Cancro: muore dopo aver cercato online cure alternative. Denunciata Baidu

Un caso che fa pensare, visto che sono molto numerose le persone che si auto-curano cercando diagnosi e medicine (tradizionali e alternative) usando il web. Il motore di …

Un caso che fa pensare, visto che sono molto numerose le persone che si auto-curano cercando diagnosi e medicine (tradizionali e alternative) usando il web. Il motore di ricerca Baidu, il Google della Repubblica popolare, ha perso quasi l’8 per cento al Nasdaq a seguito della decisione delle autorità cinesi ad aprire un’inchiesta sulla pubblicazione della pubblicità a pagamento che avrebbe portato il 21enne Wei Zexi a scegliere la cure sperimentali per una rara forma di cancro offerte dall’ospedale militare numero due di Pechino. Il ragazzo è morto. L’amministratore delegato Robert Li è stato convocato dalle autorità per la morte dello studente e la sua azienda ha bruciato 5,3 miliardi di dollari in un solo giorno. Baidu si è detto disponibile a fornire tutte le spiegazioni del caso e il dipartimento della clinica che aveva offerto le sue cure “ingannevoli” per oltre 25mila euro è stato chiuso ieri.

La polemica sui social media cinesi in verità va avanti da oltre un mese. Il 26 febbraio, prima di morire Wei Zexi, aveva raccontato la sua storia su Zhihu, un sito dove è possibile fare domande e riposte simile a Quora. La sua idea era quella di prevenire che altri, cercando una cura per il suo stesso male, cadessero nel suo stesso errore. Il 12 aprile sua madre aveva dato notizia del suo decesso sulla stessa pagina. Il web si è scatenato. L’hashtag #IncidenteWeiZexi ha collezionato oltre 18 milioni di visualizzazioni e 11mila commenti.

Non è infatti la prima volta che Baidu è stato accusato di anteporre i suoi guadagni alla salute dei cittadini. Il 30 per cento della sua raccolta pubblicitaria si basa su prodotti inerenti alla salute. E l’ospedale in questione era affiliato al cosiddetto “clan di Putian”, un gruppo di medici e imprenditori della provincia sudorientale del Fujian già noto per proporre ai pazienti dubbi e cari trattamenti per malattie veneree e problemi riproduttivi. A gennaio scorso, una polemica simile aveva infiammato il web. Il posto di moderatore di almeno una chat tematica tra malati di emofilia era stato venduto e i circa 5mila malcapitati partecipanti si erano trovati invasi da false informazioni e pubblicità ingannevoli. Allora come oggi gli internauti hanno lanciato una campagna per boicottare il motore di ricerca.

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