Cacciari: “Basta con il mondo di ieri, nessuna sinistra oggi può vincere in Europa”

Ma anche a destra non stanno bene. «Trump non viene dalla destra tradizionale, tanto che i repubblicani non lo volevano. La destra tradizionale non c’è più, non vengono …

Ma anche a destra non stanno bene. «Trump non viene dalla destra tradizionale, tanto che i repubblicani non lo volevano. La destra tradizionale non c’è più, non vengono da quella esperienza né i Grillo, né i Salvini e neppure i pro Brexit del Regno Unito».

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La crisi della sinistra è venuta a noia a Massimo Cacciari, che pure l’ha indagata a fondo come pochi. Ma, nella difficoltà di afferrare il nuovo ordine (o disordine) globale, il Novecento si prende la rivincita sulla Storia e ci riporta sempre al punto di partenza, tornando a proporre le logiche politiche di ieri.

Cosa possiamo dedurre dal trionfo di Hamon, la sinistra della sinistra francese?  

«Ma di quale trionfo parliamo? Di quale vittoria parliamo? Il problema, in Francia e nel resto d’Europa, non è quale sinistra o cosiddetta sinistra vinca le elezioni interne ma se la sinistra ce la fa poi alle elezioni che contano. E la risposta è no. È già capitato che alle primarie del centro-sinistra, anche alle primarie locali, prevalesse la sinistra sinistra. Come Hamon a Parigi, a Venezia a suo tempo passò Casson. Ma poi si perde regolarmente. Nessuna sinistra, socialdemocratica o meno, può vincere oggi in Europa».

Allora rovesciamo la domanda: perché la sinistra non vince più?  

«Ecco la domanda giusta. E la risposta è che ci sono ragioni storiche e strutturali, ragioni obiettive. Da una parte è venuta meno la classe operaia, il suo blocco sociale di riferimento, dall’altra la sinistra non ha capito la crisi fiscale dello Stato. Non c’è più spazio per la sinistra tradizionale, che si ricicli o meno. Certamente non c’è più spazio per i D’Alema e i Bersani. Ma in realtà non ce ne sarebbe neppure per i grandi leader socialdemocratici del passato come Willy Brandt, e non solo perché sono morti ma perché il mondo è cambiato e la sinistra tradizionale appartiene al mondo di ieri. Esattamente come la destra».

D’Alema minaccia scissione PD se Renzi chiede dimissioni governo. Nuovo partito al 14%

La destra, no. Altrimenti come spieghiamo l’elezione di Trump?  

«Trump non viene dalla destra tradizionale, tanto che i repubblicani non lo volevano. La destra tradizionale non c’è più, non vengono da quella esperienza né i Grillo, né i Salvini e neppure i pro Brexit del Regno Unito, dove i Tory erano piuttosto europeisti come Churchill. L’unica forza politica un po’ riconducibile al passato è Fratelli d’Italia, che però, non a caso, conta il 2%. Allo stesso modo Renzi non viene dalla sinistra tradizionale. Tutto questo è il mondo di ieri. Basta pensare che la prima clamorosa mossa di Trump è stata riavvicinarsi a Putin e che nel frattempo Putin si è ancor più clamorosamente avvicinato alla Turchia per intuire la portata del cambiamento rispetto al quale i concetti di destra e sinistra non spiegano più niente. O capiamo che i parametri del passato sono finiti, e non per incultura ma per motivi strutturali, o andremo incontro alla catastrofe».

I nuovi populismi intercettano il cambiamento in corso: saranno anche in grado di governarlo?  

«La parola populismi dice poco o nulla. Sono forze a volte più di destra, a volte più di sinistra e di sicuro non si oppongono al cambiamento in corso e non sono in grado di interpretarlo. Ma almeno rappresentano la testimonianza della fine delle politiche tradizionali e dei mutamenti radicali di questi anni. Oggi diciamo “populismi” come le antiche carte geografiche dicevano “hic sunt leones” per indicare le zone inesplorate: ci sembra che il problema siano loro ma il problema è capire dove andiamo smettendola di ragionare con gli schemi del passato».

