Cina e Russia alleate contro l’Occidente? No, è una fake news

La geopolitica sbagliata di chi cerca di gestire rapporti economici globali complessi nel segno di una lotta tra “democrazie liberali” e il “resto del mondo”.

di Marco Marazzi

(WSC) MILANO – Niente eccita di più alcuni appassionati di politica internazionale che immaginare un ‘”Occidente” unito contro qualche nemico che in qualche modo ci minaccia. Di solito, la scelta del nemico di turno parte da Washington e si propaga in Europa dove attecchisce subito nel Regno Unito e poi, lentamente ma con sfumature molto diverse nel resto del continente.

Dal 2001 in poi il nemico è stato il mondo musulmano, anzi il fondamentalismo islamico, ma come si sa quando i messaggi dall’alto scendono tra “il popolo” diventa difficile arginare derive discriminatorie se non proprio razziste nei confronti del percepito avversario di turno.

Successivamente, si è aggiunta per certi aspetti la Russia. Durante l’epoca Trump è stato ovviamente, specie negli ultimi 2 anni, “la Cina”, mentre con la Russia sembrava essere nata una nuova luna di miele o almeno una situazione più distesa. Con Biden abbiamo fatto un salto di qualità; adesso invece di uno sembra che avremo ben due avversari: Russia e Cina, cioè due membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU, metà dell’Eurasia.

Nel sottofondo poi resta sempre l’Iran, nemico eterno e costante degli USA da 40 anni. Non è ben chiaro che fine abbia fatto invece il “mondo islamico” nell’immaginario collettivo degli americani, ma suppongo sia incluso in quell’appello di Blinken a “sostenere la democrazia nel mondo”. Deve essere così perché non si vede in che modo l’Egitto, gli Emirati Arabi, la Turchia o l’Arabia Saudita così come varie “false democrazie” africane e asiatiche potrebbero essere “nel nostro campo” mentre, per dire, la Cina no.

Veniamo invece alla nuova teoria che circola su alcuni giornali. Che cioè Cina e Russia si sarebbero in qualche modo unite per fare non si sa bene cosa, ma sicuramente qualcosa di brutto. Teoria basata su poco e niente. I due paesi, è vero, si sono incontrati di recente ed hanno parlato di opporsi alla politica americana di “ingerenza” e trovare un’alternativa al dollaro (buona fortuna…).

E’ anche vero che dopo l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni occidentali, la Russia ha concluso un grande accordo energetico con la Cina. Ed è anche vero che i buoni rapporti con la Russia sono importanti per il successo di quella Via della Seta terrestre che ha visto negli ultimi anni decuplicare i treni merci tra Europa e Cina. Ma qui ci fermiamo. Quali sono i brand più famosi russi comprati in Cina? Non ne viene in mente uno, mentre i brand europei e americani dilagano in entrambi i paesi da 30 anni. Quanti sono stati gli investimenti diretti bilaterali? Una frazione insignificante se paragonati a quelli tra Europa e Cina (più di 260 miliardi solo negli ultimi 10 anni). Quando si è trattato di firmare un accordo di libero scambio, con chi ha scelto la Cina di farlo? Con l’Asia sud-orientale, Giappone e Corea, paesi che hanno una presenza economica reciproca con il Dragone molto più rilevante, oltre a legami storici ed etnici profondi. E quando si è trattato di negoziare un accordo sugli investimenti che garantisca piena reciprocità, con chi l’ha fatto la Cina? Con l’Europa.

Sembra chiaro quindi che i cinesi, popolo estremamente pragmatico che fa affari con tutti abbiano comunque ben chiare le priorità economiche nella scelta delle aree con cui intessere rapporti più profondi. Stessa scelta che fanno le nostre pragmatiche aziende “occidentali” quando guardano allo scacchiere mondiale: vanno dove c’è crescita economica e dove possono fare qualche soldo, che serve poi anche per pagare stipendi a casa. Se analizziamo la storia degli ultimi 20 anni, i motivi di contrasto o reciproco sospetto tra Russia e Cina sono stati e restano non pochi, a partire da varie questioni di confine e dalla competizione forte e visibile nell’Asia Centrale, e renderanno un’alleanza “stabile” impossibile.

E’ vero, esiste una organizzazione di stampo militare, la Shanghai Cooperation Organization (“SCO”), che include sia Russia che Asia Centrale, ma è molto, molto lontana dalla NATO ed anche un po’ incerta visto che ne fanno parte paesi come l’India che con la Cina non ha mai avuto rapporti idilliaci (per inciso tutti i paesi della SCO sono impegnati nella lotta al fondamentalismo islamico e quindi sarebbero in teoria allineati con gli USA sul tema? Non si sa).

Posto quindi che la supposta “alleanza per farci del male” tra Russia e Cina non sta in piedi, qual è il vero rischio che si palesa davanti a noi? Direi che, se vengono travalicati ed ignorati imperativi economici e geografici e invece di cercare di risolvere qualche problema concreto leggiamo la storia di oggi come una lotta tra “democrazie liberali” ed il “resto del mondo”, per essere coerenti dovremmo elencare tra i nostri supposti avversari più dei 2/3 della popolazione mondiale. A quel punto, i primi che rischiano di trovarsi isolati ed in forte difficoltà saremo proprio noi europei, e ogni problema sarà intrattabile.

Marco Marazzi svolge la professione di avvocato d’affari da più di 25 anni, con particolare focus sui mercati asiatici e investimenti e commercio internazionali. Dalla fine del 2012 lavora con lo Studio Baker Mckenzie a Milano per cui aveva lavorato in precedenza a Shanghai e Hong Kong. E’ membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Italia-Cina e membro dell’Advisory Board di Kissinger. 

Questo articolo è stato originariamente pubblicato con il titolo CINA E RUSSIA SI ALLEANO CONTRO DI “NOI”? NO, È REAL POLITIK (E PROPAGANDA USA) da GliStatiGenerali, che ringraziamo.

 

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