De Bortoli contro la “consorteria toscana”. Renzi “ha tenuto in ostaggio l’Italia, ora liberi Gentiloni”

L’Italia si è liberata da Renzi, ma ora tocca a Paolo Gentiloni dimostrare di essere autonomo rispetto all’ex premier. Ferruccio De Bortoli non risparmia un’aspra critica a Matteo …

L’Italia si è liberata da Renzi, ma ora tocca a Paolo Gentiloni dimostrare di essere autonomo rispetto all’ex premier. Ferruccio De Bortoli non risparmia un’aspra critica a Matteo Renzi nemmeno dopo la sconfitta, le dimissioni e il ritorno a Pontassieve. “Un bulimico – dice in una lunga intervista al Fatto Quotidiano – ha tenuto in ostaggio il Paese. Gentiloni dovrà dimostrare di essere autonomo da lui”.

L’ex direttore del Corriere della Sera si attende dal nuovo presidente del Consiglio “subito qualche gesto di discontinuità, anche nella composizione del suo Governo, che rafforzi il suo profilo istituzionale, la sua credibilità, anche all’estero. Certo se Luca Lotti resterà sottosegretario…” sarebbe una riedizione della “consorteria toscana”.

C’è un’ombra lunga di Renzi sul nuovo Governo.

“Ai renziani preme molto gestire la prossima tornata di nomine delle imprese pubbliche. Accelerarono la caduta di Letta, nel 2014, anche per questa ragione. Due piani paralleli di governo, con quello ombra gestito dal segretario del Pd, sarebbero dannosi per il Paese. Avremmo il cerchio magico con il suo potere intatto e il governo ridotto a un cerchio inutile. Ma penso che Gentiloni ci stupirà in positivo”.

Il Paese esce malconcio dalle urne, spiega De Bortoli.

“Esce un solo perdente. E nessun vincitore”

Il perdente è Matteo Renzi, che ora vuole ripartire dal 40% di Sì al referendum.

“Questo dimostra che il referendum, nel suo modo di pensare, aveva valenze che andavano al di là del merito. Era uno strumento per affermare il proprio potere, ottenere un viatico popolare, fare un bottino pieno e poi andare a incassare il premio alle elezioni. Renzi ha sbagliato la campagna elettorale, piegando la legge di bilancio a una serie di consensi da comprare per categorie”. […] Renzi si è impossessato totalmente della proposta di revisione costituzionale: agli occhi degli italiani la riforma è diventata la sua proposta […] Sarebbe utile che adesso arrivasse un’autocritica su tutti i comportamenti che abbiamo elencato. Invece no, assistiamo ad atteggiamenti indispettiti […] Renzi nella sua bulimia, nella sua visione tolemaica del potere per cui tutto ruota attorno a lui, ha preso in ostaggio la riforma che avrebbe dovuto consacrarlo […] Abbiamo perso tempo, ma non è stato a causa del No”.

Errori che sono stati anche nello sfidare il fronte del No sull’antipolitica.

“Non si è reso conto che dopo quasi tre anni di governo era lui il potere: non doveva usare i toni anticasta di Beppe Grillo. Così come ora non si può mettere nella stessa posizione di M5S e dire si vada al voto subito. È una dimostrazione di scarsa responsabilità istituzionale”.

Per Renzi questo stop può anche rivelarsi salutare, prosegue De Bortoli.

“Per Renzi questa è l’occasione di guardarsi allo specchio, riconoscere i propri errori, essere sincero. Può dimostrare di essere – se lo è – uno statista. Può farlo anche stando in seconda fila, anche favorendo la nascita di un governo che per forza deve avere un mandato pieno e una fiducia non a scadenza. Senza la tentazione di dirigerlo nei fatti, con una playstation dal Nazareno […] Deve capire che ora non è al centro della scena: Ha guidato un’auto – quella italiana, che magari ha le gomme sgonfie, ma non il motore inceppato – ed è uscito di strada. Ora non può dire me ne vado, è colpa vostra. La colpa è sua, lui ha fatto sbandare l’auto”.

A 42 anni, Renzi avrebbe dovuto tenere una visione lunga. E invece

“Qui rileva la visione del potere: Quella di Renzi è esclusiva ed escludente, come ha sostenuto Prodi. Di cui vorrei dire, per inciso: il suo Sì è stato il più forte No a Renzi. Giustificato in tal modo da mettere a nudo i limiti di una gestione vecchia del potere. Penso al cerchio magico, ai fedelissimi, a quella che chiamerò la “consorteria toscana” per citare Ernesto Galli della Loggia. Al premier ho sempre contestato non le idee, ma il modo di gestire il potere, a tratti perfino gretto”.

C’è poi una critica che De Bortoli rivolge al mondo dell’informazione.

“Interroghiamoci sul perchè tutti, negli ultimi giorni prima del voto, eravamo convinti che il Sì stesse recuperando posizioni. Forse questo segnala un’eccessiva vicinanza dei media al potere, che spaccia – non in modiche quantità – informazioni avariate, spiffera retroscena ad arte, come l’idea che Renzi volesse prendersi un sabbatico e lasciare la politica. Forse non abbiamo più i recettori giusti, forse chi fa informazione non sa raccontare il Paese perché frequenta troppo i palazzi e poco il popolo. È un’autocritica che dobbiamo fare, che devo fare anche io”.

Fonte: HuffingtonPost

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