Gli schemi del passato comprendono le probabilmente obsolete categorie destra e sinistra ma comprendo anche il rapporto tra capitale e lavoro, che invece sembra ancora piuttosto attuale. O no?

«Anche il capitale e il lavoro non sono più gli stessi. Il capitalismo si è deterritorializzato, lo Stato nazionale non ha più la sovranità politica sui flussi di capitale, il lavoro dipendente è ormai polverizzato e non si organizza più come faceva nell’800 e nel ’900 nei grandi opifici. In realtà sarebbe bastato leggere Marx con attenzione per capire come sarebbe andata a finire, ma ormai ci siamo. Le diseguaglianze globali crescono a dismisura e in modo intollerabile. Questo è un colossale problema che prima o poi potrebbe far scoppiare tutto anche perché le grandi potenze politiche non sono per loro natura capaci di affrontarlo».

Cosa potrebbe fare la politica se, come suggerisce, decidesse di togliersi gli occhiali del passato?  

«Dovrebbe provare a capire e soprattutto dire la verità. Oggi il massimo che un politico può fare è essere onesto. Bisogna smetterla con le chiacchiere e invece elencare le poche cose che si possono fare illustrando come potrebbero funzionare meglio coordinandosi con altri. È assurdo continuare a sbandierare la sovranità illimitata che i politici non hanno più. Sono personalmente molto felice di questo intermezzo di Gentiloni in Italia, perché non dice un gran ché ma almeno non promette nulla».

Per quanto sia ancora una volta il mondo di ieri: ha ragione il filosofo sloveno Slavoj Žižek, quando sostiene che la destra cresce cavalcando i temi che un tempo appartenevano alla sinistra?  

«In qualche modo sì. Bisogna guardare ai problemi con modestia. Il lavoro non è più “massa” come quello del passato e i politici non l’hanno capito. I sindacati, per esempio, dovrebbero iniziare a occuparsi del lavoro dipendente disperso, della galassia del lavoro giovanile, del precariato a 500 euro al mese, dei cosiddetti voucher».

A onor del vero qualcuno in Europa ci prova. Il francese Hamon ne parla e anche Martin Schulz si è candidato contro la Cancelliera Merkel per recuperare terreno con le classi operaie migrate dalla socialdemocrazia alla nuova destra. Non è così?  

«Sinceramente mi auguro che in Germania vinca la Merkel, speriamo che prevalga alle elezioni e diventi leader: all’orizzonte la Cancelliera tedesca è l’unica che possa farlo. Lo ripeto: nessun partito socialdemocratico può oggi vincere in Europa. È passato il tempo. Vent’anni fa Tony e Blair e Clinton interpretarono la svolta epocale accodandosi al flusso egemonico della globalizzazione vincente senza alcuna critica. Da allora è andata sempre peggio, le sinistre hanno fatto tutti gli errori possibili, dal seguire l’America nelle sue scellerate guerre alla risposta, quella risposta, alle primavere arabe. E poi ancora, la Grecia, la Brexit, una sequenza di scelte sbagliate. Accodarsi come fecero Blair e Clinton non è una scelta politica ma sub-politica».

C’è ancora spazio per l’ambizione dei giovani ad avere un sogno?  

«Poco. Ma è pessimo che i politici facciano finta di niente promettendo loro la sovranità illimitata che non hanno, come avvenuto in Italia negli ultimi tempi. Bisogna spiegare ai giovani come stanno le cose invece di elargire elemosina, come nel caso degli 80 o i 500 euro».

Il reddito di cittadinanza è un buon punto di partenza?  

«Quella è la strada giusta. Se ci illudiamo che ci sarà di nuovo uno sviluppo capace di produrre più lavoro sbagliamo. È ancora il mondo di ieri, quello in cui si credeva che la rivoluzione tecnologica avrebbe aperto nuovi settori. È un fatto: sebbene in occidente la ricchezza continui a crescere si riducono le chance per il lavoro. Ma non per questo bisogna lasciare la gente senza le risorse minime. È una delle poche cose serie e vere dette dal Movimento 5 Stelle: bisogna sganciare le aspettative di vita dal fatto che si lavori, non è impossibile da fare né disastroso. Il reddito di cittadinanza o come altro viene chiamato passa per un’utopia mentre è un approccio pragmatico, solidale e può ricostruire una comunità».

