G20: terrorismo e immigrazione preoccupano, ma la “priorità” è rilanciare la globalizzazione

Sempre il solito G20. I Grandi della terra si riuniscono in Cina e il problema più urgente da “risolvere” è quello di restituire credibilità alla globalizzazione. E solo …

Sempre il solito G20. I Grandi della terra si riuniscono in Cina e il problema più urgente da “risolvere” è quello di restituire credibilità alla globalizzazione. E solo dopo si parlerà di crescita, economia, immigrazione, terrorismo e salute.

Ecco perché il documento finale a cui stanno lavorando i funzionari dei vari Paesi avrà una parte consistente dedicata alla sovrapproduzione di acciaio da parte della Cina, che ospita il vertice e sta provando a stralciare questa parte per inserirla in un programma parallelo.

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Ma da quell’orecchio sembra che i leader occidentali non vogliano sentirci. Per loro la soluzione alla crisi mondiale dell’economia è, appunto, la globalizzazione e i suoi benefici, cioè il fenomeno che analisti e popoli hanno sempre individuato invece come responsabile della situazione drammatica dei giorni moderni.

In totale il report che sarà pubblicato al termine dei lavori dovrebbe avere 7mila parole – fanno sapere fonti del Wsj da Hangzhou -, che comprenderanno temi complessi, come immigrazione, terrorismo, energia e salute, in particolare con un approfondimento sulla diffusione del virus Zika. Anticipazioni su come i potenti intendono affrontare questi argomenti, però, non escono, eccezion fatta per l’energia, sulla quale emerge solo la divisione tra Paesi (come l’Arabia Saudita) che premono per restare sul petrolio e altri che invece vorrebbero dare la svolta definitiva all’uso di fonti rinnovabili o il passaggio al nucleare.

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In Cina si sta parlando anche di Brexit, ovviamente. Il primo ministro britannico, Theresa May, ha infatti cercato di rassicurare gli altri leader che la decisione della Gran Bretagna di lasciare l’Unione europea non ostacolerà ulteriormente il commercio globale.

Il G20, che rappresenta l’85% dell’economia mondiale, ha avuto un impatto maggiore rispetto a quello di otto anni fa, quando il vertice fu organizzato in tutta fretta ad inizio crisi per affrontare un unico obiettivo: prevenire il caos dei mercati finanziari. Ora le cose sono cambiate: alcuni Paesi sono in crescita e non vogliono rinunciare alla propria raccolta, mentre altri non si sono ancora ripresi e rischiano l’osso del collo. Queste divisioni, dunque, rischiano di riverberarsi sull’economia mondiale, facendo perdere tutta la forza acquisita al G20.

Missili della Corea del Nord verso il Giappone

La Corea del Nord ha lanciato nella notte di lunedì 5 settembre tre missili balistici al largo della sua costa orientale. Lo riferisce l’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Si tratta di una nuova dimostrazione di forza da parte di Pyongyang, che viene due settimane dopo un ulteriore lancio di un missile da sottomarino e mentre in Cina si tiene il G20 al quale partecipano i maggiori leader mondiali, tra i quali il presidente Usa Barack Obama. I missili sono stati lanciati alle 5 del mattino italiane da Hwangju, nella parte orientale della Corea del Nord, ed erano diretti verso il Giappone, ha precisato l’agenzia, citando lo stato maggiore militare sudcoreano.

I tre missili nordcoreani potrebbero essere caduti nella zona economica esclusiva nipponica del Mar del Giappone, dopo aver volato 1.000 chilometri, scrive l’agenzia di stampa Kyodo, citando fonti del governo di Tokyo e precisando che le autorità stanno verificando questa circostanza. Intanto gli Usa hanno condannato il lancio: “L’azione sconsiderata da parte della Corea del Nord pone minacce al commercio aereo e marittimo nella regione”, ha detto infatti un alto esponente dell’amministrazione Usa.

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2 commenti

  1.   

     
    I GLOBALISTI DEL G20 MINACCIANO RITORSIONI CONTRO IL REGNO UNITO PER LA BREXIT
     
    http://scenarieconomici.it/i-globalisti-del-g20-minacciano-ritorsioni-contro-il-regno-unito-per-la-brexit/
     
        Visti i successi della Brexit in campo economico e la crescente fiducia che tale azione ha infuso nei nazionalismi in tutta Europa:

    …ecc…

     

  2.   

     
    Marine Le Pen: I patrioti di “Alternative für Deutschland” (AfD) hanno spazzato via la Merkel
     
    http://www.controinformazione.info/marine-le-pen-i-patrioti-di-alternative-fur-deutschland-afd-hanno-spazzato-via-la-merkel/
     
    di Luciano Lago
    Mentre la stampa europea cerca di minimizzare la portata del successo della AfD nelle elezioni in Germania, la leader del Front National, Marine Le Pen, si è congratulata per l’ottimo risultato della formazione identitaria tedesca con cui il suo partito condivide le idee circa il rigetto delle politiche della UE, in particolare il rifiuto delle politiche migratorie e il processo di islamizzazione che sta vivendo l’Europa.
    La Le Pen ha sottolineato che questo successo della AfD rappresenta “un passo in avanti” verso l’affrancamento dei popoli dall’oligarchia di Bruxelles ed ha ribadito che “quello che sembrava impossibile oggi è una realtà e questo successo rappresenta il fallimento delle politiche comunitarie ed il cambiamento che si sta producendo nel vecchio continente”.
     
