Salva-banche: all’ignava Consob la supervisione dei danni. Diktat Europa: “Niente rimborsi a nessuno”

“Il fallimento di una banca e le eventuali perdite degli obbligazionisti non possono essere considerate una crisi umanitaria come quelle provocate da alluvioni o altri disastri”. Per dare sollievo …

“Il fallimento di una banca e le eventuali perdite degli obbligazionisti non possono essere considerate una crisi umanitaria come quelle provocate da alluvioni o altri disastri”.

Per dare sollievo ai risparmiatori delle banche in fallimento “quello che non è possibile fare è che lo Stato paghi direttamente chi ha subito le perdite”. Lo hanno riferito fonti Ue dopo che il governo italiano ha annunciato di voler adottare l’emendamento per tutelare le vittime del crack delle quattro banche.

Come spiegano le stesse fonti, il fallimento di una banca e l’eventuale perdita, per esempio, di un appartamento da parte degli obbligazionisti che hanno subito perdite non può essere considerata una crisi umanitaria come quelle provocate da alluvioni o altri disastri.

L’idea di una procedura arbitrale presso la Consob, invece, riceve parere favorevole da Bruxelles. La costituzione di una corte d’arbitrato per andare in aiuto agli investitori privati vittime dei crac delle quattro banche è ritenuta infatti un’ottima idea.

Spetterà alla Consob stabilire se sono stati venduti prodotti fraudolenti ai privati. A quel punto possono scattare i rimborsi a carico delle bad bank. Per realizzarli in tempi brevi, lo Stato può fare un pre-finanziamento alle bad bank, ma queste dovranno restituire i soldi nel corso del processo di risoluzione.

Sarà quindi la fiacca Commissione di controllo per il mercato finanziario e la Borsa (nella foto il presidente Vegas) l’arbitro chiamato a decidere caso per caso sui danni subiti dai 10.350 piccoli risparmiatori (i soli obbligazionisti subordinati) coinvolti dal decreto salva-banche confluito nella stabilità 2016. Lo prevede l’emendamento del Governo che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan illustrerà nelle prossime ore al presidente del Consiglio Matteo Renzi. La proposta sarà depositata oggi in Commissione Bilancio di Montecitorio prima dell’audizione del ministro fissata per le ore 20 di oggi.

Intanto alcune fonti sostengono che con il piano alternativo, la liquidazione, sarebbero andati in fumo 12 miliardi di massa “non protetta”, inclusi i 2,4 miliardi di obbligazioni non subordinate (leggi articolo a fondo pagina).

L’emendamento istituisce un fondo di solidarietà con una dote iniziale di 40 milioni che potrebbero essere poi rifinanziati con un stesso importo. Non è escluso che dal faccia a faccia con Renzi le risorse possano essere riviste al rialzo. Il fondo nascerà all’interno del Fondo di garanzia e l’accesso sarà disciplinato da un successivo decreto del ministro dell’Economia. Tra i requisiti prevarrà lo stato di indigenza del risparmiatore penalizzato dal salvataggio delle banche (Banca Etruria, Carchieti, Bancamarche e CarFerrara) e potrebbe pesare l’Indice della situazione economica equivalente, il più noto Isee.

Fatti e bufale sul salvataggio di Banca Etruria e Banca Marche

Il presidente della Consob Giuseppe Vegas (a sinistra) e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco

A decidere sul diritto a possibili indennizzi sarà la Consob e in particolare il nuovo Organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie. Chiamato a svolgere il ruolo di arbitro sulla falsariga di quanto accaduto nell’operazione di salvataggio delle banche spagnole. Con un altro emendamento alla legge di stabilità sull’albo unico dei promotori finanziari, vengono stanziate le risorse per far decollare il nuovo Organismo della Consob che in prima battuta dovrà concentrare la sua attività proprio sui 10.350 piccoli risparmiatori.

La notizia ha creato immediatamente malumori, tra Milano e Roma, in quanto la Consob per anni ha dimostrato di essere inefficace nel suolo ruolo di ente di controllo del mercato e della Borsa. L’agenzia guidata da Giuseppe Vegas ha permesso che alcune societa’ quotate portassero a termine operazioni di nessuna trasparenza. Il filo conduttore: la protezione di grandi gruppi e potenti personaggi legati al settore bancario e industriale, nessuna o poca tutela per migliaia di piccoli investitori.

