BCE, scandalosa valanga di soldi alle banche (€1,3 trilioni). E ai cittadini zero

Nuova mano di prestiti TLTRO a tassi negativi da Eurotower perchè il sistema bancario presti all'economia reale (ma non accade mai). A Unicredit e Banca Intesa oltre 130 miliardi.

(WSC) ROMA – L’ennesima pioggia di soldi sulle banche, che non lo meritano perchè – come si è visto nel caso dei 25.000 euro previsti dal decreto rilancio – prestano niente, poco e male alle imprese. La Banca Centrale Europea perpetua insomma gli sbilanci monetari e di policy – soldi alle banche e non ai cittadini – elargendo in una sola tornata a 742 banche europee una cifra senza precedenti, per un totale record di 1.310 miliardi di euro.

Si tratta di soldi che saranno ricevuti dagli istituti che hanno partecipato all’asta TLTRO III, ossia le operazioni di rifinanziamento più a lungo termine a tassi estremamente favorevoli (sotto lo zero, tassi negativi – vedi sotto) varate dalla BCE per fronteggiare l’emergenza Covid.

Lo comunica la Banca Centrale Europea che ha pubblicato i risultati della nuova edizione dei prestiti disposti dall’Eurotower per incentivare il sostegno del sistema bancario all’economia reale.

Alle banche italiane sono andati in questa tornata oltre 178 miliardi.

Nelle tre precedenti aste Tltro III il primato precedente per una singola asta era di 529 miliardi, registrato nel 2012.

La parte del leone in Italia la fanno le due banche a rischio sistemico: Unicredit e Banca Intesa.

Unicredit ha ottenuto 94,3 miliardi di euro a livello di gruppo, Banca Intesa SanPaolo 35,8 miliardi.  Tra le altre banche, Banco Bpm ha ottenuto 22 miliardi, Bper 14 miliardi e Ubi Banca 12 miliardi.

I cinque istituti italiani nel complesso hanno incassato dalla Bce 178 miliardi di euro.

UniCredit conferma di aver ottenuto, nell’asta odierna TLTRO III della BCE, l’assegnazione di 94,3 miliardi di euro a livello di Gruppo in linea con l’importo massimo richiedibile.

Nello specifico, il totale delle operazioni è ripartito in 51,3 miliardi a UniCredit Spa, 25,7 miliardi a UniCredit Bank AG, 15,4 miliardi a UniCredit Bank Austria AG e 1,9 miliardi alle banche della CEE.

Il Gruppo specifica in una nota che le operazioni in essere del TLTRO II, pari a 50,7 miliardi di euro, saranno rimborsati entro fine mese.

La partecipazione al TLTRO – conclude la nota – ha lo scopo di supportare i clienti del Gruppo UniCredit.

Tra gli istituti che hanno partecipato c’è anche Intesa Sanpaolo che ha chiuso l’operazione con un ammontare di circa 35,8 miliardi di euro, portando così il totale del finanziamento TLTRO III a circa 70,9 miliardi di euro, nell’ambito di un importo massimo richiedibile che – a seguito dei provvedimenti emanati da Francoforte nel mese di marzo – è aumentato a circa 90,2 miliardi di euro.

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Il rendimento del Btp decennale è sceso in velocità dall’1,417% all’1,386% dopo l’esito della maxi asta di liquidità della Bce alle banche europee. E’ stato il Tltro III più grande della storia, in risposta alla crisi pandemica. La Banca centrale europea ha assegnato rifinanziamenti complessivi per 1.308,43 miliardi di euro, con scadenza a tre anni.

La Bce ha quindi collocato 1.308,4 miliardi in scadenza il 28 giugno 2023. Le richieste sono arrivate da 742 istituti di credito. Il tasso d’interesse sulla liquidità varierà fino a un minimo del -1% in base al quantitativo dei fondi che sarà utilizzato per prestiti all’economia reale, mutui esclusi.

“Si tratta di una spinta significativa al finanziamento bancario, fornita a un costo negativo, che può essere utilizzata per sostenere i prestiti e la ripresa”, hanno commentato gli analisti di Morgan Stanley.

Si tratta di “una cifra sbalorditiva“, secondo gli economisti di Nordea, che calcolano che l’iniezione di liquidità netta è stata di 548 miliardi di euro.

“La buona notizia è che la grande richiesta di fondi implica che le banche si aspettano di mantenere la loro attività di prestito e quindi sostenere l’economia reale, che era l’obiettivo principale della Bce con i termini molto favorevoli di questa serie di Tltro”, concludono gli economisti di Nordea.

L’operazione giungerà a compimento nel giugno 2023, ma le banche avranno la possibilità di rimborsare i prestiti ricevuti nel frattempo all’inizio di settembre 2021. Fino a giugno 2021, il costo del finanziamento può arrivare fino al -1%, mentre il tasso meno favorevole sarà del -0,5%, lo stesso livello del tasso di deposito della Bce.

Gli analisti di  Unicredit avevano previsto una richiesta da parte delle banche di 900-1.200 miliardi di euro considerando i rimborsi anticipati del Tltro II lo scorso venerdì (214 miliardi di euro), la scadenza del Tltro II (circa 160 miliardi di euro) e il Tltro “ponte” (390 miliardi di euro).

Per gli esperti, un assorbimento lordo (significativamente) superiore a 1.200 miliardi di euro “sarebbe probabilmente positivo per il sentiment del mercato e per i tassi a breve termine”, in particolare la parte breve della curva dei Btp, che offrirebbe a sua volta una buona opportunità per il parcheggio di liquidità e per il carry trade (si prende a prestito il denaro al -1% e si gira pro tempore, in vista dell’erogazione dei prestiti, in Btp, quelli a 10 anni, per esempio, rendono l’1,4%).

Inoltre, indipendentemente dall’esito del Tltro  III, l’estremità molto corta della curva dei Btp è sostenuta in giornata dal riacquisto da parte del Mef del Btp 0,20% con scadenza ottobre 2020, del Btp Italia 1,25% di ottobre 2020 e del Btp 0,65% di novembre 2020 utilizzando l’eccedenza di liquidità disponibile sul conto del Tesoro.

In particolare, tutti i titoli che verranno riacquistati giungono a scadenza quest’anno. Questo sarà il secondo programma di riacquisto effettuato dall’Italia da gennaio. Nel precedente, il Tesoro aveva fatto buyback per 1,95 miliardi di euro di Btp con scadenza tra il 2022 e il 2025.

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