Cinesi femmenelle

La Cina negli ultimi decenni ha fatto i soldi, uscendo da una storia di miseria e privazione. Lamentarsi dei “ragazzi d’oggi”? Mao Tse-tung, da giovane, andava a scuola scalzo nella neve. Il rischio è che successo e prosperità portino con sé i semi della dissoluzione. 

di James Hansen

(WSC) ROMA – La Cina affronta una “crisi di mascolinità”. Secondo il Governo di Beijing, i  maschietti di oggi – in troppi casi – non varrebbero granché: si truccano gli occhi, si ammirano allo  specchio, passano troppo tempo online e con i videogiochi, pensano solo a divertirsi e si fanno pure dei  tatuaggi troppo vistosi. 

La “mosceria” dei giovani maschi cinesi è stata da tempo ufficialmente identificata come  una sorta di emergenza nazionale. Già nel 2017 il People’s Liberation Army – l’Esercito  Popolare di Liberazione – si è pubblicamente lamentato della scarsa qualità delle sue  reclute. In certe circoscrizioni fino alla metà dei ragazzi che si presentavano per la  chiamata alle armi era risultata “inidonea” al servizio militare. Il PLA ha perfino rilasciato  delle statistiche al riguardo. Secondo un lancio dell’Agence France-Presse, circa il 20% dei  respinti era stato scartato per obesità, un altro 8% per “ingrossamento della vena  testicolare”. Il primo fenomeno è stato attribuito al troppo tempo passato con i  videogiochi, il secondo a “pratiche masturbatorie”. 

Da allora il dibattito sulla “femminilizzazione” dei maschi cinesi si è allargato. Al livello popolare, la si fa  risalire alla “Politica del figlio unico” attuata tra il 1979 e il 2013 dal governo nazionale per contrastare il  fortissimo incremento demografico. Si suppone che i genitori dei figli unici possano essere stati più  portati a proteggerli fin troppo bene dalla dura realtà della vita quotidiana, contribuendo a creare una  generazione di mollaccioni. È una spiegazione che non piace al Governo secondo il quale la riduzione  della natalità sarebbe un grande successo di politica sociale. 

Intanto però, ci sono quei ragazzi da “raddrizzare”. Si è iniziato nel 2019 con la censura sulla televisione di  Stato dei piercing dei pop star che apparivano con i lobi delle orecchie elettronicamente “annebbiati” per  mascherare il luccichio degli orecchini. Non deve aver sortito un grande effetto perché – secondo  quanto riferito dalla stampa internazionale – ora toccherebbe al Ministero dell’Istruzione ridare la  virilità ai maschi. Secondo la nuova analisi, il problema dipenderebbe dalle troppe insegnanti donne  nelle scuole pubbliche. I giovani avrebbero bisogno di “uomini veri” come modelli. Si procederà  pertanto a una grandissima infornata di insegnanti maschi, soprattutto di educazione fisica. 

La “nuova via alla mascolinità” recepisce una critica arrivata dal Comitato Centrale del Partito secondo  cui la prevalenza di insegnanti femminili negli asili e nelle scuole elementari – insieme con la popolarità  dei “pretty boys” nella cultura pop – avrebbe reso i ragazzi “deboli, inferiori e timidi”. È stato inoltre fatto  presente come i maschi non ambiscano più a diventare “eroici combattenti”, una tendenza che potrebbe  “mettere in pericolo” il popolo cinese. 

C’è forse ancora un’altra spiegazione, ben nota in Occidente. La Cina negli ultimi decenni ha fatto i  soldi, uscendo da una disperata storia di miseria e privazione più che millenaria. È terribile come il  successo e la prosperità portino con sé la joie de vivre e di conseguenza i semi della dissoluzione. 

Tratto da Nota Diplomatica – Copyright 2021 James Douglas Hansen

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1 commento

  1.   

    In fatto di obesità non credo ci sia una nazione che può battere gli USA. Sulla prestanza invece “sessuale” dei cinesi, le barzellette si sono sempre sprecate. 
    Non metto lingua è un argomento abbastanza “controverso” anche in tante altre parti del mondo, dove l’omosessualità sia maschile che femminile sembra ormai  quasi prendere il sopravvento e tutto è dovuto alla possibilità concessa nel tempo di fare outing senza conseguenze “pesanti” come in passato.
    Ed è giusto così.