Russia, raid aerei in Siria dall’Iran. Mossa anti Usa di Putin

Mosca ha fatto decollare per la prima volta dall’Iran aerei militari impiegati nei raid aerei in Siria. Lo ha confermato oggi, martedì, il Ministero della difesa, secondo cui …

Mosca ha fatto decollare per la prima volta dall’Iran aerei militari impiegati nei raid aerei in Siria. Lo ha confermato oggi, martedì, il Ministero della difesa, secondo cui cacciabombardieri Tu-22M3 e Su-34 hanno preso il volo dall’aerodromo militare di Hamadan, nel nord-ovest del paese. Si tratta di un ulteriore passo nella cooperazione fra i due paesi a sostegno del regime di Bashar al Assad.

I velivoli russi hanno distrutto depositi di armi, posti di comando e campi d’addestramento dell’organizzazione Stato islamico e di altri gruppi armati a Serakab, Al Bab, Aleppo e Deir ez-Zor. Molti miliziani sono rimasti uccisi.

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La Russia ha schierato degli aerei militari in Iran, nell’aerodromo Hamadan: lo fa sapere il ministero della Difesa di Mosca, secondo cui bombardieri russi Tu-22M3 e Su-34 oggi hanno condotto dei raid in Siria dopo essere decollati proprio da Hamadan.

«I bombardieri a lungo raggio Tupolev-22M3 e i bombardieri a corto raggio Sukhoi-34 sono decollati dall’aerodromo di Hamadan in Iran con l’armamento pieno per condurre un bombardamento massiccio contro le strutture dei gruppi terroristici “Stato islamico” e “Jabhat al-Nusra” nelle province di Aleppo, Deir ez-Zor e Idlib», fa sapere il ministero della Difesa russo. I caccia multiruolo Sukhoi-30Sm e i caccia Sukhoi-35 hanno fornito loro protezione decollando dalla base di Hmeimim, in Siria.

Mentre non è stato rivelato il numero di aerei decollati dalla base di Hamadan, a copertura dei quali si sono levati in volo dalla base russa di Khmeimim, in Siria, jet Su-30 e Su-35, il ministero russo ha riferito che nei raid sono stati eliminati cinque depositi di armi appartenenti ai terroristi e compound per l’addestramento, oltre a tre postazioni di comando e a numerosi militanti. Finora, i caccia russi impegnati nei raid in Siria sono decollati dalla base di Mozdok, in Russia, coprendo una distanza di circa 2000 chilometri, distanza che si è ridotta a 700 chilometri con le partenze dall’Iran. Mosca e Teheran avevano firmato nel gennaio scorso un accordo per la cooperazione militari che prevede una più ampia collaborazione nell’addestramento del personale e nelle attività di contrasto al terrorismo.

«La cooperazione strategica tra Iran e Russia nella lotta al terrorismo in Siria» prevede anche la «condivisione di strutture». Parola del segretario del Supremo consiglio per la sicurezza nazionale iraniano, Ali Shamkhani. Le affermazioni di Shamnkhani arrivano dopo che il ministero della Difesa di Mosca, come riportato dall’agenzia di stampa russa Tass, ha annunciato che caccia russi sono decollati da una base aerea in Iran per condurre raid contro «obiettivi dei gruppi terroristici» nelle province siriane di Aleppo, Idlib e Dayr az-Zor. In dichiarazioni all’agenzia di stampa ufficiale iraniana Irna, Shamkhani ha commentato queste notizie parlando brevemente della «cooperazione strategica tra Iran e Russia nella lotta al terrorismo in Siria» e della «condivisione di strutture e competenze a questo scopo».

Far partire i raid aerei in Siria dall’Iran è meno costoso e più sicuro: lo ha dichiarato l’ammiraglio russo Vladimir Komoedov, capo della Commissione Duma per la Difesa. «Volare dalle basi della parte europea della Russia è costoso e richiede tempo. La questione delle spese per le azioni belliche e militari è adesso di grande importanza. Non dobbiamo sforare il budget attuale del ministero della Difesa. I voli dei Tupolev Tu-22 dall’Iran significano meno carburante e maggiore carico di bombe».

Vittime civili

Almeno 20 civili, fra i quali 3 bambini, sono stati uccisi in raid aerei che hanno colpito oggi parti di Aleppo al di fuori del controllo governativo, secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus).  In particolare, sono stati bombardati i quartieri di Al Sakhur e Al Bab. Secondo l’ong il bilancio è destinato ad aggravarsi.

