Ritirata di tutti mercati azionari

Gli indici delle borse europee hanno vissuto la giornata peggiore degli ultimi nove mesi, a causa delle vendite diffuse. I sell innescati dal fatto che nessuno si aspetta più rapidi tagli dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense.

I mercati azionari europei hanno vissuto la giornata peggiore degli ultimi nove mesi, a causa delle vendite innescate dal fatto che nessuno si aspetta più rapidi tagli dei tassi di interesse statunitensi.

Gli indici in Europa e Asia sono scesi bruscamente, dopo i forti cali di lunedì a Wall Street seguiti ai dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti da cui si ricava che la Federal Reserve potrebbe tagliare i tassi quest’anno meno di quanto si pensasse in precedenza.

Bond: niente tagli dei tassi. Rendimenti al 5%

L’indice regionale Stoxx Europe 600 è crollato dell’1,5%, registrando il calo giornaliero più consistente dallo scorso luglio.

Il FTSE 100 di Londra è crollato dell’1,8%, segnando anche il suo giorno peggiore in nove mesi, poiché i ribassi in Europa sono stati guidati da gruppi energetici, banche e titoli del settore minerario, che sono sovrarappresentati nell’indice ad alto contenuto di materie prime.

Il resto d’Europa ha aperto e chiuso la seduta in netto rosso (-1,65% il Ftse Mib, -1,4% il Dax, -1,5% il Cac 40)

L’indice di riferimento di Wall Street, l’S&P 500, ha chiuso in ribasso dello 0,2%, mentre il Nasdaq Composite, ad alto contenuto tecnologico, è scivolato dello 0,1%, dopo i cali più marcati rispetto alla sessione di negoziazione precedente. Venerdì e lunedì l’indice S&P 500 ha registrato la peggiore serie di due giorni consecutivi dalla crisi bancaria regionale del marzo 2023.

L’Hang Seng di Hong Kong, il Kospi della Corea del Sud e il Topix del Giappone hanno tutti perso più del 2%, mentre il CSI 300 della Cina è sceso dell’1,1%.

“Ciò sta sostanzialmente costringendo il mercato azionario a rendersi conto della realtà di meno tagli da parte della Fed”, ha affermato Emmanuel Cau, stratega di Barclays.

Le aspettative di minori tagli dei tassi da parte degli Stati Uniti hanno anche innescato un crollo delle valute dei mercati emergenti rispetto al dollaro, spingendo gli interventi delle banche centrali asiatiche, tra cui Indonesia e Corea del Sud.

Gli investitori ritengono che l’attacco iraniano contro Israele nel fine settimana abbia aumentato il timore che i mercati azionari si fossero ripresi troppo e troppo velocemente quest’anno.

“Il mercato è alla ricerca di una scusa per prendere una pausa e così noi abbiamo la tempesta perfetta”, ha affermato Florian Ielpo, responsabile macro di Lombard Odier Investment Managers.

“I rischi geopolitici stanno portando a un aumento dei prezzi delle materie prime e ciò si combina con le attuali ansie sull’inflazione e sui tassi di interesse. La performance da inizio anno è stata semplicemente troppo eccezionale per rimanere tale”, ha aggiunto.

I rischi di inflazione saranno al centro delle discussioni tra i policymaker alle riunioni primaverili della Banca Mondiale e del FMI a Washington questa settimana, in particolare dopo i forti aumenti dei prezzi delle materie prime nelle ultime settimane in mezzo ai timori di un’interruzione dell’offerta innescata dal conflitto tra Israele e Iran.

I trader avevano già tagliato le loro scommesse sui tagli dei tassi da parte della Fed la scorsa settimana dopo che i dati ufficiali avevano mostrato un aumento del 3,5% dei prezzi al consumo per l’anno fino a marzo, in aumento rispetto al 3,2% di febbraio e superiore alle aspettative.

Gli investitori ora si aspettano uno o due tagli dei tassi della Fed quest’anno dall’attuale massimo di 23 anni del 5,25 al 5,5%, rispetto alle aspettative di almeno sei all’inizio del 2024.

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