Solidale, comunità: non sono parole del mondo di ieri?  

«Da Aristotele a oggi non esiste comunità che possa esistere funzionando solo come un condominio. È razionale, logico. In un condominio, ammesso che sia vero, puoi startene chiuso in casa ma in un Paese, a livello nazionale, è difficile. L’America non funziona come un condominio e neppure la Russia e la Cina: o l’Europa lo capisce e smette di comportarsi come fosse un condominio dove si fanno solo i conti comuni o ci faranno il mazzo. Dobbiamo ragionare per provare a evitare il disastro oppure siamo finiti. Parlo dell’Europa ma anche dell’Italia. Ci sono già delle avvisaglie per noi, abbiamo votato no per salvare la Costituzione e adesso sarà tutto più difficile, ci chiederanno una manovrina, vedremo. Dovremmo ricordarci della Grecia, ho letto che in tre anni di Troika la ricchezza è diminuita del 35%. E voi credete che qui potremmo reggere misure di austerità del genere imposte ad Atene? Pensate che in Italia passerebbero senza sparare? I greci hanno retto ma le condizioni sono diverse, e non parlo solo di dimensione: se cadi dal primo piano puoi sperare di salvarti ma se cadi dal terzo piano crepi».

Fonte: La Stampa

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11 commenti

  1.   

    ma certamente .  capisco il fascino dei  principi ma conosco l’essere umano.  

    Originariamente inviato da Consuelo:  Il comunismo non è un programma per la condivisione dei benessere, bensì un metodo per il suo controllo. Il comunismo non è il movimento delle masse oppresse, ma dell’élite economica .  Se qualcuno ancora non ha capito questo è perchè non usa, a dovere, il dono dell’intelletto.

     

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     Il comunismo non è un programma per la condivisione dei benessere, bensì un metodo per il suo controllo. Il comunismo non è il movimento delle masse oppresse, ma dell’élite economica . 
    Se qualcuno ancora non ha capito questo è perchè non usa, a dovere, il dono dell’intelletto.

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    caro cesare hai  scritto un bellissimo articolo. bene la sinistra bene la destra e bene pure la democrazia. ora cosa succede. la democrazia ha smesso di esistere, la sinistra ha miseramente fallito e la destra..cosidetta in quanto non è destra ma un fenomeno a sè.. che sarebbe la globalizzazione … impazza  ma salterà come un tappo– ma sulla destra vera tutto sommato sei stato buono e non credo perchè il fenomeno ti appartenga ma perchè tutto sommato  gli errori..parlo post 45 ovviamente,,, sono stati  modesti e fuori dalla gestione stessa del potere.  vedi però mi permetto di asserire che il tentativo di trovare una terza via fra la sinistra agonizzante e la globalizzazione imperante che tenga in evidenza l’individuo, lo stato la solidarietà . debba almeno avere una possibilità.

