Pippe al sugo & trap, o neofascismo e nuovi ricchi indecenti e arroganti?

Una replica bieca e reazionaria al caso gonfiato (ma no!) dei “duri” del liceo classico Virgilio a via Giulia, una delle belle strade di Roma centro.

Occupazione, sesso e droga. Il liceo Virgilio a Roma è nell’occhio del ciclone: stamattina, dopo la nota della Questura che annunciava presidio e controlli a tappeto, c’erano poliziotti e cani antidroga ad accogliere gli studenti di fronte al portone d’ingresso principale di via Giulia.

I ragazzi ma soprattutto la maggioranza dei genitori non è d’accordo sulla campagna denigratoria partita contro la scuola. I professori attaccano la preside: “Qui non c’è mafia ma tanti problemi” denunciano. Eppure secondo il Ministero dell’Istruzione, che sul caso è intervenuto a gamba tesa, gli insegnanti sarebbero “ostacolati” da mamme e papà dei ragazzi. Oggi intanto è prevista l’assemblea dei docenti.

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Quando leggi: “Con i duri del Collettivo Virgilio, fra musica trap e droghe”, che è il modo scelto dal Corriere per lanciare su Twitter un articolo che riguarda gli studenti esuberantissimi del liceo Virgilio di Roma, allora pensi che è davvero ora di recuperare un poco il senso delle proporzioni, se non quello del ridicolo.

Facciamo il punto. Il Virgilio è un liceo classico che potete trovare nella cornice cinquecentesca di via Giulia, forse la via più elegante della capitale, la stessa che passa accanto ai giardini dell’ambasciata francese di palazzo Farnese, tanto per intenderci.

E quindi avrete già capito che razza di duri s’incontrano in questo inferno metropolitano: si fumano canne, si fanno occupazioni (ma rigorosamente nei mesi prima della vacanze di Natale), non ci si riconosce nei partiti, forse qualcuno ha fatto sesso ed è finito in un video fatto con un telefonino, si ascolta brutta musica elettronica. Tutte attività da far tremare i polsi come vedete.

Insomma: anche al Virgilio si perpetua la gloriosa tradizione di cazzate adolescenziali che in trent’anni di occupazioni scolastiche in Italia non ha mai prodotto nemmeno l’ombra di una rivolta generazionale e che al massimo ci ha regalato un film con Muccino junior. Un’aria di protesta che nasce già vecchia, con la stessa carica di eversione di una tombola alla festa dell’Unità (chi scrive ha frequentato in anni ormai lontani un liceo dalle cui finestre non poteva salutare l’ambasciatore francese, ma in compenso poteva salutare la Guardia di Finanza che talvolta veniva ad appostarsi con i cani al cancello per fiutarci gli zaini. I giornali ci ignoravano).

E il trap? Per spirito scientifico mettiamo qui una strofa della Dark Polo Gang, presa dalla loro canzone “Cavallini” (che si riferisce al logo Ralph Lauren, molto apprezzato):

Puoi beccarmi all’indiano che mangio pollo al curry

Troia non mangio sushi

Mi piacciono Fendi e Gucci

Ferragamo e Burberry

Incassiamo come i cassieri

Sogno montagne di soldi e vari modi per spenderli

Giochi con la gang, mio fratello alza un cannone

Hai problemi di pressione, non ti si alza il cannone

La tua tipa è una cagna, vuole un guinzaglio e un padrone

Siamo animali, tu sei Leone, il cane fifone

Giro una canna d’erba grossa come un filone, di pane

Ah yeah. Ora facciamo pure finta che esista davvero un caso Virgilio e che ci si debba preoccupare dei “metodi mafiosi” (così dice la preside) del Collettivo ginnasiale e naturalmente anche della minaccia orrenda della musica trap. Che fare, quindi? Che dire agli studenti e ai loro responsabili?

Di solito a questo punto ci si divide in due: una scuola di pensiero propone un approccio conciliante per far ragionare gli studenti e ricondurli verso la retta via, e una scuola di pensiero opposta sostiene invece un approccio assai meno conciliante, anzi decisamente drastico, se si può usare la parola “drastico” in questo contesto. Noi qui apparteniamo a questa seconda scuola di pensiero: chiediamo manganellate (metaforiche), lanciafiamme (metaforici), bocciature e sospensioni (queste per davvero).

Dobbiamo davvero evocare lo stile di Gengis Khan oppure la ragionevolezza di don Pietro Savastano per sgonfiare in fretta il caso del ginnasio “mafioso” e riportare le teste dei ragazzi sulle lezioni? Ci dicono che le anime perse del Virgilio sono destinate a diventare classe dirigente, un poco di educazione non sentimentale non potrà che fare loro del gran bene.

