Nucleare, per tre anni gli Usa hanno spiato le comunicazioni di Israele

Dal 2011 al 2013 l’intelligence americana ha ascoltato le conversazioni private di Netanyahu e dei funzionari di Gerusalemme per timore che l’alleato scoprisse i negoziati segreti con l’Iran. …

Dal 2011 al 2013 l’intelligence americana ha ascoltato le conversazioni private di Netanyahu e dei funzionari di Gerusalemme per timore che l’alleato scoprisse i negoziati segreti con l’Iran.
La US National Security Agency (Nsa) ha spiato le comunicazioni tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e deputati degli Stati Uniti e dei gruppi americani-ebraici. Lo riferisce il Wall Street Journal. Gli Stati Uniti hanno ascoltato le conversazioni telefoniche dei più importanti funzionari israeliani, comprese le conversazioni private di Netanyahu, in quanto ritenevano, spiega il report del quotidiano, che l’informazione intercettata avrebbe potuto essere utile per contrastare la campagna di Netanyahu contro l’accordo nucleare degli Stati Uniti con l’Iran.
Ai tempi gli Stati Uniti stavano cercando un accordo sul nucleare con l’Iran, senza che lo storico alleato lo sapesse, mentre Netanyahu si stava preparando per possibili attacchi contro un impianto nucleare iraniano nel 2011 e nel 2012. Nel 2013 le agenzie di intelligence degli Stati Uniti avevano determinato che Netanyahu non aveva intenzione di colpire l’Iran, ma avevano un altro motivo per spiare le conversazioni: la Casa Bianca voleva sapere se Israele fosse venuto a conoscenza dei negoziati segreti con l’Iran.
Il presidente americano Barack Obama ha mantenuto il monitoraggio di Netanyahu per il fatto che esso rappresenta un “obiettivo di sicurezza nazionale”. Dopo le rivelazioni di operazioni di spionaggio da parte dell’agenzia nel 2013, arrivate da Edward Snowden, Obama ha annunciato che avrebbe frenato tali intercettazioni nel gennaio 2014.

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