    In effetti, dopo il Brexit, qualche cosa sta cambiando in Europa e le ambigue politiche di Angela Merkel e dell’oligarchia di Bruxelles durante la crisi dei rifugiati iniziano a ricevere il castigo delle urne. Alternativa per la Germania (AfD) è riuscita ad avere eccellenti risultati nelle ultime elezioni tenutesi nella regione di Mecklemburgo-Anteporemania ed ha superato per la prima volta la CDU, il partitito Cristiano-Democratico della cancelliera Merkel. Il nuovo successo di AfD si è basato su un discorso politico in contrasto con le politiche migratorie dell’Unione Europea ed a favore delle radici cristiane dell’Europa, un risultato che consolida, anche in Germania, la presenza di una destra alternativa identitaria, come indiscutibile protagonista di una nuova Europa che diventa leader nelle urne e nelle inchieste in quasi tutti i paesi. Questo avviene nonostante tutte le contraddizioni e le differenze che sono presenti fra i vari movimenti e partiti identitari.
     
    Questi partiti e movimenti come AfD in Germania, come l’FPO in Austria, come il PVV in Olanda, la Lega Nord in Italia, il Vlaams in Belgio, come FIDESZ, il partito di Orban in Ungheria, stanno diventando l’incubo per i partiti ed i Governi filo europeisti in tutta Europa che vedono giorno per giorno erodere i loro consensi, nonostante che i partiti filo europeisti dispongano del controllo del possente apparato mediatico che appartiene agli stessi gruppi finanziari che orientano le scelte dell’oligarchia europea.
    Il linguaggio che viene espresso da partiti come AfD è totalmente opposto ai dogmi mondialisti del Pensiero Unico e multicultarista predicato incessantemente dalle TV e dai media. Questi partiti come AfD ed il Front National in Francia hanno espresso opinioni come “uscire dall’euro, riprendersi la sovranità nazionale, chiudere le porte all’invasione di massa dell’Europa ed all’islamizzazione strisciante, rifiuto dell’ideologia del multiculturalismo”, concetti che rappresentano una ribellione contro il dogma progressista e del “politicamente corretto”.
    Non è bastata la demonizzazione e la diffamazione contro AfD che veniva definito dai media come partito nazionalista retrogrado e populista, nascondendo il fatto che questo movimento è nato per l’iniziativa di un gruppo di professori universitari di prestigio e di manager di successo che hanno voluto dare voce ad una opposizione crescente alle politiche suicide della Mekel e della UE.
    Il messaggio di AfD è chiaro: “Il nostro Stato la nostra Nazione non è un prodotto del caso. E’ l’opera di molte generazioni passate. Contempliamo con orgoglio una ricca cultura, le libertà civili e politiche conquistate, la prosperità. Noi siamo disposti ad aiutare molti paesi paesi del mondo ma esiste qualche cosa che non possiamo fare: consegnare la nostra terra e la nostra nazione. La Germania è il nostro paese”, così parlava Björn Höcke, portavoce per AfD per la Turingia, nel corso di una manifestazione dopo gli attentati di Parigi.
    Thilo Sarrazin, economista e saggista tedesco, ha definito questo fenomeno dell’ascesa inarrestabile dei movimenti nazionalisti come “la resistenza dei popoli al proprio annientamento”.
    Nel frattempo durante il veritce del G20 in Cina si è svolta una incredibile sceneggiata” con gli stessi leader dei paesi dell’Unione Europea e della NATO, (fra i quali spiccava anche il rappresentanrte dell’Arabia Saudita), i quali, dopo abbondanti profluvi di retorica, hanno richiesto un intervento internazionale per “risolvere il problema migratorio”.
    Naturalmente si nasconde il fatto che sono presenti al G20 gli stessi protagonisti che hanno creato tale problema causato dalle guerre e dalla destabilizzazione di paesi del Medio Oriente e dell’Africa, oltre che dalla politica del caos portata dall’Amministrazione USA e dai suoi alleati della NATO.
    Una nota per l”Italia, rappresentata dallo “statista fiorentino”, il quale ha ricevuto gli elogi dallo stesso Obama, ineffabile “premio Nobel” per la pace, che si è interessato alle riforme del Governo Renzi, ed ha manifestato la sua preoccupazione circa il risultato del referendum costituzionale che avrebbe un effetto destabilizzante sull’intera Europa se dovesse prevalere il No. Preoccupazione condivisa anche dagli altre rappresentanti dei paesi europei.
    Una manifestazione questa del G20 in Cina che avrebbe potuto essere ben predisposta per il Teatro dell’assurdo scritto ed ideato dal grande Samuel Beckett.