    Originariamente inviato da Cesare58: Non è facile parlare di destra e sinistra, soprattutto quando viene a mancare la contrapposizione dura dovuta a climi da postguerra come quelli dal 45 al 1990 circa. Destra e sinistra sono due estremi, due dittature in certe parti diverse in altre uguali, chi difende la nazione e il popolo, chi difende il popolo a scapito dello stesso con l’annichilimento dell’individualismo. Sono due sistemi da momenti estremi, entrambi sbagliati, entrambi rivoluzionari, quindi se manca la base ovvero il clima rivoluzionario in cui la necessità prima è il rovesciamento del presente regime, entrambi cessano di avere successo, in quanto entrambi contengono errori macroscopici e insanabili. La sinistra da quando l’uomo è presente sul pianeta non ha mai arricchito il popolo, lo ha solo annichilito, frustrato, umiliato e impoverito mantenendo però una nomenclatura in agiatezza la quale di fatto, nei privilegi,  si è sostituita alla borghesia e ai capitalisti. Capito il giochino pochi possono essere favorevoli a un tale regime, che di fatto non nasce da nobili principi, ma da bassi istinti di vendetta, invidia e rivalsa verso chi si ritiene l’artefice delle proprie sfortune.  Il ventunesimo secolo che stiamo vivendo è all’insegna di progressi tecnologici enormi che hanno cambiato repentinamente modelli di business secolarizzati e hanno introdotto a livello planetario nuovi soggetti sovranazionali in grado di condizionare le scelte politiche dei vari Paesi in funzione esclusivamente di una propria convenienza economica: le multinazionali produttive, commerciali e finanziarie. Le scelte politiche dei vari Paesi si sono appiattite sulle richieste delle multinazionali anche quando, quasi sempre, sono in contrasto con gli interessi nazionali e di mantenimento del benessere dei popoli. La sinistra ha sempre appoggiato consciamente o inconsciamente la deriva globalista, interpretandola come un riformismo positivo che abbattendo le barriere tra le varie nazioni portava ad una integrazione economica e culturale globale. Va detto che per la sinistra le leggi dell’economia e il ciclo di produzione di ricchezza sono l’equivalente di un litro di barbera per un astemio, ovvero il male assoluto da evitare e da ignorare. In forza di questo la sinistra non si è resa conto che la deriva globalista andava a minare il benessere dei loro stessi elettori, ovvero di quella classe operaia che restava senza lavoro per la chiusura delle fabbriche a causa della competizione speculativa globale, non si è resa conto che, a cascata, venivano coinvolte anche tutte le altre categorie economiche come artigiani, professionisti, commercianti e infine, anche se in misura inferiore, per mancanza di fondi a causa della diminuzione di entrate tributarie, anche i dipendenti pubblici. La sinistra quindi ha perso sempre più peso perchè non è in grado di dare risposte ai problemi dei cittadini in quanto cristallizata in miopi visioni globaliste utopiche, ma soprattutto concettualmente sbagliate. La destra non ha brillato neppure lei nell’analisi delle cause di dissesto economico di questo XXI secolo, in quanto non ha capito che i nuovi attori presenti sul palcoscenico, ovvero le multinazionali, non rappresentavano l’estensione di quel diritto ad imprendere e ad accumulare risorse funzionale allo sviluppo economico e sociale di un popolo, bensì erano entità sovranazionali in aperto conflitto con gli interessi di una nazione o di un popolo. Nessuno dei due attori alle estremità degli schieramenti politici ha saputo interpretare correttamente l’evoluzione dei tempi, ed entrambi sono stati abbandonati dagli elettori. Il PD e il M5S hanno raccolto i transfughi delusi, ma devono stare attenti in quanto l’elettorato del XXI secolo è un elettorato “liquido” che si sposta da una parte all’altra in funzione di che risposte ha saputo dare il partito ai problemi contingenti della popolazione. Non esiste più l’elettore legato ideologicamente ad un partito, al massimo è legato alla personalità carismatica di un leader che viene considerato tale in funzione dei risultati, non delle chiacchiere. E’ una trasformazione che mette i politici nella necessità di dare risultati oppure di uscire di scena, non c’è più spazio per i cantastorie e gli imbonitori, o sai cosa fare e lo fai senza guardare in faccia a nessuno, e allora ti garantisci un futuro politico, oppure sai che ti manderanno a casa velocemente e senza appello.

     

