Olanda vs Italia: il problema è la sostenibilità del debito italiano

Per il debito mostruoso di Roma fronte del Nord e investitori ritengono che dalla crisi 2008 cinque governi non sono riusciti a invertire la crescita (dal 100 al 135% del Pil).

(WSC) Roma – “L’ Italia chiede all’Europa risorse a lungo termine e a basso costo per finanziare investimenti resi indispensabili dalla crisi Covid 19, come sanità, ricerca, ambiente, logistica, digitalizzazione della pubblica amministrazione. Visto il suo basso merito creditizio, le può ottenere solo tramite un debito garantito anche dagli altri Stati. Che lo si chiami mutualizzazione, corona o euro-bond, di fatto quello che l’Italia chiede è un trasferimento unilaterale”.

Così Alessandro Penati su Repubblica in un editoriale nel quale prova a spiegare la posta in gioco in Europa su Mes e Coronabond.

“Lo scontro sul Mes – spiega – rivela l’elefante nella stanza: la sostenibilità del debito italiano. Molti, in Germania, Olanda e tra gli investitori, ritengono che il nostro debito alla lunga non sia più sostenibile. Constatano che dalla crisi 2008, cinque governi non sono riusciti a invertire la sua crescita continua (dal 100% al 135% del Pil).

La pandemia, aumentando il debito e riducendo ulteriormente la crescita potenziale non può che aggravare il problema. Specie quando il costo del debito supera la crescita nominale del Pil, come è stato negli ultimi anni.

Se anche l’intervento del Mes evitasse una crisi dell’euro, causerebbe pur sempre una depressione economica in Italia che metterebbe in crisi il terzo mercato europeo per l’export tedesco.

Senza contare che un’economia europea integrata, e in salute, è essenziale perché le imprese, anche tedesche, raggiungano le economie di scala necessarie a competere efficacemente con le americane e le cinesi.

L’Italia fa bene a chiedere con fermezza un bond europeo mutualizzato a lungo termine, e a basso costo perché, aumentando la sostenibilità del suo debito, ridurrebbe il rischio di una crisi, a beneficio anche della Germania.

In cambio però deve dare prova concreta di essere credibile nel voler ridurre l’eccessivo indebitamento, cosa che non è stata capace di fare da almeno 10 anni a questa parte.

E dovrebbe negoziare l’aiuto finanziario non in nome della solidarietà europea, concetto oggi quanto mai astratto, ma facendo leva sui rispettivi interessi economici”.

(da un editoriale di Alessandro Penati, la Repubblica)

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