Con il nazionalista Trump alla Casa Bianca, Merkel leader del mondo democratico?

L’elezione a sorpresa di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti ha determinato una maggiore responsabilità nella difesa dei valori e degli interessi occidentali sulle spalle di Angela …

L’elezione a sorpresa di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti ha determinato una maggiore responsabilità nella difesa dei valori e degli interessi occidentali sulle spalle di Angela Merkel. Lo sostengono diversi analisti, alcuni dei quali hanno addirittura ‘incoronato’ la cancelliera tedesca come nuovo “leader del mondo libero”.

Mentre l’ultimo decennio è stato caratterizzato dal fronte unito rappresentato da Gran Bretagna, Francia e Germania con gli Stati Uniti su vari dossier – dalle questioni Nato alla difesa delle libertà fondamentali – dai prossimi anni sembra destinato a emergere un quadro più frammentato.

Durante la sua campagna Trump ha evidenziato un approccio protezionista e anti-immigrazione, mentre Londra è preoccupata a mettere al sicuro il suo futuro fuori dall’Unione Europea dopo il voto shock sulla Brexit nel referendum dello scorso giugno. Il presidente francese Francois Hollande ha i suoi bei grattacapi, visto il tasso di gradimento in picchiata a pochi mesi dalle elezioni di maggio, che potrebbero vedere la candidata dell’estrema destra Marine Le Pen raggiungere il ballottaggio.

Merkel, da undici anni al timone, sembra dunque l’ultimo baluardo di stabilità e liberalismo tra gli alleati occidentali. “Merkel…è all’improvviso diventata il leader più importante del mondo libero, democratico e liberale”, ha sottolineato il quotidiano di sinistra Ttedesco az. Lo storico ed editorialista Timothy Garton Ash è apparso sulla stessa lunghezza d’onda, dalle colonne del Guardian: “Sono tentato di dire che adesso il leader del mondo libero è Angela Merkel”.

Piuttosto che visitare la Gran Bretagna – tappa naturale per qualunque leader della Casa Bianca, vista la relazione speciale tra i due Paesi – il presidente Barack Obama arriva oggi a Berlino per l’ultima visita ufficiale in Europa, in quello che molti considerano il passaggio del testimone alla Merkel. Prima della visita, proprio Obama ha ricordato che la cancelliera tedesca “è probabilmente stato il mio alleato internazionale più stretto in questi ultimi otto anni”.

Il non formale messaggio di Merkel a Trump dopo la sua vittoria non è passato inosservato agli osservatori: mentre gli altri leader hanno semplicemente promesso di mantenere stretti rapporti con gli Stati Uniti, la cancelliera li ha collegati ai valori democratici. Ha infatti sottolineato che ogni “stretta cooperazione” deve essere sulla base dei “valori della democrazia, della libertà, del rispetto dello stato di diritto e della dignità umana, a prescindere dall’origine, dal colore della pelle, dalla religione, dall’orientamento sessuale o dal credo politico”.

Frasi che hanno indicato che la leader tedesca è destinata ad accettare – forse a malincuore – il mantello del “leader del reale, restando Occidentale e rammentandone a Trump i valori”, ha scritto il quotidiano Die Welt. “E’ più che mai la donna che sta contrastando uomini come il presidente russo Vladimir Putin o il presidente turco Recep Tayyip Erdogan”, ha aggiunto Taz.

Merkel, 62 anni, non possiede la capacità oratoria di Obama ma la sua voce è sempre più forte nel panorama mondiale.

Ha sfruttato il suo fluente russo per mediare con Putin nel conflitto in Ucraina. E quando la maggior parte dei Paesi era impegnata a chiudere le porte ai rifugiati in fuga dalla guerra nei Paesi a maggioranza musulmana, la cancelliera ha lasciato entrare lo scorso anno 900mila persone, decisione che Trump ha bollato come “folle”.

Il presidente eletto, che ha promesso di espellere milioni di migranti sprovvisti di documenti dagli Stati Uniti, ha reso le politiche anti-immigrazione un caposaldo della sua campagna elettorale. Pochi, pochissimi si aspettano si lui ad assumere la leadership nel contrastare Putin, visti i suoi sperticati elogi verso l’uomo forte del Cremlino.

Se Trump mantenesse poi le promesse di cancellare gli accordi di libero scambio e quelli sul cambiamento climatico e il programma nucleare iraniano, oltre che a riconsiderare la protezione degli alleati Nato che non hanno saldato i propri debiti, potrebbe venir meno il ruolo che gli Stati Uniti hanno sempre avuto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in poi, quello di garanti della pace mondiale.

Stefani Weiss, esperta di integrazione europea e politica estera alla Fondazione Bertelsmann, ha indicato che gli Stati Uniti avevano iniziato a ridimensionare il proprio ruolo di “polizia mondiale” e cedere maggiori responsabilità all’Europa con Obama. “Questo è un trend destinato probabilmente a prevalere e che si intensificherà con la presidenza Trump”, ha affermato. (Askanews)

 

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