Borsa Milano -11,17%. A New York Dow Jones chiude -7,8%, peggior crollo dal 2008

Al New York Stock Exchange un calo di 2018 punti per il DJIA: maggiore perdita in punti di sempre. Entrano in funzione i circuit breakers: stop alle contrattazioni per 15 minuti per eccesso di ribasso. Il rendimento dei T-bond in picchiata a 0,42%.

ore 21:15

Si chiude in forte calo la peggiore giornata a Wall Street dalla crisi finanziaria del 2008, a causa della guerra del petrolio scoppiata tra Arabia Saudita e Russia e dell’aumento delle preoccupazioni per la diffusione del coronavirus.

Il Dow Jones ha perso 2.018,43 punti, il 7,8%; l’S&P 500 ha ceduto 226,41 punti, il 7,62%; il Nasdaq ha lasciato 624,94 punti, il 7,29%. I timori avevano portato alla sospensione delle contrattazioni per 15 minuti, subito dopo l’apertura, quando lo S&P 500 era sceso di 7 punti percentuali, facendo salire l’indice Vix sulla volatilità ai massimi dalla crisi finanziaria del 2008.

Le forti preoccupazioni hanno spinto gli investitori verso i beni rifugio: i rendimenti del decennale sono tornati sopra lo 0,4%, dopo essere scesi allo 0,318%, minimo storico, mentre il trentennale è sceso per la prima volta sotto lo 0,9% in giornata, tornando poi sopra l’1%.

Il petrolio Wti ha chiuso in ribasso del 24,6% a 31,13 dollari al barile, ai minimi degli ultimi quattro anni. Si tratta della seconda peggiore giornata della storia per il Wti, da quando nel 1983 ha cominciato a essere quotato al Nymex, dopo il 17 gennaio del 1991, quando scoppiò la guerra del Golfo.

***

Giornata da dimenticare per Piazza Affari: l’indice Ftse Mib ha chiuso in calo dell’11,17% a 18.475 punti, dopo un minimo di giornata a quota 18.346. Si tratta del secondo maggiore ribasso in una sola seduta dalla nascita dell’indice nel 1998 dopo quella successiva al referendum sulla Brexit del 24 giugno 2016.

Era dall’ottobre 2008, nel pieno della crisi scatenata dal fallimento di Lehman Brothers, che le Borse europee non subivano un crollo paragonabile a quello di oggi. La paura del coronavirus ha fatto sprofondare l’indice Stoxx Europe 600, rappresentativo dei principali titoli del Vecchio Continente, del 7,4%, superando il calo del 7% segnato con la Brexit e avvicinandosi al -7,5% del 10 ottobre 2008. Le Borse di Milano, Londra, Parigi e Madrid, Francoforte sono entrate in una fase di ‘bear market’, cioè di Orso.

Wall Street crolla e chiude la sua peggiore seduta dal dicembre 2008. Il Dow Jones ha perso il 7,83%, in quella che è la sua maggiore perdita di sempre in termini di punti.

Lo spread tra Btp e Bund chiude a 227,8 punti base, il livello più alto da agosto scorso (contro i 178 della chiusura di venerdì). Il rendimento del decennale del Tesoro è all’1,48%.

Wall Street prosegue negativa. Il Dow Jones perde il 6,41% a 24.210,85 punti, il Nasdaq cede il 5,32% a 8.125,97 punti mentre lo S&P 500 lascia sul terreno il 5,90% a 2.797,18 punti.

Cocktail micidiale per le Borse di tutto il mondo. Da una parte l’emergenza Coronavirus che non risparmia più nessun Paese con un boom di contagi in Europa e, dall’altra, la caduta del petrolio dopo il mancato accordo all’Opec+ con l’Arabia Saudita che, sfidando la Russia, ha deciso di aumentare la produzione e di tagliare i prezzi. In difficoltà interi stati come la Nigeria, il Venezuela e l’Iraq, le cui finanze pubbliche sono fortemente dipendenti dai proventi delle vendite petrolifere.