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(ANSA) – “Anche Pd e Scelta Civica chiedono una commissione parlamentare d’inchiesta sul recente fallimento delle quattro banche. Perfetto, con loro a svolgere il solito ruolo di avvocati d’ufficio di banche, banchieri, lobbisti e finanzieri, nella commissione parlamentare d’inchiesta sarà assicurato un “giusto processo” al sistema bancario italiano”. È quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

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(askanews) – Piace alla Commissione europea la soluzione dell'”arbitrato veloce”, a cui sta pensando il governo, per valutare caso per caso le vicende dei risparmiatori che avevano acquistato obbligazioni subordinate delle quattro banche del centro Italia poi ristrutturate (Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti). L’arbitrato dovrebbe stabilire se i risparmiatori siano stati indotti dalle stesse banche a investire senza essere pienamente consapevoli e informati del rischio inerente a questi prodotti finanziari.A quanto si apprende a Bruxelles, la soluzione dell’arbitrato extra-giudiziario sotto l’egida della Consob, simile a quella già sperimentato con successo in Spagna durante la crisi bancaria di due anni fa, per l’Esecutivo comunitario sarebbe un’ottima idea.In pratica, i risparmiatori che in sede di arbitrato proveranno di essere stati vittime del “misselling” – che dimostrino cioè di essere stati ingannati o non sufficientemente informati dei rischi da parte degli intermediari finanziari, al momento dell’acquisto delle obbligazioni subordinate – potranno riavere i soldi investiti, rifacendosi sui fondi di liquidazione per i rimborsi ai creditori delle quattro banche.Non solo: la Commissione non avrebbe niente da obiettare neanche se lo Stato anticipasse immediatamente i rimborsi per i risparmiatori aventi diritto, a seguito della procedura d’arbitrato, a condizione naturalmente di recuperare dai fondi di liquidazione la totalità dei finanziamenti anticipati.In Spagna, due anni fa, la crisi bancaria (su una scala 30-40 volte maggiore rispetto all’attuale crisi italiana) aveva causato perdite per 15 miliardi di euro ai detentori di obbligazioni subordinate, ma a seguito della procedura di arbitrato il 10-15 per cento delle perdite sono poi state compensate agli investitori non professionali vittime comprovate del “misselling”. Alcune banche – quelle che dopo la ristrutturazione hanno continuato a operare sul mercato – hanno pagato direttamente i rimborsi; altre, quelle liquidate, lo hanno fatto attraverso i loro fondi di liquidazione.

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Fatti e bufale sul salvataggio di Banca Etruria e Banca Marche

Amministratori pasticcioni, per non dire altro. Collegi sindacali ciechi, se non complici dei suddetti amministratori. Vigilanti bancari quanto meno sonnacchiosi. Vigilanti su Borsa e risparmiatori che intervengono quasi sempre a babbo morto. È questo il quadro che emerge dal caso di Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Ferrara e Cassa di risparmio di Chieti.

Ciò detto, la domanda alla quale rispondere ora è la seguente: c’era davvero una reale alternativa al decreto approvato dal governo il 22 novembre che ha “salvato” le banche, tutelando l’occupazione, i correntisti e una parte degli obbligazionisti?

Le strade per cercare di salvare le banche interessate erano 4, escludendo quella che qualcuno ora sotto sotto invoca, ossia un salvataggio con risorse statali che non è più possibile in base alle regole europee. Qualche numerino a futura memoria: alla fine del 2014, gli aiuti di Stato concessi alle banche ammontavano a 238 miliardi di euro in Germania (8,2 per cento del PIL), 52 miliardi in Spagna (5,0 per cento), 42 miliardi in Irlanda (22,6 per cento), 40 miliardi in Grecia (22,2 per cento), 36 miliardi nei Paesi Bassi (5,5 per cento), 28 miliardi in Austria (8,4 per cento), 19 miliardi sia in Portogallo (11,0 per cento) sia in Belgio (4,6 per cento). A quella stessa data era di circa 1 miliardo il sostegno pubblico in Italia.

Ma torniamo alle 4 strade. La prima era quella di un intervento del Fondo interbancario di garanzia dei depositi (Fitd) con iniezioni di capitale nelle banche in questione. Secondo gli uffici della Commissione europea, però, l’intervento sarebbe stato un aiuto di Stato, quindi vietato. Il motivo? La partecipazione degli istituti di credito al Fitd è obbligatoria. Che ci azzecca? Nulla. Ma i burocrati di Bruxelles ragionano così. E il Tesoro italiano, evidentemente, non è riuscito a far ragionare diversamente i signori burocrati. In verità, gli uffici della Commissione europea potevano anche dare il via libera al progetto del governo e della Banca d’Italia ma a patto che fossero spennati pure tutti gli obbligazionisti, non solo quelli subordinati.