Intanto in Cina sfornano un milione di ingegneri l’anno (*un milione *) e quindi loro, i ragazzini di Roma centro, ci farebbero un favore a crescere dietro di noi un po’ più svegli e un po’ meno come una classe di sub disadattati. Altrimenti in questo paese continueremo a fare i dibattiti su quanto la nostra economia sia penalizzata dall’euro (fake news) e poi ci troviamo i venticinquenni che non riescono ancora a fare una telefonata di lavoro in inglese.

Altrimenti guardiamo con la lacrimuccia negli occhi le immagini in tv degli studenti di Mosul in camicia bianca che rientrano nelle scuole dopo tre anni di occupazione dello Stato islamico, con una gran fame di lezioni, e qui la diamo vinta agli abbonati dell’“aula delle canne” (copyright una figlia di Francesco Rutelli).

Fonte: Il Foglio

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Non si placa la bufera che da alcune settimane coinvolge il liceo Virgilio di Roma. Dal crollo di parte del soffitto ad oggi, una escalation di eventi che hanno portato lo storico istituto romano di via Giulia  quotidianamente alla ribalta delle cronache.  Dall’occupazione, allo spaccio di droga, alla bomba carta, fino alla presunta diffusione di un filmino hard con protagonisti due studenti, mai confermato. La preside alza i toni: “Clima pericoloso e allarmante, denuncerò”.  Ieri l’intervento della ministra Fedeli che chiede “opportuni approfondimenti” sui fatti dell’istituto di via Giulia.

Oggi le dichiarazione di Francesco Rutelli. “Mia figlia mi chiese di andare via dal Virgilio: è successo 10 anni fa, c’era un’occupazione al liceo, nei primissimi giorno di scuola, mi disse che c’era “la stanza delle canne”, mi disse ‘Non mi piace” racconta l’ex sindaco di Roma a Omnibus su La7. “Era una ragazzina, con la sua solidità e la sua fragilità, ha voluto andarsene e l’abbiamo iscritta in un’altra scuola. E’ una battaglia anche questa, una battaglia che fanno presidi determinati ma che non debbono farsi mettere piedi in testa da ragazzi viziati, arroganti, violenti”. “La funzione dell’educazione è anche formare e stare in un percorso” ha concluso.

“Che in alcune scuole superiori ci sia stata o ci possa ancora essere la diffusione delle canne è evidente, interviene Mario Rusconi, vicepresidente nazionale dell’Associazione Nazionale Presidi (Anp).  Ma è un esagerazione descrivere tutta la scuola superiore italiana come se fosse un oppificio a cielo chiuso”. Il ripristino della legalità deve essere complessivo – ha aggiunto -. Quando io ero preside al Newton (a Roma, ndr) e mi arrivarono all’orecchio voci di spaccio in istituto, poi rivelatesi infondate, ho fatto fare diversi controlli a sorpresa anti-droga da parte delle forze dell’ordine con le unità cinofile. Blitz antidroga potrebbero essere utili anche in altre scuole superiori romane, uniti ad una formazione accurata degli studenti sul tema”. La soluzione per porre un freno agli episodi “anche di microcriminalità” all’interno delle scuole: “impedire le occupazioni, fenomeno esistente solo in italia, e favorire la cogestione, la cosiddetta ‘didattica flessibile'”.

Intanto  gli Open Day del 15 dicembre e del 21 gennaio si svolgeranno regolarmente, così come tutte le attività di orientamento previste. Lo assicura Federica D’Amore una delle docenti dell’istituto, smentendo alcune notizie stampa che davano a rischio gli open day per informare le famiglie dei ragazzi delle scuole medie in merito agli indirizzi di studio del Virgilio.

E i più arrabbiati sono ovviamente gli studenti che non escludono di  querelare per diffamazione la dirigente Alfano. “Onestamente non riusciamo a darci una spiegazione del perchè ci stia facendo la guerra in questo modo invece di occuparsi dei problemi della scuola. Quando si è insediata all’inizio dell’anno scolastico nessuno l’aveva mai vista, non si sapeva nemmeno che volto avesse. Era un fantasma. Si palesò alla prima assemblea dopo il crollo e le parole che usò in quell’occasione erano molto rassicuranti per noi. Disse di essere al nostro fianco e che le nostre rivendicazioni erano giuste”. Da lì, iniziarono a piovere le accuse: “ci ha chiamati criminali, ha parlato di intimidazioni mafiose. Siamo allibiti di fronte a queste esternazioni e come noi anche molti professori”. Così facendo, “non solo diffama i ragazzi dell’istituto ma distrugge anche l’immagine della scuola stessa”.

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