Il greggio accusa il peggior crollo dalla guerra del Golfo del 1991. I rendimenti dei titoli di Stato americani crollano con la fuga ai beni rifugio con le quotazioni dell’oro che salgono a 1.700 dollari l’oncia, ai massimi dal 2012. Con lo yen che si è rafforzato toccando il massimo dal 2016 è crollata Tokyo (-5,07%). Il Giappone peraltro ha rivisto al ribasso il pil del quarto trimestre mentre il governo e la banca centrale (Boj) sono pronti ad intervenire per garantire la stabilità del sistema finanziario. Tra i listini asiatici non è andata meglio a Seul (-4,19%) con la Corea del Sud che ha passato all’Italia il triste primato del contagiati dall’epidemia alle spalle della Cina.

Tonfo anche per Hong Kong (4,23%), Shanghai (-3,01%) e Shenzhen (-3,79%). Panico che non ha risparmiato le Borse europee con flessioni medie in avvio intorno all’8 (a metà giornata (Francoforte -6,4%, Parigi -6,6%, Londra -6%). La peggiore Milano con il Ftse Mib (che è arrivato a cedere quasi l’11%) sui minimi da 14 mesi, impallata dalle vendite in avvio con il listino in asta e crolli teorici a doppia cifra. Sul listino che a metà giornata cede il 9,5% a 18.800 punti. Si tratta del peggior ribasso dal tonfo del 12,48% segnato dal listino milanese il 24 giugno 2016 all’esito del referendum sulla Brexit. Non si salva nessuno con Eni che perde il 16,96%, Saipem il 19,6 e Tenaris (-16,5%) col crollo del greggio ch perde oltre il 20%, seguiti dai finanziari mentre lo spread Btp Bund è volato a 210 punti. Unicredit e Azimut cedono oltre il 13%, Banco e Poste il 12%, Atlantia l’11%. (Ansa)

17:30

Avvio di settimana da incubo per il listino milanese. Causa la diffusione del Coronavirus, e le conseguenti misure emergenziali approvate dall’esecutivo, il paniere principale del listino milanese, il Ftse Mib, ha chiuso la prima seduta dell’ottava con un calo dell’11,17% a 18.475,91 punti. Per la BORSA di Milano si tratta della peggior seduta dal giugno 2016 (quando la vittoria del ”leave” nelle elezioni britanniche aveva provocato un rosso di 12 punti percentuali). A potenziare l’effetto negativo del virus sui mercati è stata la performance del greggio, che si è trovato a fronteggiare il calo peggiore dal 1991 (-19,15% a 36,5$/barile). Dopo il nulla di fatto del meeting Opec+, l’Arabia Saudita ha messo in campo un incremento della produzione che ha provocato un tonfo dei prezzi.

In questo contesto sono iniziate a circolare le voci, subito smentite da BORSA Italiana e dalla Consob, di una possibile chiusura di Piazza Affari. ”Le decisioni prese dal Governo negli ultimi giorni rientrano in una logica coerente, incentrata sul contenimento dell’epidemia COVID-19 e delle sue ricadute sulla salute degli italiani, sul sistema sanitario nazionale e sull’economia”, riporta una nota emessa dal Tesoro. Il Governo è convinto ”che, con un’azione vigorosa e tempestiva di contenimento e prevenzione e aumentando la conoscenza del fenomeno da parte dei cittadini, sia possibile abbassare il numero di contagi e ridurre la durata della fase più acuta dell’epidemia”. Gli interventi di politica economica che sono in fase di definizione saranno ”vigorosi ma commisurati alle esigenze e limitati nel tempo”.

Sul paniere principale della BORSA di Milano spiccano le vendite sugli energetici: Eni ha perso qualcosa come 20,85 punti percentuali, Saipem è scesa del 21,5% e Tenaris ha segnato un -21,39%. Nel comparto auto Pirelli ha limitato le perdite scendendo del 4,37%, Fiat Chrysler ha segnato un -10,8% e Ferrari ha lasciato sul parterre il 7,63%. Alla luce del provvedimento del Governo che introduce misure di prevenzione più cautelative per i territori più colpiti dall’epidemia di COVID19, la casa di Maranello ”ha messo in atto tutte le misure richieste per consentire al proprio personale di svolgere l’attività lavorativa nelle migliori condizioni possibili e pertanto conferma al momento la propria continuità operativa”. Ma a questo punto si deve tenere presente anche l’impatto del Coronavirus sulla catena produttiva: ”detta continuità non può presc