Così il governo ha preferito ricorrere al Fondo di risoluzione, previsto dalla direttiva europea Brrd: a pagare sono stati azionisti e obbligazionisti subordinati (ossia titolari di bond a rischio più elevato rispetto alle obbligazioni “normali” e assimilabili a quote di capitale e non solo di debito). Ci si può pure stracciare le vesti, ma l’alternativa quale sarebbe stata? La liquidazione delle 4 banche.

E cosa sarebbe successo con la liquidazione? Quali sarebbero stati gli effetti? Ecco cosa ha detto Bankitalia in un’audizione due giorni fa in Parlamento: sarebbero andati in fumo 12 miliardi di massa “non protetta”, inclusi i 2,4 miliardi di obbligazioni non subordinate. Insomma, sarebbe stato applicato il bail-in dei creditori, che sarà obbligatorio dal primo gennaio per le banche in crisi.

In altri termini, senza il decreto del governo, alle 200mila piccole imprese con affidamenti nelle 4 banche si sarebbe dovuto chiedere il rientro immediato. “Sarebbero stati tutelati – ha detto il capo della vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo – i soli portatori di depositi garantiti, sacrificando i crediti di un milione di risparmiatori e i posti di quasi seimila lavoratori, con una devastante distruzione di valore”.

C’era infine una terza strada, come si evince dagli spifferi di Bruxelles citati ieri dall’Ansa. C’era la possibilità che a salvare le banche fossero “fondi privati”. Che significa? Il Fondo di risoluzione messo in campo non si basa su fondi privati?

Dice Bankitalia: con l’intervento approvato ora, “lo Stato non sopporta alcun onere finanziario derivante dall’intera operazione. I costi sono stati addossati in massima parte al sistema bancario italiano, che ha messo a disposizione del Fondo di Risoluzione un importo complessivamente pari a circa 3,6 miliardi di euro per far fronte alla 10 copertura delle perdite residue (1,7 miliardi) e per capitalizzare le “banche ponte” (1,8 miliardi) e la società veicolo per la gestione delle attività deteriorate (140 milioni). La liquidità necessaria per far fronte al complessivo intervento del Fondo di Risoluzione è stata anticipata da primari gruppi bancari italiani con un finanziamento a tassi di mercato e con scadenza massima a 18 mesi. Il finanziamento verrà in gran parte (circa 2,3 miliardi) rimborsato già nei prossimi giorni, grazie ai contributi ordinari e straordinari versati dalle banche italiane al Fondo di Risoluzione”.

Quindi cosa intende Bruxelles per “fondi privati” che avrebbero potuto salvare i 4 istituti di credito? Spiega una fonte bancaria a Formiche.net: “Con quelle parole, presumibilmente Bruxelles intende che i consigli di amministrazione delle banche italiane, volontariamente, avrebbero deliberato l’ammontare di risorse necessarie al salvataggio dei 4 istituti. Ma siamo sicuri che tutte le banche avrebbero partecipato? Per questo, forse, il governo e Bankitalia hanno scelto la strada del Fondo di risoluzione”.

di Michele Arnese

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Formiche.net

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6 commenti

  1.   

    Caro BELFY  .. mi permetto una piccola correzione … togli …un poco …. davanti alla parola   …fascio….

  2.   

    Carife, Cari Parma, Cari Chieti, Cari Stolti…continuate a comprare obbligazioni delle vostre Banche, cosi’, autisti della terza elementare Banchetteranno festosi… Oh Grulli..!!! Non sanno che gli Organi di Controllo servono solo per verificare che la percentuale dei “gonzi” resti alta..!!
    A pensarci bene, Renzi, manco autista e’, ed anche se  conduce l’Italia..a schifio.., c’e’ un sacco di gente che gli crede..Com’e’ possibile?  Al comando sempre i peggiori della palude….BAh..!!

