Obama si smarca: il caos in Libia colpa di Gran Bretagna e Francia

Il Presidente Usa critica Cameron e Sarkozy per l’operazione contro Gheddafi nel 2011. E ammette che il suo sostegno all’intervento Nato  fu “un errore”. Il leader Usa dice …

Il Presidente Usa critica Cameron e Sarkozy per l’operazione contro Gheddafi nel 2011. E ammette che il suo sostegno all’intervento Nato  fu “un errore”. Il leader Usa dice che il Paese nordafricano è “nel caos”, un “errore”, dovuto all’erronea convinzione che Londra e Parigi si sarebbero presi una maggiore responsabilità nella gestione post militare.

Obama: caos in Libia colpa della Gran Bretagna e della Francia

Ma Cameron, afferma Obama in una intervista all’Atlantic magazine, fu distratto da altre questioni mentre Sarkozy “voleva strombazzare la sua partecipazione alla campagna aerea nonostante il fatto che avevamo spazzato via tutte le difese aeree”. “Quando torno indietro e mi chiedo cosa è andato storto, c’è spazio per le critiche perché avevo più fiducia che gli europei, data la vicinanza alla Libia, investissero nel follow-up (assistenza)”.

Le dichiarazioni del Presidente americano sembrano anche rivolte a “scagionare” Hillary Clinton, all’epoca Segretario di Stato Usa e oggi candidata democratica alle presidenziali di novembre. La Clinton viene spesso accusata dai repubblicani di aver essa stessa spinto per l’intervento militare Nato, ponendo le condizioni e alimentando cosi’ il successivo caos in Libia. Obama fa capire chiaramente che non è andata in quel modo, Hillary Clinton seguiva gli ordini del Presidente. Che ora fa marcia indietro.

Obama ritiene che gli Usa abbiamo eseguito quel piano “bene come potevo aspettarmi: abbiamo ottenuto un mandato Onu, costruito una coalizione, costataci un miliardo di dollari, che non e’ molto quando affronti operazioni militari. Abbiamo evitato vittime civili su larga scala, prevenuto quello che quasi sicuramente sarebbe stato un conflitto civile prolungato e sanguinario”.

“E nonostante tutto ciò, la Libia è un caos”, ammette Obama, riconoscendo che il piano di intervento, suggerito dal suo entourage, compresa Hillary Clinton, “non ha funzionato”. Gli Usa pagarono l’intervento anche con l’attacco alla loro ambasciata a Bengasi nel quale rimasero uccisi quattro americani, tra cui l’ambasciatore.

