Identikit di Marco Carrai, uomo ombra del premier Renzi

Il Richelieu del rottamatore, il Gianni Letta renziano, il gran ciambellano del Giglio magico. Esiste una folta collezione di nomignoli – e una ricca letteratura sulle gesta – …

Il Richelieu del rottamatore, il Gianni Letta renziano, il gran ciambellano del Giglio magico. Esiste una folta collezione di nomignoli – e una ricca letteratura sulle gesta – di Marco Carrai. Che a Firenze oggi è conosciuto più semplicemente come Marchino. In realtà Carrai è cresciuto a Greve, piccolo comune immerso nelle colline del Chianti, noto per aver dato i natali anche al grande navigatore Giovanni da Verrazzano. Al primo voto politico il 19enne Marco si impegna nei club locale della nascente Forza Italia. Dura pochissimo. Negli anni Novanta dirige con un amico un giornale parrocchiale, si chiamava Quelli che il Chianti . Un giorno qualcuno gli racconta che a Firenze ci sono dei giovani che s’incontrano ogni settimana nella sezione dell’allora Partito popolare italiano. Lì incontra Matteo Renzi, allora ventenne. Il tandem comincia a rodarsi: prima la lista per le elezioni universitarie, poi l’idea di un questionario da distribuire a tutte le famiglie fiorentine per avere un riscontro sull’operato dell’allora sindaco Leonardo Domenici.

La coppia cresce: Matteo diventa segretario provinciale del Ppi e Marco il suo assistente, uno diventa segretario provinciale della Margherita e l’altro il suo braccio destro, poi diventa presidente della provincia di Firenze e Marchino viene nominato caposegreteria e consigliere comunale (ottenendo anche l’incarico di ad della Florence Multimedia, la società creata da Renzi per gestire la comunicazione e su cui poi la Corte dei conti aprirà un’inchiesta). Quando l’amico diventa sindaco, nel 2009, per un breve periodo fa il suo consigliere a titolo gratuito. Poi prende il timone della Firenze Parcheggi, partecipata dal Comune e Matteo lo impone anche nel salotto dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze per rottamare l’asse delle famiglie aristocratiche fiorentine. Per lui a Palazzo Chigi, quando inizia l’era renziana, zero poltrone, (anche perché, a un mese dalla nomina di Renzi premier, sui giornali scoppia la polemica per il contratto di affitto di una casa di Firenze intestato a Carrai in cui Matteo ha risieduto per circa tre anni dal 2011 a inizio 2014) ma Marchino c’è sempre. Cattolico praticante, dalla fede passano anche le sue relazioni.

Per un certo periodo vicino a Comunione e liberazione (il cugino Paolo è l’ex presidente della Compagnia delle opere in Toscana), in ottimi rapporti con la Curia fiorentina grazie all’amicizia con il presidente dell’Opera del Duomo Franco Lucchesi, avrebbe stretto mani importanti anche con il «giro» dell’Opus Dei. Chiudono il cerchio i legami con la lobby ebraica: in questi giorni si dice che Carrai vuol portare in Italia alcuni fondi di Wadi Ventures, sede a Tel Aviv, che investono in giovani imprese ad alto potenziale di sviluppo. Uno dei due fondatori, Jonathan Pacifici, è molto amico di Marco e tra i partner della società c’è anche Marco Bernabè, figlio di quel Franco (in passato numero uno di Eni e Telecom) già socio in alcune iniziative dello stesso Carrai. Caso vuole che il presidente del Consiglio sia da poco tornato dalla sua missione in Israele. Del resto è sempre stato così. Uno è il centravanti di sfondamento, l’altro il tessitore di centrocampo. Dalla rete Usa – Carrai è ottimo amico di Michael Ledeen, intellettuale conservatore membro della Foundation for Defense of Democracies di Washington – a quella britannica (quando Renzi pranzava con Tony Blair al St Regis di Londra, a tavola c’era anche Marchino).

I contatti servono a spalancare porte, liberare strade e soprattutto a raccogliere soldi. Quello che gli americani chiamano fund raising, mestiere in cui Carrai è diventato ormai esperto: prima con l’associazione Link (dal 2007 al 2011 raccoglie e investe nell’attività politica di Renzi circa 750mila euro) poi con Festina Lente che nel gennaio 2012 organizza una cena di raccolta fondi per Renzi al Principe di Savoia di Milano portando a casa 120mila euro. Anche la famosa cena meneghina dell’ottobre 2012 che passò come un evento organizzato da Davide Serra in realtà è stata opera di Carrai. Poi arrivano le Leopolde e il fund raiser non si ferma, anzi rilancia, con la Fondazione Big Bang oggi ribattezzata Open. Qualcuno dice sia molto cambiato da quando ha sposato la storica dell’arte Francesca Campana Comparini con una cerimonia blindatissima cui parteciparono vip della politica e della finanza. Pare aver abbandonato la sobrietà, francescana e lapiriana, e che sia diventato più mondano. Sebbene il tempo libero scarseggi. Da quando Renzi è a Palazzo Chigi, ha infatti iniziato una seconda vita da manager.

Il suo business ruota attorno alla Cambridge Management Consulting Lab, società di consulenza strategica lanciata nel 2012 con sede legale a Firenze ma uffici in un bel palazzo milanese. Nel 2014, secondo anno dell’Era Renziana, il volume d’affari delle commissioni è schizzato dagli 1,72 milioni del 2013 a oltre 5,7 milioni. Carrai è stato, inoltre, riconfermato nelle scorse settimane presidente dell’aeroporto fiorentino Vespucci, fresco di nozze con quello pisano. È entrato nel cda della Bassilichi, azienda che opera nel settore della monetica e nei servizi di back office (la burocrazia che sta dietro agli sportelli bancari) di cui è azionista anche Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di commercio che siede a fianco di Marchino nel Consiglio dell’aeroporto. Relazioni e intrecci che torneranno utili sul fronte degli investimenti in vista del vertice dei grandi del G7 che Firenze ospiterà nel 2017. Chi pensa che le mosse di Marchino siano confinate nelle mura fiorentine e nell’orticello dei potentati locali, però, si sbaglia di grosso. Carrai serve a Renzi come avamposto. Quasi un sindaco «ombra» impegnato a oliare bene i meccanismi del Giglio magico in loco senza però mai scendere dal tandem su cui è salito tanti anni fa insieme all’amico Matteo.

di Camilla Conti

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Giornale

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