  3.   

    libro La Banda d’Italia

  4.   

    roby, assolutamente d’accordo con te. Ti nominerei con effetto immediato presidente della Consob e ANCHE di Banca d’Italia, una sorta di commissario straordinario per i due organi di controllo. Tu come bancario ne sai mille volte di piu’ di loro, sei onesto e competente e che tu sia un po’ fascio a questo punto e’ anche un elemento positivo, ci vogliono metodi da Prefetto Mori in Sicilia. Tutti in GALERA!!! Consob e Banca d’Italia sono assolutamente inetti e anzi COMPLICI e collussi con il sistema. Fino al 2007 hanno sonnecchiato e lasciato fare il comodo loro a raider e speculatori (Zalesky ci dice qualcosa? Ligresti ci dice niente?) “accendendo fari” come dicono quei coglioni dei giornalisti solo quando i buoi erano scappati con il malloppo in Svizzera, e fregando sistematicamente migliaia di piccoli azionisti. Adesso che la crisi economica imperversa, tutti i nodi vengono al pettine, il sistema bancario dei favoritismi e dei prestiti elargiti agli amici degli amici e’ saltato, dal padre della Boschi alla Banca Etruria a questo sfigato autista con la terza elementare al vertice della Cassa di Risparmio di Chieti, questa a me sembra solo la punta dell’iceberg. Io so di decine di casi nella zona di Roma e Lazio di malversazioni e ruberie, ma come si fa a seguirli tutti… che ne dici caro robyuanmadonnachemanicadiladri? toc toc, naka, tu sei esperto di rapine consentite dalla Consob, mi ricordo bene
    non so se avete letto questo libro…
     
     

    1.   

      caro BELFY magari potessimo instaurare certi metodi, che son assolutamente non democratici ma sono efficaci, usati dal prefetto Mori contro la mafia. il metodo era semplice. ogni tanto si trovava qualche capomafia stecchito. Ma chì sarà stato , soffriva di raffreddore, un colpo d’aria , ma aveva la…cervicale… Dopo non molto si assistette  alla migrazione di tanti mafiosi che non trovavano confacente il clima siculo.  troppo secco . ora purtroppo in Italia c’è una commistione politica ma non solo, . La banca magari assume il figlio del prefetto, il cugino del vescovo , il nipote della zia del giudice e via andare. Questo sistema non lo spezzi e non lo sciogli perchè chì dovrebbe combatterlo ha debiti di riconoscenza. un intreccio malvagio. Tu sai come si sciolgono i nodi inestricabili?  Chiediamo a GORDIO    come sciolse il suo nodo ALESSANDRO  …non profumo … ma il Macedone. 

      Originariamente inviato da belfagor: roby, assolutamente d’accordo con te. Ti nominerei con effetto immediato presidente della Consob e ANCHE di Banca d’Italia, una sorta di commissario straordinario per i due organi di controllo. Tu come bancario ne sai mille volte di piu’ di loro, sei onesto e competente e che tu sia un po’ fascio a questo punto e’ anche un elemento positivo, ci vogliono metodi da Prefetto Mori in Sicilia. Tutti in GALERA!!! Consob e Banca d’Italia sono assolutamente inetti e anzi COMPLICI e collussi con il sistema. Fino al 2007 hanno sonnecchiato e lasciato fare il comodo loro a raider e speculatori (Zalesky ci dice qualcosa? Ligresti ci dice niente?) “accendendo fari” come dicono quei coglioni dei giornalisti solo quando i buoi erano scappati con il malloppo in Svizzera, e fregando sistematicamente migliaia di piccoli azionisti. Adesso che la crisi economica imperversa, tutti i nodi vengono al pettine, il sistema bancario dei favoritismi e dei prestiti elargiti agli amici degli amici e’ saltato, dal padre della Boschi alla Banca Etruria a questo sfigato autista con la terza elementare al vertice della Cassa di Risparmio di Chieti, questa a me sembra solo la punta dell’iceberg. Io so di decini di casi nella zona di Roma e Lazio di malversazioni e ruberie, ma come si fa a seguirli tutti… che ne dici caro robyuanmadonnachemanicadiladri? toc toc, naka, tu sei esperto di rapine consentite dalla Consob, mi ricordo bene non so se avete letto questo libro…    
       

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    Nel ricordare l’ennesima bufala che si chiamava PATTI CHIARI …  mi pare di assistere alla ennesima coglionata. come dare a dracula l’incarico delle trasfusioni di sangue. bene il codacons. Questi amano giocare duro col culo degli altri. sembra che voglian trasferire conti e depositi. le 4 banche resteranno come le banane senza il dentro . come un pisello senza bacello, come una noce senza gheriglio, come un cappello senza coniglio. AVANTI POPPOLO ALLA RISCOSSA A QUESTE BANCHE SPEZZEREM LE OSSA