***

Il Pentagono prepara i piani per un nuovo intervento in Libia. Ma Barack Obama ammette che il suo sostegno dato all’intervento della Nato nel 2011 fu “un errore”, dovuto in parte alla sua errata convinzione che Francia e Gran Bretagna avrebbero sostenuto un peso maggiore dell’operazione. “Non ha funzionato” e “nonostante tutto quello che si è fatto, la Libia ora è nel caos”, ha detto il presidente in una lunghissima intervista sulla sua politica estera al The Atlantic, che la titola “The Obama doctrine”, durante la quale si è tolto qualche sassolino nella scarpa nei confronti di alleati, dei paesi del Golfo ma anche europei, bollati come “opportunisti”. “Quando mi guardo indietro e mi chiedo cosa sia stato fatto di sbagliato – ha spiegato Obama – mi posso criticare per il fatto di avere avuto troppa fiducia nel fatto che gli europei, vista la vicinanza con la Libia, sia sarebbero impegnati di più con il follow-up”. E fa il nome del presidente Nicolas Sarkozy “che voleva vantarsi di tutti gli aerei abbattuti nella campagna, nonostante il fatto che avessimo distrutto noi tutte le difese aeree”. Ma anche questo andava bene perché, continua pragmaticamente Obama “permise di acquistare il coinvolgimento della Francia in modo che fosse meno costoso e rischioso per noi”. Obama non esita poi a coinvolgere nelle critiche anche David Cameron che dopo l’avvio dell’intervento perse interesse, “distratto da una serie di altre questioni”. Pressioni per l’intervento. Amministrazione Usa divisa Nella lunga intervista Obama ricorda come la sua amministrazione fosse spaccata sull’intervento – con Hillary Clinton, bisogna sottolinearlo, alla guida dei falchi – e come vi fossero pressioni da parte dell’Europa e dai paesi del Golfo all’azione, come da sempre gli alleati fanno con Washington. “E’ ormai diventata un’abitudine negli ultimi decenni – si lamenta Obama – che in questi circostanze la gente ci spinga ad agire ma non mostra nessuna intenzione di rischiare nulla nel gioco”. Sono “opportunisti”, concorda Obama con l’intervistatore usando il termine “free rider”, cioè quelli che viaggiano gratis, rivolgendo anche un serio monito all’Arabia Saudita, alleato storico che ha duramente criticato l’accordo nucleare con Teheran, sottolineando come debba imparare a “dividere” la regione con l’arcinemico iraniano con il quale condivide la responsabilità di attizzare i conflitti in Siria, Iraq e Yemen. I sauditi “devono trovare un modo efficace di condividere il vicinato ed istituire una pace fredda” ha poi aggiunto, spiegando che se gli Usa dovessero sostenerli acriticamente contro l’Iran “questo significherebbe che noi inizieremmo ad usare i nostri interventi e la forza militare per azioni punitive, ma questo non sarebbe nell’interesse degli Usa nè del Medio Oriente”. Orgoglioso di aver fatto marcia indietro sui raid in Siria nel 2013 Obama è “orgoglioso” della decisione presa nell’agosto del 2013 di fare marcia indietro, quando ormai le macchine della guerra e del consenso si erano messe in moto, sulla decisione di avviare i raid aerei in Siria per punire l’utilizzo di armi chimiche da parte di Bashar Assad. “Sapevo che premere il pulsante di pausa per me avrebbe avuto un costo politico, ma sono riuscito a svincolarmi dalle pressioni e pensare in modo autonomo a quale fosse l’interesse dell’America, non solo rispetto alla Siria ma anche rispetto alla democrazia”, così si è confidato il presidente nei lunghi colloqui avuti con Jeffrey Goldberg, autore dell’articolo “The Obama doctrine” pubblicato da The Atlantic.

Tag

Partecipa alla discussione

2 commenti

  1.   

     

    ” La Libia e’ un Caos! ” dice Obama.. e come l’ha capito ??  Mentre Iraq, Afganistan, Egitto, Siria …sono un giardinetto fiorito… Il Pulsante con cui ha arrestato la Guerra, e’ stato per le armi chimiche inesistenti, e per l’azione di Putin che ha convinto Assad a consegnarle totalmente….altrimenti..!!
    Mentre da Sigonella si e’ saputo che nell’attacco al loro ambasciatore a Bengasi, Obama ha fermato l’intervento di rescue, quando era ancora possibile….  che stomaco il Presidente…veramente “sensibile”. A cosa serve allora Sigonella se nemmeno a salvare un loro ambasciatore..mah .?!
    Colpa di Sarko’ e Cameron..free rider..!!ma stavolta  alla Queen non e’ mica piaciuta.:!!

  2.   

    bravo OBAMA   apprezzo la tua sincerità anche se tardiva.  ma potevi, dato che c’eri , allargare l’orizzonte e dire che l’unico che ci aveva visto giusto era BERLUSCONI. Al quale pure tu  assieme a quei 2 emeriti imbecilli che hai nominato e qualche zerbinotto coglionesco di casa hai contribuito  a far cadere.  Ormai è nota la faccia di  m  di ..saccosy… riguardo al cameron non mi pronuncio  . esprimo solo una frase non mia ma di CURZIO MALAPARTE  …Dio stramaledica gli inglesi….Ma la pagheranno e pure cara. lA nemesi della storia ancorchè tardiva arriva sempre.