Alert: slitta il Recovery Fund, i ‘frugali’ Ue non si fidano dell’Italia

Angela Merkel sta per getta la spugna. Ungheria, Polonia, Austria, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia, Belgio e Lussemburgo chiedono più condizioni per erogare i fondi. Decisivo il vertice Ue di oggi.

(WSC) ROMA – Si fa presto a dire Recovery Fund. Un po’ più complicato è tradurre l’accordo politico raggiunto a luglio dai 27 leader nei relativi testi giuridici, passaggio indispensabile per poi consentire alla Commissione di emettere obbligazioni e trasferire le risorse alle capitali. In questi giorni stanno riemergendo le vecchie tensioni e i soliti disaccordi. E così ieri l’ambasciatore tedesco presso l’Ue ha avvertito che un ritardo sarà «molto probabilmente inevitabile». Per questo l’Italia lavora alle contromosse con un’offensiva che punta a snellire l’iter burocratico del “Next Generation EU”. Con la nota di aggiornamento al Def da approvare e la legge di Bilancio da scrivere, Roma non può permettersi uno slittamento dei pagamenti.

Lasciata alle spalle la pausa estiva, è ricominciata la battaglia tra i governi sul dossier che a luglio aveva visto i leader Ue impegnati in cinque giornate consecutive di negoziati. Tra i protagonisti del contenzioso ci sono certamente Polonia e Ungheria, che respingono le condizionalità legate al rispetto dello Stato di diritto. Ma nelle ultime ore si registrano grandi «movimenti sospetti» dei Frugali (Paesi Bassi e Finlandia in primis), partiti di nuovo all’attacco per sabotare il maxi-piano da 750 miliardi con un obiettivo chiaro: giocare al rinvio.

Per il governo italiano, in questo partita il tempo è veramente denaro. E così è iniziato un pressing diplomatico a Bruxelles per cercare di rendere più veloce l’esborso dei fondi. Il terreno di gioco è il regolamento che definisce il processo di governance del “Next Generation Eu”, con Roma che vuole snellire la procedura prevista per il monitoraggio delle spese (necessaria per approvare il pagamento delle rate). Ma il tentativo si è subito scontrato, guarda caso, con le resistenze dei Frugali. Una soluzione definitiva su questo punto ancora non c’è e spetterà ai ministri delle Finanze sbrogliare la matassa durante la riunione dell’Ecofin prevista per martedì 6 ottobre.

L’intesa di luglio aveva stabilito che ogni piano nazionale dovrà essere approvato dalla Commissione (entro otto settimane) e dal Consiglio (entro quattro settimane). Ma non solo: il testo del Recovery prevede anche ulteriori valutazioni per autorizzare tutti i successivi pagamenti. Il via libera spetta alla Commissione che «deve chiedere il parere del comitato economico-finanziario (formato dai governi, ndr)». Su questo punto è in corso un tira e molla tra l’Italia (sostenuta dagli altri Paesi del Sud) e l’Olanda. I mediterranei, per accelerare i tempi, vogliono che la valutazione della Commissione e quella del comitato economico-finanziario procedano in contemporanea. E che quella di quest’ultimo sia “non vincolante”. L’Aja si oppone e preme per una valutazione consequenziale: prima si esprime la Commissione, ma poi i governi devono dare l’ok.

Al tavolo con i colleghi europei, Roberto Gualtieri troverà anche un’altra grana. L’Italia vuole eliminare dal regolamento della “Recovery and Resilience Facility” qualsiasi riferimento alle raccomandazioni relative agli aggiustamenti di bilancio e alle procedure per squilibri macroeconomici. Per gli olandesi e gli austriaci non se ne parla: il riferimento ai conti in ordine deve esserci, sostengono, a maggior ragione ora che il Patto di Stabilità e crescita è sospeso.

Ieri la presidenza tedesca ha incassato il mandato negoziale per portare al tavolo con il Parlamento europeo la sua proposta di compromesso sullo Stato di diritto. Berlino ha ottenuto la maggioranza qualificata, ma ben nove Paesi si sono schierati contro: Ungheria e Polonia da un lato, Austria, Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Finlandia, Belgio e Lussemburgo dall’altro, con motivazioni opposte. I negoziati con l’Europarlamento (che chiede anche di incrementare le risorse del bilancio) non saranno affatto semplici, ma fonti diplomatiche spiegano che il vero problema è interno al Consiglio. Perché è vero che per il mandato negoziale bastava la maggioranza qualificata, ma poi tutti i Paesi dovranno essere d’accordo per far partire il lungo iter delle ratifiche nazionali. Ne basta uno per bloccare tutto.

