Unione Europea: Juncker parla tedesco, la nuova lingua del potere – VIDEO

Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente della Commissione Ue usa la lingua di Angela Merkel. Segno che, dopo la Brexit, non c’è più un argine all’egemonia …

Nel suo discorso sullo stato dell’Unione, il presidente della Commissione Ue usa la lingua di Angela Merkel. Segno che, dopo la Brexit, non c’è più un argine all’egemonia tedesca.

Più dei fatti, in questo caso, contano le parole. Il raddoppio a 630 miliardi del piano di investimenti europeo rischia di restare sulla carta, perché tutto basato sull’effetto leva e sulla buona volontà degli investitori privati. Non è detto che Federica Mogherini diventi un vero ministro degli Esteri europeo, mentre il ventilato quartier generale della Difesa europea, se si farà davvero, sembra destinato a diventare un inutile carrozzone statale. Ma il discorso sullo stato dell’Unione pronunciato questa mattina a Bruxelles dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha comunque segnato una svolta di portata storica. Che sta tutta nelle parole. Juncker ha parlato in tedesco. Non era mai successo prima.

“I nostri amici e partner nel mondo, tutti profondamente dispiaciuti per la Brexit, si chiedono preoccupati se la decisione britannica sia l’inizio di un processo di dissoluzione dell’Unione Europea. Dico qui e oggi: rispettiamo e siamo dispiaciuti allo stesso tempo per la decisione britannica, ma l’esistenza dell’Unione europea non è a rischio”, ha detto Juncker usando la lingua della cancelliera tedesca Angela Merkel. Certo, sarebbe stato strano se avesse parlato in inglese, che con la Brexit si è trasformata in una sorta di lingua morta all’interno dei palazzi di Bruxelles. Avrebbe potuto usare il francese: da buon lussemburghese, Juncker parla correntemente entrambe le lingue. E in fondo il francese resta la lingua della diplomazia. Ma Juncker ha scelto il tedesco, che è la nuova lingua del potere nell’Ue.

Riuscirà l’idioma di Goethe a esercitare lo stesso soft power che ora è appannaggio dell’inglese? Di certo è un nuovo problema per l’Italia. Già facciamo fatica con l’inglese. Figuriamoci col tedesco, parlato dai pochi manager che lavorano per le aziende teutoniche e, nelle freddure, dai baristi del lago di Garda e dai bagnini di Rimini. Per i nostri politici, poi, è già un’impresa cimentarsi con l’inglese, lingua che sembra fatta apposta per essere storpiata senza perdere le sue capacità comunicative. Tutt’altra storia con il tedesco, che pretende invece la perfezione. Provate un po’ voi a pronunciare con scioltezza Elektrizitätswirtschaftsorganisationsgesetz.

Fonte: Milano Finanza

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