Tasse, Corte dei conti smentisce il governo: “Per ridurle prima cambiare sistema”

Per ridurre la pressione fiscale, come indicato nel Def, è necessario rivedere in modo “strutturale” l’intero sistema tributario. Lo chiede la Corte dei conti nel corso dell’audizione in …

Per ridurre la pressione fiscale, come indicato nel Def, è necessario rivedere in modo “strutturale” l’intero sistema tributario. Lo chiede la Corte dei conti nel corso dell’audizione in Parlamento sul Def.

Secondo il presidente Pasquale Squitieri, serve un deciso impegno in tre direzioni: “Ampliamento della base imponibile, rivisitazione degli obiettivi redistributivi assegnati al sistema di prelievo e ricerca di un effettivo coordinamento della leva fiscale tra livelli di governo”. In questa direzione, ha spiegato Squitieri, “va la revisione del sistema delle agevolazioni da inserire nella prossima manovra finanziaria, incidendo su un sistema che ha assunto dimensioni poderose e che riduce il gettito potenziale di quasi un terzo”. Ma in base alle analisi svolte, la Corte ritiene che potrebbe essere “opportuno cogliere l’occasione offerta dall’attuale fase economica e dalla necessità di evitare l’operare delle clausole di salvaguardia per rivedere la struttura impositiva indiretta”.

Ciò “non per modificare il livello delle aliquote ma per rivedere la distribuzione della base imponibile tra le diverse fasce (oggi particolarmente concentrato su quelle agevolate), eventualmente accompagnando tale intervento con misure dirette ad indesiderati sulle categorie più deboli”.

Contesto buono, ma aumentano le incertezze”

Il contesto macroeconomico in cui si situa il Def “presenta elementi positivi, cui si associa però un allargamento dell’area dei rischi”. Lo ha detto Raffaele Squitieri, presidente della Corte dei conti, in audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. “Rispetto ad un anno fa, la ripresa dell’economia italiana si è effettivamente concretizzata e la disoccupazione ha cominciato a ridursi, così che nella media dell’anno la crescita del Pil è risultata sostanzialmente in linea con le previsioni. Tuttavia, tale crescita – ha osservato – ha registrato ritmi via via decrescenti, con un effetto di trascinamento per il 2016 assai contenuto. Anche nel confronto con l’Uem e gli altri maggiori Paesi dell’area, che hanno peraltro mostrato una maggiore tenuta nei mesi finali del 2015, l’Italia ha continuato a caratterizzarsi per un andamento meno dinamico”. La valutazione dello scenario presentato nel Def, “accanto al riconoscimento degli indubbi miglioramenti registrati nell’ultimo anno, non può quindi prescindere dal prendere in esame gli accresciuti elementi di incertezza”.

Accesso ai servizi da rivedere. Anche in sanità”

“I prezzi di molti servizi offerti in Italia sono inferiori” alle maggiori economie europee. Per questo, secondo la Corte dei Conti, “in una fase storica di difficoltà per le finanze pubbliche” la “tendenza all’aumento” dei prezzi appare una opzione da considerare, anche adottando politiche di selezione delle condizioni di accesso, per evitare effetti regressivi indesiderati. Anche in sanità, sottolinea il presidente Squitieri in audizione sul Def, “non si può più prescindere dal rendere più appropriato e mirato l’accesso alle prestazioni”.

Padoan pensa alla “digital tax”

La digital tax è “una tassa complicata ma sicuramente stiamo considerando questo aspetto. È nell’interesse del governo”. Così il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan in audizione davanti alla commissioni congiunte di Camera e Senato sul Def a Montecitorio, rispondendo ad una domanda sull’ipotesi di una tassa per le multinazionali del web.

Quelle di clausole di salvaguardia da “sterilizzare”…

“La sterilizzazione delle clausole di salvaguardia ci sarà attuando una manovra alternativa che sarà definita nei prossimi mesi, attraverso misure di revisione della spesa pubblica e interventi che accrescono l’adempimento, riducendo i margini di evasione ed elusione delle tasse”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nell’audizione sul Def davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

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Padoan ottimista: “Crescita si consoliderà, margini di trattativa sulle pensioni”

“Nel 2015, dopo tre anni consecutivi di contrazione, l’economia italiana è tornata a crescere. Nel 2016 la ripresa continuerà e si consoliderà”. Lo ha detto Pier Carlo Padoan in audizione sul Def alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Principale obiettivo della strategia del governo, ha sottolineato il ministro dell’Economia, “è il rilancio della crescita e dell’occupazione”. E sulle pensioni, ha assicurato Padoan, “ci sono margini per ragionare”.

La situazione del lavoro migliora, ha sottolineato Padoan, come anche “i conti pubblici”, mentre “la pressione fiscale scende” grazie a “una politica fiscale rigorosa, a misure espansive e riforme strutturali” che continuano nonostante il peggioramento del quadro internazionale. Il rallentamento dell’economia mondiale è infatti stato indicato da osservatori, analisti e istituzioni come uno dei rischi che gravano sulle prospettive della crescita italiana nel 2016.

Quattro gli strumenti per continuare sulla via del rilancio, ha sottolineato il ministro: lo stimolo agli investimenti pubblici e privati; il consolidamento delle finanze pubbliche; la riduzione del carico fiscale associato a una costante spending review; il miglioramento della capacità competitiva del sistema.

In audizione, il numero uno di Via XX Settembre ha poi precisato che la crescita del Pil “ha decelerato nella seconda metà del 2015 ma nel primo trimestre 2016 sembra aver ripreso slancio”.

“Calo debito obiettivo prioritario” – “La riduzione dello stock di debito delle amministrazioni pubbliche resta obiettivo prioritario del governo e fondamentale per la fiducia dei mercati”, ha detto Padoan, spiegando che per la prima volta nel 2016 il debito calerà e che “il processo di riduzione del rapporto rispetto al Pil si accentuerà nei prossimi anni”. E’ stato poi confermato che l’intenzione del governo è quella di “sterilizzare” per intero le clausole di salvaguardia per il 2017 per 0,9 punti di Pil.

Pensioni, “ci sono margini di miglioramento” – Padoan ha toccato anche il tema pensioni dicendo che “ci sono margini per ragionare sugli strumenti e sugli incentivi, e sui legami tra sistema pensionistico e mercato del lavoro in modo da migliorare le possibilità” sia di chi deve entrare sia di chi deve uscire. Il ministro ha affermato di essere “sicuramente favorevole a un ragionamento complesso” sul tema e “aperto a fonti di finanziamento complementare” per eventuali misure, come quello, suggerito nelle domande dei parlamentari, di un ruolo del sistema creditizio. (TgCom24)

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