The Regime – Il Palazzo del Potere

Kate Winslet interpreta un dittatore malvagio nella nuova miniserie tv in 6 puntate. Ma rifiuta il paragone con Putin. La 'dark comedy' in streaming su Sky e Now Tv.

The Regime – Il Palazzo del Potere in arrivo su Sky e in esclusiva su Now dal 4 marzo è una serie ambientata in un Paese europeo immaginario alle prese con un regime autoritario che ha iniziato a perdere potere e degenerare.

Il premio Oscar Kate Winslet veste i panni di un personaggio molto particolare, una cancelliera all’apparenza autoritaria ma dai modi eccentrici, rigidi e anche un po’ goffi nel dietro le quinte. In questa miniserie in sei puntate targata Hbo la vediamo recitare al fianco di Hugh Grant, insieme sullo schermo per la prima volta in 30 anni, un dark comedy, pungente politica con una satira grottesca, scritta da Will Tracy, già sceneggiatore di The Menu e Succession, ed è diretta da Stephen Frears (The Queen, A Very English Scandal) e Jessica Hobbs (Broadchurch, The Crown).

Di che cosa parla?

Narra un regno inesistente e surreale come lo sono i dialoghi e i personaggi i vestiti sgargianti. La serie racconta un anno tra le mura del palazzo di un moderno e fittizio regime autoritario europeo.

La trama ruota appunto attorno a un fittizio paese dell’Europa centrale (molti leggono analogie e allusioni con Putin) dove vige una stringente autocrazia, focalizzata sulla figura di una potente Cancelliera, Elena Vernham (molti leggono analogie e allusioni con Giorgia Meloni), interpretata appunto da Winslet, che però si trova minacciata da un dissenso interno sempre più forte. Tra le mura di questo palazzo, mentre tutto il sistema politico inizia a scricchiolare. Entra in scena il caporale Herbert Zubak (noto al popolo come “il macellaio”) che le fornisce un’improbabile stampella emotiva.

È importante ricordare che è una satira, una commedia, dice Kate Winslet, su un piccolo paese immaginario con un dittatore immaginario. Ci avrebbe limitato se avessimo dovuto attenerci a paesi e leader reali. In questo modo la fantasia poteva volare più liberamente.

Elena finisce per entrare in conflitto con il mondo esterno, soprattutto a causa del grande giacimento di cobalto del paese, che spinge sia gli Stati Uniti che la Cina a fare le loro promesse politiche ed economiche a livello nazionale.

Quando Elena permette che il paese vicino venga invaso e si rifiuta di chiamarla invasione, l’idea è ovviamente nella direzione di Vladimir Putin, ma chiunque spera di pompare Winslet con alcune citazioni incisive sul despota russo andrà bene. Winslet e il creatore della serie Will Tracy (che intervisteremo più tardi quel giorno) sono entrambi chiaramente riluttanti a tracciare paralleli diretti con i regimi della vita reale.

L’americano Will Tracy, esperto dispensatore di satira e dramma (thriller culinario “Il menu”, alcuni episodi della serie di successo “Succession”) dice più o meno la stessa cosa, ma alla fine entra comunque nella vera geopolitica. Parla di come le grandi potenze hanno sempre approfittato dei piccoli paesi vicini, ma che ora sono diventati più globali, ad esempio con la Cina che ha interessi economici in Montenegro (in connessione con il grande progetto stradale “One Belt, One Road” ) e che le potenze occidentali stanno cercando di interferire in tale processo. Proprio come nella serie.

Assunto inizialmente come controllore dell’indice di gradimento del Cancelliere, finisce per iniziare con lei una turbolenta storia d’amore. The Regime è un affresco satirico fondato su un umorismo cupo e feroce, con un cast memorabile a cominciare da Kate Winslet e una scrittura pungente, piena di riferimenti al mondo reale e così attuale da fare paura.

Accanto alla tempesta sentimentale, Elena Vernham si ritrova ad affrontare anche dei venti contrari della politica. Il regime è assediato da proteste in piazza su larga scala, scatenate dalla sua incarcerazione del leader dell’opposizione Hugh Grant. Inoltre, la protagonista deve anche gestire le pressioni esterne degli Stati Uniti, un attrito geopolitico che probabilmente non avrà un lieto fine.

 

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