Cambiamenti climatici, inverno senza pioggia: danni da oltre 1 miliardo all’agricoltura

Il grido di allarme della Coldiretti per la siccità straordinaria che ha colpito i campi italiani: “Dopo il caldo fuori stagione, altri pericoli in vista con il brusco …

Il grido di allarme della Coldiretti per la siccità straordinaria che ha colpito i campi italiani: “Dopo il caldo fuori stagione, altri pericoli in vista con il brusco abbassamento delle temperature”.

Non solo disagi per la circolazione da Milano a Napoli, l’inverno senza pioggia rischia di presentare un conto salato da oltre un miliardo sulle tavole nel 2016 per l’effetto della siccità che colpisce il made in Italy agroalimentare. È quanto stima la Coldiretti sulla base delle esperienze del passato che evidenziano come la mancanza di scorte d’acqua nel periodo invernale si ripercuote pesantemente sui raccolti nella stagione produttiva.

“Gli agricoltori italiani – sottolinea la Coldiretti – temono che si ripeta il disastro del 2007 quando ad un inverno particolarmente siccitoso ha fatto seguito un pesante crollo dei raccolti. Ad essere colpita è l’intera Penisola anche se la situazione più grave si registra dal Piemonte alla Lombardia, dall’Emilia al Veneto per il bacino idrico del fiume Po dove si realizza il 35% della produzione agricola nazionale che è fortemente dipendente dalla disponibilità di acqua”. Se gli ortaggi invernali sono già in sofferenza, a preoccupare tra l’altro sono le prossime semine di mais e soia necessarie per l’alimentazione degli animali che producono latte per Grana e Parmigiano ma anche la ripresa vegetativa delle piante da frutta che senza acqua rischiano di perdere i fiori e di non fare frutti.

“Ora si teme anche – precisa la Coldiretti – il brusco abbassamento delle temperature dopo che il caldo fuori stagione ha sconvolto la natura facendo rigonfiare le gemme delle piante come in prefioritura o addirittura facendole fiorire anzitempo e rendendole quindi estremamente vulnerabili al freddo. Per non creare problemi la colonnina di mercurio deve scendere lentamente senza restare a lungo sotto lo zero mentre le precipitazioni non devono essere violente per poter essere meglio assorbite dal terreno. Una necessità per risollevare le scorte idriche nel terreno che sono al limite mentre manca anche la neve sulle montagne che rappresenta una importante risorsa.

È questo il risultato di un mese di gennaio caldo e secco con il 60% di pioggia in meno della media, dopo un dicembre che si è classificato come il meno piovoso da 215 anni con ben il 91% di precipitazioni in meno rispetto la media in un anno, il 2015, che è stato il più caldo di sempre con 1,42 gradi in più della media. Sul grande fiume Po sembra essere in estate con livelli idrometrici che sono inferiori di circa 2 metri rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, secondo le rilevazioni effettuate dalla Coldiretti a Pontelagoscuro a fine gennaio. La situazione – continua la Coldiretti – è grave anche nei laghi che a fine gennaio si trovano prossimi ai minimi storici del periodo con il lago Maggiore che è al 17% della sua capacità ed il lago di Como che è addirittura sceso al 12% mentre quello di Garda al 33%.

Secondo la Coldiretti bisogna intervenire subito, portando acqua ai laghi e alzando il deflusso minimo vitale per evitare rischi di desertificazione del territorio con gravi ricadute sull’economia agricola e sull’equilibrio ambientale.

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