore 13.48 «Siamo stati raggiunti da una notizia terribile, una delle persone che hanno collaborato all’organizzazione dell’assemblea è deceduta all’ospedale San Bortolo dopo avere prestato il suo contributo, alla famiglia il nostro cordoglio, vi chiedo un minuto di silenzio». Così l’ad della Popolare di Vicenza, Francesco Iorio, prima di replicare agli interventi dei soci risparmiatori.

ore 13.30. I dipendenti della Popolare di Vicenza voteranno sì alla trasformazione in Spa, alla quotazione in borsa e all’aumento di capitale fino a 1,76 miliardi di euro. «Voteremo a favore perché trattasi di norma di legge, sia perché non intravvediamo altre soluzioni per uscire da questa difficile situazione», ha detto Giuliano Xausa, segretario nazionale della Fabi. «Portate questo barcone fuori da queste acque tempestose, ma nel rispetto e salvaguardando i soci, i dipendenti e i clienti».

ore 13 Duro intervento tra i soci anche di Barbara Ceschi, nipote del marchese Roi: «La Fondazione Roi ha comprato 30 milioni di euro di azioni della Banca popolare – ha detto -. Vorrei capire chi ha deciso l’acquisto del cinema Corso a 8 mila euro al metro quadro. Voglio sapere chi l’ha approvato. E voglio che il cda della Fondazione vada a casa».

ore 12.35 L’ex vicepresidente nazionale di Confartigianato Imprese Claudio Miotto ha usato un minuto di silenzio dei 2 dell’intervento per ricordare le speranze morte delle famiglie. Poi ha chiesto 3 sì.

ore 12.30 «È mancata la valutazione di quella che sarà la quotazione in Borsa, un piano alternativo e l’eventuale realizzo in caso di liquidazione. Qui non è stato applicato il conoscere per deliberare» il pensiero di Filippo Lorcet.

ore 12.25 In assemblea presenti 11.292 soci, in 5.810 di persona. Sono 11.292 i soci presenti all’assemblea della Popolare di Vicenza poco dopo mezzogiorno. I soci presenti di persona sono diventati 5.810, 211 i rappresentanti legali e 5.271 presenti in delega.

ore 11.45 Tensione in assemblea tra chi urla «vergogna» e chi vota sì. C’è chi urla «vergogna», chi applaude, chi si lascia andare nell’assemblea della Popolare di Vicenza che sembra essere diventata uno «sfogatoio». «Questi dirigenti che guadagnano tutti questi soldi io gli darei 1.500 euro come paga, andate a casa, io voto no», scandisce un socio di Mantova.

Ma c’è anche chi sente la responsabilità di credere nel futuro di una banca «che deve mantenere la territorialità, che ha contribuito alla crescita del territorio, delle famiglie e delle aziende e della cultura», urla un altro.

I toni sono accesi, il clima surriscaldato, ma quando scattano i due minuti, il microfono si silenzia. «I favorevoli al sì sono gli imprenditori, noi soci risparmiatori diciamo no. Se non c’è alternativa al vostro piano allora vuol dire che la banca è fallita», dice con un filo di voce un socio risparmiatore.

ore 11.20 Soci contro Zonin e vecchio Cda. Sono diversi i soci intervenuti all’assemblea della Banca Popolare di Vicenza che chiedono che l’ex presidente Gianni Zonin e i rappresentanti della vecchia gestione paghino per lo stato di dissesto in cui l’istituto si trova e che costerà forti perdite agli azionisti. «Per gli scafisti nessuna pietà se ne vada il consiglio di amministrazione e si avviino le azioni di responsabilità» ha detto Giuliano Xausa, segretario della Fabi e dipendente della banca. «Vorrei votare sì ma prima di dire sì ho diritto di sapere di chi sono le responsabilità di questo disastro. Voglio, desidero che chi ha sbagliato paghi anche con il suo patrimonio personale» ha aggiunto un altro socio. «Spero che la magistratura dia una condanna esemplare a Zonin e Sorato e a tutta la cricca dirigenziale intoccabile» ha detto Annalisa Toniolo. «Quando va in consiglio di amministrazione non le viene da vomitare, dottor Iorio?» la pesante affermazione di Alberto Artoni, facendo riferimento al fatto che in consiglio siedono ancora 12 consiglieri espressione della vecchia gestione.

ore 10.30 Iorio: «Ho collaborato con le Procure sulle inchieste» «Ho, nel corso di questi mesi, ripetutamente interagito con le diverse procure nazionali che sono state interessate, fornendo loro ben altro che non un esposto di 9 paginette. Il tempo non potrà che darmi atto del lavoro svolto di collaborazione con la magistratura italiana». Lo ha sottolineato nel suo intervento all’assemblea dei soci il dg Iorio.