indere da quella dei nostri fornitori, con i quali siamo in costante contatto”. Nel giorno dei conti, Brembo (-8,42%) ha precisato che, per il momento, ”la produzione italiana non ha subito impatti” dal Coronavirus mentre gli stabilimenti cinesi di Nanchino e Langfang, ”dopo un periodo di chiusura supplementare rispetto a quanto già previsto per le festività del capodanno cinese, hanno gradualmente riavviato la produzione tra il 14 e il 17 febbraio”. Il 2019 della società bergamasca si è chiuso con un utile netto di 231,3 milioni di euro, -3% rispetto a un anno prima, e un fatturato di 2,59 miliardi di euro, -1,8% nel confronto tendenziale. L’incremento di oltre 40 punti messo a segno dallo spread, salito in quota 225 punti base in scia dell’aumento del rischio Italia e della crescita della domanda di bond tedeschi, ha messo in ginocchio il comparto bancario: UniCredit ha perso il 13,44%, Ubi Banca il 12,54%, Intesa Sanpaolo l’11,49% e Banco BPM il 14,34%.

ore 14:51

Gli scambi azionari hanno ripreso dopo uno stop di 15 minuti, e gli indici fanno segnare S&P 500 in calo -7.3%, il Nasdaq -7.2%, e il Dow Jones in ribasso -7.9%. Poi è intervenuto qualche ordine di acquisto e gli indici si sono leggermente ripresi, in media intorno a -5,1%.

Il petrolio perde -20.1% a $32.75. L’oro segna un rialzo di appena 0.45% a $1,680.

Il rednimento del titolo del Tesoro Usa a 10 anni -year è in calo 28 punti base a 0.49%.

Fa impressione il crollo verticale di tutte le società del settore energetico e di estrazione del petrolio, come se un’era fosse finita. Schlumberger, Halliburton e Marathon Oil sono schiacciarte da un’ondata di sell e perdono circa -40%.

ore 14:30

All’apertura della Borsa di New York gli indici S&P 500, Dow Jones e Nasdaq sono tutti in calo -7%. Il Dow Jones perde 1.800 punti, lo S&P 500 crolla 200 punti, il Nasdaq 600. Subito dopo i primi secondi di scambi in apertura sono scattati gli stop automatici al New York Stock Exchange e al Nasdaq per eccesso di ribasso, per cui le borse americane hanno tutte sospeso le contrattazioni.

I circuit breakers non entravano in funzione dal 14 settembre 2008, giorno del fallimento di Lehman Brothers che avviò la Grande Crisi finanziaria.

Il primo stop entra in funzione con un calo di  -7% (il che è appena avvenuto), il secondo è previsto, sempre dai sistemi computerizzati, quando il crollo tocca -13% e il terzo ed ultimo stop scatta quando gli indici perdono -20%, in questo caso la borsa viene chiusa e il trading sospeso.

ore 12:20

I futures sui titoli del Tesoro Usa a 30 anni sono in forte rialzo, + 6,4% rispetto alla chiusura di venerdì. Di conseguenza il rendimento dei T-bond  trentennali è sceso prima fino allo 0,7%. No, non è un refuso. Il rendimento del Tesoro a 10 anni è sceso dello 0,36%, in calo di oltre 40 pb dalla chiusura di venerdì e in questo momento si attesta alla soglia mai vista prima di 0,426%.

Nel frattempo, in Germania i rendimenti del bund decennale sono crollati al -0,85%. È possibile che i trader stiano usando le obbligazioni per compensare le posizioni azionarie, data la loro incapacità di far fronte ai futures su azioni a causa delle interruzioni delle negoziazioni del CME.

I futures su azioni rimarranno bloccati fino all’apertura di -5% o fino a quando non saranno scambiati in rialzo. I futures Euro Stoxx, non vincolati dai limiti di negoziazione, sono in calo del 9,9%.

ore 11:48

Piazza Affari resta sotto pressione con l’indice Ftse Mib che, dopo aver toccato un ribasso dell’11% nella prima parte della mattinata, segna un calo del 9,5% a 18.800 punti riportandosi sui valori di gennaio 2018. Si tratta del peggior ribasso dal tonfo del 12,48% segnato dal listino milanese il 24 giugno 2016 all’esito del referendum sulla Brexit.