No comment Usa su intesa per Aleppo

«Rappresentanti del Dipartimento di Stato Usa hanno detto che ancora non vi è nulla da annunciare» riguardo un’imminente intesa con la Russia per operazioni congiunte ad Aleppo, in Siria. È quanto riporta la Cbs, riferendo così il commento da parte statunitense alle dichiarazioni del ministro della Difesa di Mosca, Serghei Shoigu, secondo cui Usa e Russia sono «vicine» al lancio di operazioni congiunte nella città siriana. Secondo la Cbs, rilanciata dall’agenzia Ria Novosti, «colloqui diretti tra Usa e Russia continuano a Ginevra e non esiste una scadenza per gli accordi di cooperazione, ma l’auspicio è di raggiungere qualcosa prima che il presidente Obama e quello russo Vladimir Putin si incontrino i primi di settembre» per il G20.

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4 commenti

  1.   

    Yemen: bombe saudite sull’ospedale
    «Non sono stati errori […] le coordinate GPS delle nostre strutture sono state rese note a tutti gli schieramenti impegnati nei combattimenti». Così Xisco Villalonga, vicedirettore delle operazioni di Medici senza Frontiere sul bombardamento di una loro struttura sanitaria colpita ieri inYemen dalla «coalizione a guida saudita» che da tempo lotta contro la ribellione degli sciiti Huti. A interpellare il dirigente dell’organizzazione umanitaria, per la Repubblica del 17 agosto, è stata Veronica di Norcia.
    È la quarta struttura sanitaria di Medici senza Frontiere distrutta in Yemen dai raid della coalizione internazionale a guida saudita.
     
    Nota a margine. C’è un’evidente discrasia tra gli ospedali bombardati nella guerra yemenita e quelli distrutti in Siria: i primi non fanno notizia…..
    E ciò accade nonostante il fatto che in Yemen tali ospedali siano regolarmente segnalati, cosa che non avviene in Siria per una precisa scelta di Medici senza Frontiere (da qui la possibilità che tali strutture, nascoste in siti anonimi – anzi «mimetizzate», come spiegatoin una nota precedente – finiscano sotto le bombe)…..
    http://piccolenote.ilgiornale.it/29676/yemen-bombe-saudite-sullospedale
    Siccome pecunia non olet , l’Italia continua il suo sporco, ma lucroso, commercio!
     Il Parlamento europeo, il 27 febbraio scorso ha adottato una risoluzione sullo Yemen affinchè si ponga fine alla guerra in corso, con un esplicito emendamento (votato da 359 parlamentari con 212 voti contrari) che richiama la necessità di fermare il flusso di armi. E’ servito a qualcosa?
     
    Niente affatto, dato che a fine giugno, scrive La Notizia,  le spedizioni di bombe aeree dall’ Italia all’Arabia Saudita sono riprese. E con numeri spaventosi. Basta d’altronde riprendere il registro del commercio estero dell’Istat per appurare dati e numeri: 123 quintali (Kg. 122.835) di “armi e munizioni” – ma di fatto sono bombe – per un valore di oltre 4,6 milioni di euro sono state inviate nel mese di marzo (dunque dopo la risoluzione Ue) all’Arabia Saudita dalla provincia di Cagliari. Insomma, nulla è cambiato, nemmeno dopo la risoluzione 

  2.   

    Mosca ha fatto decollare per la prima volta dall’Iran aerei militari impiegati nei raid aerei in Siria
     Il  portavoce del Dipartimento di stato americano Mark Toner ha definito “infelice” l’impiego della base da parte delle forze russe, aggiungendo che tale impiego potrebbe violare la risoluzione 22311, che mette fuorilegge le forniture di materiale militare all’Iran senza previa approvazione delle Nazioni unite. 

  3.   

    Ma cos’é esattamente questo Osservatorio Siriano e quale affibilità ha?
     E’una sola persona, Rami Abdulrahman, che vive a Coventry, in Inghilterra, e riceve via telefono dalla Siria le varie informazioni dei ‘ribelli’ che poi rigira agli organi di stampa.
     http://www.ossin.org/rubriche/169-crisi-siriana-inchieste/1204-lopposizione-siriana-chi-costruisce-la-narrazione#!/ccomment
     

  4.   

    non date la colpa a PUTIN  se gli USA  si sono rimbecilliti.  perso l’iran  persa siria e dintorni persa la turchia  persa la crimea  persa la libia gli rimangono i  sauditi ma non è che stian tanto  bene.