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    Non è facile parlare di destra e sinistra, soprattutto quando viene a mancare la contrapposizione dura dovuta a climi da postguerra come quelli dal 45 al 1990 circa. Destra e sinistra sono due estremi, due dittature in certe parti diverse in altre uguali, chi difende la nazione e il popolo, chi difende il popolo a scapito dello stesso con l’annichilimento dell’individualismo. Sono due sistemi da momenti estremi, entrambi sbagliati, entrambi rivoluzionari, quindi se manca la base ovvero il clima rivoluzionario in cui la necessità prima è il rovesciamento del presente regime, entrambi cessano di avere successo, in quanto entrambi contengono errori macroscopici e insanabili. La sinistra da quando l’uomo è presente sul pianeta non ha mai arricchito il popolo, lo ha solo annichilito, frustrato, umiliato e impoverito mantenendo però una nomenclatura in agiatezza la quale di fatto, nei privilegi,  si è sostituita alla borghesia e ai capitalisti. Capito il giochino pochi possono essere favorevoli a un tale regime, che di fatto non nasce da nobili principi, ma da bassi istinti di vendetta, invidia e rivalsa verso chi si ritiene l’artefice delle proprie sfortune.  Il ventunesimo secolo che stiamo vivendo è all’insegna di progressi tecnologici enormi che hanno cambiato repentinamente modelli di business secolarizzati e hanno introdotto a livello planetario nuovi soggetti sovranazionali in grado di condizionare le scelte politiche dei vari Paesi in funzione esclusivamente di una propria convenienza economica: le multinazionali produttive, commerciali e finanziarie. Le scelte politiche dei vari Paesi si sono appiattite sulle richieste delle multinazionali anche quando, quasi sempre, sono in contrasto con gli interessi nazionali e di mantenimento del benessere dei popoli. La sinistra ha sempre appoggiato consciamente o inconsciamente la deriva globalista, interpretandola come un riformismo positivo che abbattendo le barriere tra le varie nazioni portava ad una integrazione economica e culturale globale. Va detto che per la sinistra le leggi dell’economia e il ciclo di produzione di ricchezza sono l’equivalente di un litro di barbera per un astemio, ovvero il male assoluto da evitare e da ignorare. In forza di questo la sinistra non si è resa conto che la deriva globalista andava a minare il benessere dei loro stessi elettori, ovvero di quella classe operaia che restava senza lavoro per la chiusura delle fabbriche a causa della competizione speculativa globale, non si è resa conto che, a cascata, venivano coinvolte anche tutte le altre categorie economiche come artigiani, professionisti, commercianti e infine, anche se in misura inferiore, per mancanza di fondi a causa della diminuzione di entrate tributarie, anche i dipendenti pubblici. La sinistra quindi ha perso sempre più peso perchè non è in grado di dare risposte ai problemi dei cittadini in quanto cristallizata in miopi visioni globaliste utopiche, ma soprattutto concettualmente sbagliate. La destra non ha brillato neppure lei nell’analisi delle cause di dissesto economico di questo XXI secolo, in quanto non ha capito che i nuovi attori presenti sul palcoscenico, ovvero le multinazionali, non rappresentavano l’estensione di quel diritto ad imprendere e ad accumulare risorse funzionale allo sviluppo economico e sociale di un popolo, bensì erano entità sovranazionali in aperto conflitto con gli interessi di una nazione o di un popolo. Nessuno dei due attori alle estremità degli schieramenti politici ha saputo interpretare correttamente l’evoluzione dei tempi, ed entrambi sono stati abbandonati dagli elettori. Il PD e il M5S hanno raccolto i transfughi delusi, ma devono stare attenti in quanto l’elettorato del XXI secolo è un elettorato “liquido” che si sposta da una parte all’altra in funzione di che risposte ha saputo dare il partito ai problemi contingenti della popolazione. Non esiste più l’elettore legato ideologicamente ad un partito, al massimo è legato alla personalità carismatica di un leader che viene considerato tale in funzione dei risultati, non delle chiacchiere. E’ una trasformazione che mette i politici nella necessità di dare risultati oppure di uscire di scena, non c’è più spazio per i cantastorie e gli imbonitori, o sai cosa fare e lo fai senza guardare in faccia a nessuno, e allora ti garantisci un futuro politico, oppure sai che ti manderanno a casa velocemente e senza appello.

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    Giusto perchè il politico in questione, tanto osannato per fare un esempio dalla Lilly Bilderberg, è di casa mia aggiungo che questo non solo non sa o meglio mente sulla sinistra che non esiste nel nostro paese, ma nemmeno i sindacanti esistono più dal 92. Non parlo di Cisl e Uil, ma proprio della Cgil e della Fiom, gente che mente sapendo di mentire in assemblea a chi gli paga lo stipendio. Persone che se valesse la regola ti pago e se non fai bene a casa, i lavoratori tesserati iniziando dai metalmeccanici dovrebbero mandarli tutti a casa Landini, Kamusso e via via fino ai passa carte che dimenticano pure di fare le raccomandate all’Inps per i ricongiungimenti contributivi.