Maggior crollo di sempre a Piazza Affari: -12,48%. Peggio di Lehman e 11 settembre

A guidare lo scivolone sono i petroliferi Saipem (-18,6%), Eni (-16,9%) e Tenaris (-16,5%) col crollo del greggio che ora perde oltre il 20%, seguiti dai finanziari mentre lo spread Btp Bund è volato a 210 punti. Unicredit e Azimut cedono oltre il 13%, Banco e Poste il 12%, Atlantia l’11%. Meno drammatica la flessione dei farmaceutici Diasorin e Recordati (-4,5% entrambi) con quest’ultima che ha ottenuto il via libera negli Usa a un proprio farmaco.

La situazione di incertezza legata alla guerra dei prezzi del petrolio fra Arabia e Russia e il panico per la inarrestabile espansione del coronavirus piegano anche le altre Borse europee con ribassi superiori al 6% a Parigi, Londra e Francoforte.

ore 11:00

Si preannuncia un lunedì nero sui mercati americani. I Futures S&P500, Dow Jones e Nasdaq sono stati sospesi verso le 2 di notte ore di New York per eccesso di ribasso. Gli organi di controllo della borsa hanno fatto scattare i ‘circuit breakers’, quando il crollo del prezzo ha superato per tutti e tre i maggiori indici un ribasso di -5,0%

ore 10:39

Apertura da tracollo per Piazza Affari con il Ftse Mib che questa mattina e’ arrivato a perdere oltre l’11%. L’indice ha poi riguadagnato un paio di punti, dopo la comunicazione del Mef sull’impegno del governo a mantenere i conti in ordine e l’annuncio di provvedimenti vigorosi in tempi rapidi per sostenere l’economia. Attualmente il Ftse Mib e’ attestato a – 8,43%. Oltre all’emergenza coronavirus a pesare sui listini la cosiddetta ‘guerra del petrolio’, con il prezzo del barile ancora in calo dopo la decisione dell’Arabia Saudita di non limitare la produzione e l’attesa di un ulteriore abbassamento dei prezzi. Penalizzati i titoli del comparto. Si segnalano per eccesso di ribasso alcuni titoli che non sono entrati in contrattazione e altri ritirati. Sul piano dei titoli pubblici, il differenziale tra Btp e Bund tedeschi e’ arrivato a toccare quota 230, e ora e’ ridisceso a 196.

ore 10:25

Raffica di sospensioni a Piazza Affari dopo le nuove severe misure adottate in Italia per contenere la diffusione del coronavirus e sulla scia del crollo del prezzo del petrolio. Sul Ftse Mib, in flessione del 9,70% a 18.777 punti, risultano attualmente sospese dalle contrattazioni Azimut, Banco Bpm, Cnh Industrial, Fca, Leonardo, Mediobanca, Moncler, Prysmian, Saipem, Tenaris e Unicredit. (Mba/Adnkronos)

***

ore 10:00

L’indice Ftse Mib segna un calo di -11,1%, sotto i 19.000 punti, a quota 18.470.

Iniziano a fare prezzo i maggiori titoli del Ftse Mib alll’interno di una Piazza Affari sotto shock dopo gli ultimi sviluppi del Covid-19 a cui si è aggiunto il tracollo dei prezzi del petrolio. Tra le big cade del 13% Intesa Sanpaolo a 1,716 euro. Ha fatto prezzo dopo una iniziale Poste Italiane che cade dell’11%, così come Ubi, -13% Bper.

Ancora sospesi gli altri bancari. Calo del 10% circa per Telecom Italia. Enel, il titolo di maggior peso dell’indice Ftse Mib, scende del 7%.

In Italia il bilancio dei contagi da coronavirus continua a salire arrivando, secondo l’ultimo aggiornamento, a 7.375 casi totali. Nel fine settimana il governo ha emanato un nuovo decreto per contenere l’epidemia allargando la zona rossa a tutta la Lombardia e ad altre 14 province.

