Energia, ‘certificati bianchi’: prima operazione di monetizzazione in Italia

I “certificati bianchi” sono veri e propri titoli negoziabili, riconosciuti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE, controllato al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) a fronte delle …

I “certificati bianchi” sono veri e propri titoli negoziabili, riconosciuti dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE, controllato al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze) a fronte delle richieste delle aziende specializzate negli interventi di ‘efficientamento energetico’ imposti per legge a tutte le società italiane che distribuiscono energia elettrica e gas.

Questi certificati possono essere liberamente venduti ai grandi distributori di energia elettrica e gas a raggiungere ogni anno determinati obiettivi di risparmio energetico e per i quali l’acquisto dei titoli certifica la copertura della quota di risparmio eventualmente non conseguita.

I “certificati bianchi” sono negoziabili esclusivamente sul mercato telematico gestito dal GME, Gestore dei Mercati Energetici (facente capo anche esso al Ministero dell’Economia e delle Finanze).

Swiss Merchant Corporation, boutique di corporate finance di Lugano guidata da Francesco Caputo Nassettiha recentemente concluso la prima operazione in Italia di monetizzazione di “certificati bianchi”, ottenendo per una Energy Saving Company (ESCo) milanese operante nel settore dell’efficientamento energetico un sostanzioso anticipo sul portafoglio maturando di “certificati bianchi” del valore attuale di mercato di 14 milioni, attraverso un finanziamento bancario a medio termine.

Complessivamente in Italia gli operatori interessati al mercato dei “certificati bianchi” sono 1.790 società.

Dall’inizio (2006) al 28 febbraio 2017 sono stati riconosciuti 42.6 milioni di “certificati bianchi”. Solo nel secondo semestre dello scorso anno ne sono stati emessi 3.5 milioni, venduti sul mercato telematico del GME ad un prezzo medio di 169,02 euro, per un controvalore complessivo di circa 600 milioni di euro.

Attualmente il prezzo di un “certificato bianco” è di 207 euro: si tratta quindi di un business che vale diversi miliardi.

Un grande affare per le ESCo (Energy Service Company) che operano nell’efficientamento energetico, ma che essendo solitamente società di piccole dimensioni e a bassa patrimonializzazione possono incontrare difficoltà ad ottenere dalle banche finanziamenti anticipati sui futuri “certificati bianchi”, e sono quindi costrette a svenderli.

Per finanziare alle ESCo il valore dei futuri “certificati bianchi” c’è oggi la soluzione innovativa di Swiss Merchant Corporation.

“Il segreto della nostra operazione – afferma Caputo Nassetti, docente di Diritto Bancario all’Università di Ferrara e uno dei maggiori esperti in contratti derivati e crediti deteriorati – sta nello spostare l’approccio delle banche dal finanziato ai beni che si finanziano, i “certificati bianchi”, appunto”.

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