Lavoro, 274mila malati di cancro hanno perso il posto in Italia

Non esiste una legge sul “periodo di comporto”, il tempo entro il quale non si può licenziare chi è sottoposto a cure oncologiche, e negli ultimi 5 anni …

Non esiste una legge sul “periodo di comporto”, il tempo entro il quale non si può licenziare chi è sottoposto a cure oncologiche, e negli ultimi 5 anni sono già 85mila gli italiani mandati a casa. La denuncia del “Favo”.

No alle discriminazioni sul lavoro per i malati di cancro, sì invece a una legge che disciplini con esattezza il “periodo di comporto”, il tempo cioè entro il quale non si può essere licenziati, principalmente eliminando le differenze tra settore pubblico e privato e tenendo conto anche dei lavoratori autonomi, particolarmente discriminati.

Questo il messaggio lanciato dalla Favo (Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia), alla vigilia della “Giornata mondiale sul cancro”, in un focus sul lavoro per chi viene colpito da tumore. Per il 97% dei malati è importante continuare a lavorare, ma si può stimare che oltre 274mila hanno perso il lavoro tra licenziati, “dimissionati”, costretti a cessare l’attività oppure a lasciare il lavoro a seguito dell’insorgenza della malattia e di questi quasi 85mila solo negli ultimi cinque anni. Una proposta di legge del deputato Pd Vincenzo D’Arienzo vuole omogeneizzare il periodo di comporto per tutti i lavoratori dipendenti ed equiparare lavoratori pubblici, che hanno 36 mesi a disposizione, e il settore privato dove invece è una “giungla”, prevedere per le terapie salvavita un ulteriore periodo non retribuito con conservazione del posto di lavoro, prevedere per i lavatori autonomi iscritti alla gestione separata Inps l’aumento del periodo previsto di 61 giorni.

“Il lavoro aiuta a sopportare meglio i trattamenti, la perdita involontaria dell’occupazione o di giorni di lavoro rivela che si entra in una fase di non facile conciliazione lavoro e salute” spiega Elisabetta Ianelli, segretario generale Favo. “Non ho ancora calendarizzato la proposta di legge, aspettiamo un parere del ministero del Lavoro e di quello dell’Economia, che devono dare risposte sulle eventuali coperture e poi scaturiranno mosse successive” spiega però Cesare Damiano, presidente commissione Lavoro della Camera.

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