Fonte: La Stampa

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4 commenti

  1.   

    Caro peter  vigeva allora la frase mille e non più mille nel senso che dopo l anno 1000 non ci sarebbe stato più nulla ed in effetti s sembrava così. Poi abbiam avuto l umanesimo e il rinascimento. Vero che abbiam avuto pure il 5 stelle ma vende ai sopravviveremo o almeno sopravviveranno

  2.   

    Ho iniziato a leggere l’ultimo libro di Ken Follet, ” Fu sera e fu mattina” che interessa il periodo intorno all’anno 1000. I pilastri della terra, precedente e primo della serie é successivo come periodo (1100) ma la solfa non cambia. Fame, fame e poi ancora fame e la chiesa ricca, ricca e ancor più ricca. Se volessimo fare un paragone potremmo tranquillamente dire che noi siamo sistemati anche peggio perchè non siamo abituati ad andare a letto con la pancia vuota e magari per giorni e giorni…Noi da almeno un 50ennio viviamo sui debiti e i nostri politici non vedono l’ora di mettere le mani sui 209miliardi del recovery fund. Ma quando arriveranno? Scommettiamo che non li vedremo nemmeno nel 2021?Le nazioni che si oppongono al “prestito monstre” cominciano ad aumentare e la storia e le norme stabiliscono che basta una sola contraria e siamo fottuti. Con tutto ciò che sta succedendo vediamo se possibile di salvare almeno la Sanità, prendiamo questi soldi, amministriamoli bene (grosso punto di domanda) e vediamo di fare qualcosa di positivo. Restituiamo a Cesare (la Sanità) quel che è di Cesare, visto che negli ultimi 20 anni la Sanità è stata la più tartassata in assoluto. Le formiche e i pidocchi al Cardarelli di Napoli ne sono solo un esempio, non credi robyuan?
    Mi siedo sul greto del fiume e aspetto… il m5stalle ne fa una questione di principio, pura demagogia, vediamo quando calerà le braghe come ha già fatto con tutte le sue brillanti contestazioni e iniziative passate. L’elenco? Troppo lungo, ve ne esento.
     

    Originariamente inviato da robyuan: Sul mes ero contrario perche pur essendo tutti debiti i finanziamenti europei, cioe debiti nostri e non regali eu era piu corretto che ad investirli fossero i nostri governanti e non l europa . Ma ora che abbiam accettato le regole eu il MES va preso anche perche la meta soon soldi da noi già versati. Poi qualcuno dira meno male che c e l europa che ci controlla perche non si fidan dell italia e a mio avviso anche a ragione ma la colpa é tutta e solo nostra
     

    Originariamente inviato da peter pan: Chi lo sa, magari qualche ragazzino dei 5stalle potrà avvisare i grandi strateghi che siedono ai posti di comando che è il caso di pensare meglio ai 36miliardi del Mes, perchè il recovery capace che lo ricoverano. Sì, OK, ma dove sono i grandi strateghi?

     

     

  3.   

    Sul mes ero contrario perche pur essendo tutti debiti i finanziamenti europei, cioe debiti nostri e non regali eu era piu corretto che ad investirli fossero i nostri governanti e non l europa . Ma ora che abbiam accettato le regole eu il MES va preso anche perche la meta soon soldi da noi già versati. Poi qualcuno dira meno male che c e l europa che ci controlla perche non si fidan dell italia e a mio avviso anche a ragione ma la colpa é tutta e solo nostra

    Originariamente inviato da peter pan: Chi lo sa, magari qualche ragazzino dei 5stalle potrà avvisare i grandi strateghi che siedono ai posti di comando che è il caso di pensare meglio ai 36miliardi del Mes, perchè il recovery capace che lo ricoverano. Sì, OK, ma dove sono i grandi strateghi?

     

  4.   

    Chi lo sa, magari qualche ragazzino dei 5stalle potrà avvisare i grandi strateghi che siedono ai posti di comando che è il caso di pensare meglio ai 36miliardi del Mes, perchè il recovery capace che lo ricoverano. Sì, OK, ma dove sono i grandi strateghi?