Mattarella: ‘Non si vota senza nuova legge’. Renzi: ‘Governo di responsabilità o le urne’

Matteo Renzi nella direzione del Pd di domani, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, indicherà un bivio: o un governo di responsabilità nazionale con la più …

Matteo Renzi nella direzione del Pd di domani, a quanto si apprende da fonti di maggioranza, indicherà un bivio: o un governo di responsabilità nazionale con la più ampia partecipazione delle forze politiche per affrontare le scadenze del paese o le elezioni.

Il Pd, spiegano le stesse fonti, non è intenzionato a reggere un governo da solo facendosi «rosolare» dalle opposizioni che chiedono le urne anticipate e accusano i dem di volere restare al governo.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nelle stesse ore, sosterrebbe però una posizione diversa. Il Quirinale considererebbe «inconcepibile indire elezioni prima che le leggi elettorali di Camera e Senato vengano rese tra loro omogenee», secondo quanto scrive l’Huffington Post.

LE CONSULTAZIONI PER IL NUOVO GOVERNO

Le consultazioni per la formazione del nuovo Governo inizieranno giovedì, al massimo venerdì: questo è l’orientamento del Quirinale alla vigilia del voto di fiducia sulla manovra e della direzione del Pd.

LA SENTENZA DELLA CONSULTA SULL’ITALICUM

Sarà il 24 gennaio l’udienza della Corte Costituzionale per discutere e decidere cosa salvare dell’Italicum. In queste ore convulse di incertezza politica e istituzionale, è il primo punto fermo che permette di delineare un calendario nella crisi di governo.

Mattarella ha congelato le dimissioni di Renzi fino all’approvazione parlamentare della legge di Bilancio. I passi successivi sarebbero due: andare subito al voto o riscrivere una legge elettorale per la Camera e il Senato. La Corte avrebbe dovuto esaminare l’Italicum il 4 ottobre ma il 19 settembre decise di far slittare tutto a data da stabilire proprio per evitare interferenze prima del referendum. Da settimane si diceva che l’udienza si sarebbe tenuta tra la seconda metà di gennaio e gli inizi di febbraio.

La Consulta è chiamata da tre tribunali – Messina, Torino e Perugia – a valutarne la legittimità e le pressioni per cambiare capitoli importanti della legge sta diventando sempre più forte. In gioco ci sono soprattutto premio di maggioranza e ballottaggio. Senza il doppio turno, l’Italicum – valido solo per la Camera – si trasformerebbe in una sorta di proporzionale con premio di maggioranza al 40%. La scelta del 24 gennaio apre alla seria possibilità di un esecutivo tecnico o istituzionale che permetterà al parlamento di mettere mano alla legge. Oppure si potrebbe configurare lo scenario di andare al voto con l’Italicum smontato dalla Consulta alla Camera e il Consultellum, il proporzionale puro sopravvissuto alla bocciatura del Porcellum, al Senato. A quel punto la prospettiva di un Parlamento senza una maggioranza di governo certa diventerebbe più concreta. E la conseguenza sarebbero nuovamente le larghe intese.

Non tardano le prime reazioni: La Lega Nord chiede ufficialmente alla Consulta «di anticipare entro l’anno la sentenza sull’Italicum. La data annunciata è folle perché dopo il voto sul referendum, che ha dato indirizzo di forte cambiamento, tenere il paese in stallo per tutto questo tempo non è ammissibile».

Fonte: La Stampa

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1 commento

  1.   

    bene mattarella.  caro renzi un irresponsabile che chiede un governo di responsabilità è da irresponsabili. sebbene l’idea sia corretta ma tardiva si potrebbe fare ma senza di te. Rignano ti attende. questo vale anche per maria etruria  boschi.