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    Cacciari è uno che a scuola di partito deve essere passato, proprio per questo si guarda bene dal dire che le popolazioni di sinistra, o meglio quelle che dovrebbero esserlo :i derelitti,gli emarginati ,gli offesi dalla società, i disoccupati non parliamone, esistono eccome ;quello che non esiste assolutamente è chi li rappresenta come sinistra, perchè i politici che stanno da quel lato come poltrona sono sempre più ad azzuffarsi per mantenere e migliorare le loro di poltrone e i loro assurdi privilegi indebitando con maggior incisività il paese. Come possono parlare di sinistra individui abbarbicati al potere, ai privilegi e a perpetrarli peggio dei Romanov poveretti! Arrivano al potere con qualsiasi mezzo partendo dalgolpe di kingeorge del 2011, fino all’assurdo di questi giorni a Padova dove un Barabba del PD si chiede perchè in 20 mesi il sindaco che loro con le meretrici di alfanno hanno fatto cadere, non ha ancora costruito il nuovo ospedale. Dopo che loro in 25 anni, un quarto di secolo, di governo pdiota non hanno fatto nulla. Anzi volevano che fosse scelta un’area di privati priva di tutto da espropriare e quindi pagare, quando già disponibile area idoena come mezzi e di proprietà del comune, quindi a costo zero. Il Partito Dittatura è quello di kingeorge da qualsiasi parte lo si guardi: da lontano a roma o con la lente d’ingradimento vicino a casa anche di Cacciari.

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    caro  BELFY  .. per me un comunista rimane tale  ..a prescindere. non vi è dubbio che la preparazione di dalema, ma pure di veltroni  sia in quel settore di sinistra di gran lunga superiore a  quelli attuali.  loro almeno a scuola ..di partito… sono andati. se poi, grazie anche al tuo voto.. aqrriveranno al 14 …dati che da vittima del comunismo.. posso confermarti non lo sò.. ma in certe regioni  la..clientela… dalemiana esiste. i maligni dicono che abbaia per avere più candidati.  possibile ma è così che va il mondo.  ciao  u

    Originariamente inviato da belfagor: molto lucido un poco teorico ma alla fine anche confuso il discorso di Cacciari, nel senso che analizza correttamente lo scenario politico euopeo e italiano ma alla fine non propone nulla, certifica da notaio che destra e sinistra sono moribonde o morte (e comunque la sinistra non vince le elezioni….), che i populismi sono territorio inesplorato, bla bla bla.. ma poi? Trovo molto giusta la conclusione di Cacciari: Dovremmo ricordarci della Grecia, ho letto che in tre anni di Troika la ricchezza è diminuita del 35%. E voi credete che qui potremmo reggere misure di austerità del genere imposte ad Atene? Pensate che in Italia passerebbero senza sparare? I greci hanno retto ma le condizioni sono diverse, e non parlo solo di dimensione: se cadi dal primo piano puoi sperare di salvarti ma se cadi dal terzo piano crepi. Ma detto questo, cosa ci propone il filosofo gay veneziano, in un sistema in cui ci sono parlamenti, partiti, governi, istituzioni? Niente, non propone un fava. Non lo sa nemmeno lui!!!! Detto fra noi gli ibridi tra destra e sinistra – massimo esempio Renzi, berlusconiano doc che fece il takeover del PD (come Trump lo ha fatto del partito repubblicano negli Stati Uniti) – non possono funzionare, sono basati sul marketing come prodotti e ad un certo punto smettono di vendere e la gente passa ad altro. La gente (il popolo) ha bisogno di ideali, visioni del mondo, idee motivanti, ci si rompe i coglioni a parlare sempre di tasse, immigrati, immondizia, crimine. Per questo se ci fosse una scissione del Pd con D’Alema leader, io vi confesso sarei molto tentato. Non ho nessun odio per l’uomo come molti qui, anzi, apprezzo la sua intelligenza e il fatto di essere una spanna sopra gli altri (anche in termini di essere altezzoso). Tra D’Alema e qualche ragazzotto ignorante del M5S, stavolta non avrei dubbi, alle prossime elezioni. Per questo caro Cesare58 e caro Robi, in quel 14% potrei esserci anche io. PS: non scrivo di Trump perche’ mi viene il vomito (spero di non essere censurato, eh?), non voglio dare soddisfazioni ai trumpiani per sentito dire qui del sito (sapete chi siete!) ah ah ah   ciao a Peter e Normal. E a DonChi vorrei dire: non fare editoriali, che non fregano niente a nessuno con gia’ tutti i pomposi giornalisti a blaterare, caro luylab dialoga con noi, caruccettino… scrivi post, sii velenoso, non editorializzare le tue idee. Ah come rimpiango i bei tempi, la noia ci seppellira’…….      