***

Le Borse europee, sulla scia del fortissimo ribasso delle piazze asiatiche, iniziano con cali macroscopici una seduta ad alta tensione, schiacciate dal -30% del petrolio (ai minimi dal 1991) dopo il nulla di fatto dell’Opec+ e dalla paura per la diffusione sempre piu’ ampia del coronavirus, che ha reso necessarie le misure drastiche di contenimento varate da alcuni Paesi, tra cui l’Italia.

Cosi’, mentre qualcuno chiede la chiusura di Piazza Affari, ipotesi per il momento esclusa dai vertici di Borsa Italiana, Milano non riesce a partire, con tutti i titoli del Ftse Mib tranne Recordati (-8%) che non riescono a fare prezzo.

Stesso discorso per il resto d’Europa: riescono ad aprire Londra (-8%), Madrid (-7%) e Francoforte (-8%). Fiammata dello spread, che prima dell’apertura e’ schizzato oltre 200 punti, contro i 180 di venerdi’, mentre e’ da segnalare che il rendimento del Treasury decennale americano e’ scivolato temporaneamente sotto lo 0,5%, registrando il calo piu’ marcato dalla prima guerra del Golfo.

Crollo del petrolio, dopo il nulla di fatto dell’Opec+ sui tagli della produzione e le conseguenti azioni decise dall’Arabia Saudita: i future del Wti ad aprile perdono al momento il 27% a 29,88 dollari al barile, ma erano arrivati fino a un minimo di 27,34 dollari, livello che non si vedeva dal 1991. Il Brent a maggio arretra ora del 26,4% a 33,32 dollari, ma cedeva il 33%.

Sul mercato valutario, l’euro ha sfiorato nella notte quota 1,15 dollari ed e’ ai massimi da gennaio 2019 nei confronti del dollaro all’apertura dei mercati finanziari continentali. Il cambio si attesta a 1,1469 (1,1494 toccato nella notte) mentre venerdi’ sera segnava 1,1322.

Occhi puntati sui timori di una diffusione del coronavirus negli Stati Uniti e occhi puntati sulle banche centrali per nuove contromisure all’impatto dell’epidemia sull’economia: giovedi’ il meeting della Bce. Acquisti sullo yen che tratta a 116,94 per un euro (da 119,09), il minimo dallo scorso settembre. Dollaro/yen a 101,98 da 105,15, e’ il minimo da ottobre 2016 (RADIOCOR)

***

Si prevede un lunedì nero per Piazza Affari che dovrebbe aprire con un calo di oltre 10 punti percentuali. Il listino milanese è già reduce da un’ondata di vendite. Venerdì scorso l’indice Ftse Mib ha chiuso con una flessione del 3,5% finendo a 20.800 punti, sui minimi da agosto 2019. Rispetto ai top del 19 febbraio, che corrispondevano con i massimi ultradecennali per l’indice guida, il crollo è del 18% circa. In Italia il bilancio dei contagi da coronavirus continua a salire arrivando, secondo l’ultimo aggiornamento, a 7.375 casi totali. Nel fine settimana il governo ha emanato un nuovo decreto per contenere l’epidemia allargando la zona rossa a tutta la Lombardia e ad altre 14 province. Intanto da Bruxelles è arrivato il via libera al piano straordinario di aiuti deciso dal governo per mitigare i contraccolpi economici derivanti dal virus. Una misura che aumenta il deficit di bilancio al 2,5% rispetto a quanto definito in precedenza.Ma non solo coronavirus. I mercati si devono confrontare oggi anche con la caduta del petrolio del 30% circa, dopo il flop della riunione tra i paesi Opec e non Opec. La Russia ha detto no alla proposta di nuovi tagli alla produzione e l’Arabia Saudita ha deciso di varare sconti massicci ai prezzi di vendita ufficiali del proprio petrolio, scatenano l’avversione al rischio sui mercati. I listini asiatici si muovono tutti in profondo rosso, con i titoli energetici Ko. La Borsa di Tokyo ha chiuso precipitando di oltre -5% e crollando al minimo di chiusura in oltre un anno. Da segnalare che il listino azionario del Giappone è in perdita del 16% dall’inizio dell’anno. Intanto continua l’incetta di Treasuries Usa. Il risultato è che i tassi decennali dei titoli di stato Usa precipitano al valore più basso della loro storia, bucando anche la soglia dello 0,5%.

Tag

Partecipa alla discussione