Usa, Trump non cambia: deportazioni e muro anti-immigrati (a spese del Messico)

Non fa marcia indietro sull’immigrazione, Donald Trump. Nel discorso che ha tenuto a Phoeninx dopo la tappa a Città del Messico per un incontro con il presidente Enrique …

Non fa marcia indietro sull’immigrazione, Donald Trump. Nel discorso che ha tenuto a Phoeninx dopo la tappa a Città del Messico per un incontro con il presidente Enrique Pena Nieto in cui sembravano emergere i toni più morbidi necessari al tycoon per recuperare voti oltre il bacino dei bianchi per colmare la distanza che lo separa, nei sondaggi, da Hillary Clinton.

Una volta ritornato negli Stati Uniti, il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha confermato che intende sin dal primo giorno del suo insediamento costruire il muro lungo la frontiera con il Messico, un muro che sarà “impenetrabile, alto, reale, potente, bello”, “interamente” pagato dal Messico, e ha anticipato la sua intenzione di creare una “forza speciale per le deportazioni”.

Se l’espulsione degli immigrati senza permesso di soggiorno (sono 11 quelli messicani negli Stati Uniti) non è la questione cruciale, lo è quella della deportazione degli “immigrati illegali criminali”, dove per criminali Trump ha precisato di intendere tutti coloro che vengono arrestati, non condannati, ovvero due milioni di persone. E le deportazioni saranno effettuate, qualora vincerà le elezioni di novembre, “nella sua prima ora” alla casa Bianca.

“Tratteremo chiunque viva o risieda nel nostro paese con grande dignità”, aveva detto in Arizona, salvo poi precisare che “chiunque sia entrato negli Stati Uniti illegalmente è soggetto a essere deportato. Questo è ciò che significa avere delle leggi”. “Romperemo il ciclo di amnistie e di immigrazione clandestina. Il nostro messaggio al mondo sarà: non potrete ottenere il permesso o diventare cittadini americani entrando illegalmente nel nostro paese”, ha affermato.

Sarà poi dopo molti anni, dopo che sarà stato costruito il muro e espulsi gli immigrati considerati pericolosi che “saremo nella posizione di definire le misure appropriate per chi rimane”. Trump, che nella conferenza stampa con Pena Nieto aveva usato toni decisamente più morbidi, ha quindi formalizzato le sue idee in un piano in dieci punti.

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