     

  9.   

    Belfy Belfy se fai il bravo ti porto a vedere Ivanka negli Usa ah ah ah ah ah ah
     
     

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    molto lucido un poco teorico ma alla fine anche confuso il discorso di Cacciari, nel senso che analizza correttamente lo scenario politico euopeo e italiano ma alla fine non propone nulla, certifica da notaio che destra e sinistra sono moribonde o morte (e comunque la sinistra non vince le elezioni….), che i populismi sono territorio inesplorato, bla bla bla.. ma poi? Trovo molto giusta la conclusione di Cacciari: Dovremmo ricordarci della Grecia, ho letto che in tre anni di Troika la ricchezza è diminuita del 35%. E voi credete che qui potremmo reggere misure di austerità del genere imposte ad Atene? Pensate che in Italia passerebbero senza sparare? I greci hanno retto ma le condizioni sono diverse, e non parlo solo di dimensione: se cadi dal primo piano puoi sperare di salvarti ma se cadi dal terzo piano crepi. Ma detto questo, cosa ci propone il filosofo gay veneziano, in un sistema in cui ci sono parlamenti, partiti, governi, istituzioni? Niente, non propone un fava. Non lo sa nemmeno lui!!!! Detto fra noi gli ibridi tra destra e sinistra – massimo esempio Renzi, berlusconiano doc che fece il takeover del PD (come Trump lo ha fatto del partito repubblicano negli Stati Uniti) – non possono funzionare, sono basati sul marketing come prodotti e ad un certo punto smettono di vendere e la gente passa ad altro. La gente (il popolo) ha bisogno di ideali, visioni del mondo, idee motivanti, ci si rompe i coglioni a parlare sempre di tasse, immigrati, immondizia, crimine. Per questo se ci fosse una scissione del Pd con D’Alema leader, io vi confesso sarei molto tentato. Non ho nessun odio per l’uomo come molti qui, anzi, apprezzo la sua intelligenza e il fatto di essere una spanna sopra gli altri (anche in termini di essere altezzoso). Tra D’Alema e qualche ragazzotto ignorante del M5S, stavolta non avrei dubbi, alle prossime elezioni. Per questo caro Cesare58 e caro Robi, in quel 14% potrei esserci anche io.
    PS: non scrivo di Trump perche’ mi viene il vomito (spero di non essere censurato, eh?), non voglio dare soddisfazioni ai trumpiani per sentito dire qui del sito (sapete chi siete!) ah ah ah
     
    ciao a Peter e Normal. E a DonChi vorrei dire: non fare editoriali, che non fregano niente a nessuno con gia’ tutti i pomposi giornalisti a blaterare, caro luylab dialoga con noi, caruccettino… scrivi post, sii velenoso, non editorializzare le tue idee. Ah come rimpiango i bei tempi, la noia ci seppellira’…….
         

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    il discorso di cacciari  ha molti fondamenti.. sulla sinistra è impietoso.. la sua casa peraltro.. ma ha perfettamente ragione. se al nord la classe operaia..quella rimasta.. vota lega e se al centro ad esempio prende, come a roma, i voti solo ai PARIOLI  il destino è segnato. ormai imborghesiti i leader e pure i quadri intermedi che vivono di stipendio  e politica. intruppati nei peggiori affari degli ultimi 30 anni. non più un partito il pd ma un comitato d’affari . riguardo al resto  sono perplesso per un eventuale ricorso alle armi. se penso ad esempio che i manifestanti si sfogano con i poliziotti mal pagati  e poco tutelati mi vien sinceramente da ridere.