ore 10.25 Dipendenti Fabi voteranno sì. Sono oltre 200 gli interventi che si succederanno all’assemblea di Popolare di Vicenza per votare sì alla spa. I dipendenti di Popolare di Vicenza iscritti alla Fabi hanno fatto sapere che voteranno «a favore della spa, dell’aumento e della quotazione». Lo ha sottolineato Giuliano Xausa, segretario nazionale del sindacato e dipendente dell’istituto. «Come gli oltre 2mila colleghi soci ho acquistato le ultime azioni nel 2014, la comunicazione interna ci diceva che la banca era solida. I dipendenti sono vittime, non complici», ha proseguito. «Dolcetta e Iorio, portate questa banca fuori da queste acque tempestose, ma nella salvaguardia di dipendenti, soci e territorio, il cda se ne vada e sia intrapresa l’azione di responsabilità», ha concluso.

ore 10.10 Si prospetta un’assemblea molto lunga: si sono già registrati per parlare 123 soci. Il tempo dell’intervento, inizialmente previsto in tre minuti per ogni socio, è stato tagliato da tra a due minuti dal presidente Stefano Dolcetta. Mentre gli interventi sono iniziati si inseguono molti fischi e applausi: il clima in assemblea è molto acceso.

ore 10 Iorio: «Sì a Spa, altrimenti scenari che non voglio nemmeno ipotizzare».  Il sì alla trasformazione in Spa, aumento di capitale e alla quotazione in Borsa di Bpvi, è fondamentale «nel processo di risanamento» altrimenti «per questa banca si aprono scenari che non voglio neanche ipotizzare, perché non permetterebbero nessuna ripartenza né ripresa di quel valore che oggi è stato abbattuto», ha sottolineato ancora Iorio, che ha escluso categoricamente le altre ipotesi possibili o piani B.

«Dobbiamo anche approvare un nuovo statuto – ha proseguito – Ci sarà la decadenza di tutti gli organi sociali entro giugno. Il nuovo cda vedrà una riduzione dei consiglieri da 18 a 13 e la presenza nel cda sarà possibile solo per persone che hanno requisiti di conoscenza del credito di altissimo livello». L’aumento di capitale, ha aggiunto Iorio, «è riservato ai soci per il 45% e sarebbe molto importante che gli attuali soci dessero un segnale forte di partecipazione». Al tempo stesso, tuttavia, «trovare 1,5 miliardi non sarebbe realizzabile senza mercati e fondi istituzionali, che non rappresentano uno spauracchio, ma un’opportunità».

ore 9.55 Iorio: «Votare no significherebbe regalare la banca». «Votare no» alle delibere dell’assemblea «significherebbe davvero regalare la banca e avremo un valore di realizzo pari a zero e che potrebbe non limitarsi al solo valore delle nostre azioni». Lo ha detto il ceo, Francesco Iorio, chiudendo il suo intervento, accompagnato sia da applausi che da fischi. «Siamo una banca importante, la decima banca italiana – ha aggiunto -, non ho mai avuto il dubbio che la banca possa essere rilanciata e ripartire, ci siamo e ci saremo ancora per 150 anni». (video)

ore 9.45 Dolcetta: «Responsabilità non solo morale». «Richiamo l’attenzione di tutti sul fatto che oggi c’è una responsabilità non solo morale ma anche con conseguenze giuridiche che potrebbero avere conseguenze gravi sulla banca, non solo con la perdita totale del valore delle azioni ma che potrebbero riguardare anche titoli di debito della banca, come già visto nello stesso Paese». Lo ha sottolineato dopo aver letto stralci della lettera inviata dalla Bce, il presidente della Popolare di Vicenza, Stefano Dolcetta. «L’approvazione congiunta di tutti e tre gli elementi sono ritenuti della massima importanza dalla Bce», si legge nella lettera, che parla della trasformazione in spa, dell’aumento di capitale e della quotazione, ha concluso Dolcetta.

ore 9.30 Cda diserta l’assemblea, presenti 5 consiglieri su 18. Sono solo 5 su 18 i consiglieri di amministrazione della Popolare di Vicenza presenti all’assemblea dei soci dell’istituto berico. Oltre al presidente Stefano Dolcetta e all’amministratore delegato, Francesco Iorio, sono presenti Paolo Angius, Giorgio Colutta e Alessandro Pansa. Gran parte del consiglio, in carica sotto la gestione dell’ex presidente Gianni Zonin, ha dunque preferito disertare l’assemblea, che si preannuncia molto tesa per le perdite che i soci dovranno affrontare con l’aumento di capitale e la quotazione in Borsa. Partecipa all’assemblea anche il giurista Piergaetano Marchetti, consulente della banca, che – ha detto il presidente Stefano Dolcetta – «ci ha accompagnati in questo percorso».

ore 9.10 Al via l’assemblea, presenti 5.448 soci. Ha preso il via a Gambellara l’assemblea della Banca Popolare di Vicenza chiamata a deliberare sulla trasformazione in spa, sulla quotazione in Borsa e su un aumento di capitale fino a 1,76 miliardi di euro. Nei capannoni della Perlini Equipment continua con regolarità e sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine il grande afflusso degli azionisti, con auto e pullman. Il presidente della Bpvi, Stefano Dolcetta, ha detto che alle 9.03 erano presenti in proprio 2.860 soci, 72 rappresentanti e 2.516 per delega, per un totale di 5.448 soci.

ore 8.30 Grande attesa per l’assemblea straordinaria e ordinaria dei soci di Banca Popolare di Vicenza che si svolge oggi alla Perlini Equipment di Gambellara (Vicenza) con inizio alle 9. Sono attesi quasi 10 mila soci incluse le deleghe e le decisioni che l’istituto berico dovrà assumere sono prescrizioni che giungono direttamente dalla Bce. Dalla costituzione in spa, all’aumento di capitale da 1,5 miliardi alla quotazione in Borsa. I tre punti sono cruciali per il futuro della banca, come ha ricordato anche il vice ministro all’Economia, Enrico Morando, pena il commissariamento.

Questo articolo e’ stato elaborato con informazioni tratte da Il Giornale di Vicenza

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In corso a Gambellara, in provincia di Vicenza, l’assemblea della Banca Popolare di Vicenza chiamata a deliberare sulla trasformazione in Spa, la quotazione in borsa e l’aumento di capitale fino a 1,76 mld di euro. I presenti sono 5.810, a cui vanno aggiungersi 211 rappresentanti legali e deleghe per 5.271 voti; il totale è quindi di 11.292. Ma solo 5 su 18 membri del cda.

Si susseguono gli interventi dei soci, fra pensionati in lacrime e l’accusa di aver rubato “i risparmi di una vita”, fra chi urla “vergogna” e chi invita a guardare al futuro. “Chi ha truffato paghi”, la richiesta pressante. Sono diversi i soci intervenuti che chiedono che l’ex presidente Gianni Zonin e i rappresentanti della vecchia gestione paghino per lo stato di dissesto in cui l’istituto si trova e che costerà forti perdite agli azionisti.

Presidente Dolcetta: senza sì rischio bail-in

Il presidente Dolcetta ha invitato a votare sì per evitare il rischio della ‘perdita totale di valore delle azioni’ e conseguenze ‘anche sui titoli di debito’. “I tutti i punti all’ordine del giorno sono diverse facce della stessa medaglia: se non saranno tutti approvati andremo incontro a una perdita di valore non solo delle nostre azioni ma anche degli strumenti di debito, come già accaduto per altre banche in Italia”, ha dichiarato il presidente, facendo chiaramente riferimento al salvataggio di Banca Marche, Carife, Etruria e CariChieti, con la cancellazione dei bond subordinati e al potenziale rischio di bail-in.

L’a.d. Iorio: votare no significa regalare la banca

Per il Ceo Iorio votare no significherebbe ‘regalare la banca e avremo un valore di realizzo pari a zero’. . L’a.d. ha anche ricordato che «ridurre gli attivi della banca sotto 8 miliardi (soglia sopra la quale le banche popolari sono obbligate a trasformarsi in Spa, ndr) non sarebbe tecnicamente perseguibile, significherebbe ridurre drasticamente gli impieghi sul territorio”.

Assemblea fiume

C’è chi dice di votare sì, e sono principalmente gli imprenditori, chi invoca un “sussulto di dignità” e chiede agli altri soci di votare no. A parlare si sono iscritti 123 azionisti, un numero tale da costringere il presidente dell’istituto, Stefano Dolcetta, a tagliare il tempo da 3 a 2 minuti.

I soci attaccano Zonin e il cda

Sia fra i favorevoli che fra i contrari, tuttavia, c’è una richiesta comune: quella di un’azione di responsabilità verso il vecchio management, guidato dall’ex presidente Gianni Zonin e dal dg Samuele Sorato con, come ha proposto un socio, “un sequestro preventivo e cautelativo dei loro beni, che sono ingenti”. Dita puntate anche contro buona parte del cda, quella in carica con la vecchia gestione. E proprio molti di loro hanno disertato l’assemblea, a cui sono presenti solo 5 consiglieri su 18: oltre a Stefano Dolcetta e Francesco Iorio, ci sono Paolo Angius, Giorgio Colutta e Alessandro Pansa.

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