Boeri si scalda i muscoli, è il Monti 2016 per mandare a casa Renzi. E commissariare l’Italia

Si prepara l’ennesimo golpe extra-parlamentare? Trama la lobby legata all’Europa formata da ex presidenti del Consiglio (Letta, D’Alema, Prodi). Obiettivo: salvare il paese da un imminente collasso economico. …

Si prepara l’ennesimo golpe extra-parlamentare? Trama la lobby legata all’Europa formata da ex presidenti del Consiglio (Letta, D’Alema, Prodi). Obiettivo: salvare il paese da un imminente collasso economico.

La scena che vi stiamo per descrivere si ripete ormai da un po’ di settimane con una certa continuità. E da quando i mercati hanno deciso di punire con decisione le Borse europee, e soprattutto quella italiana, facendo registrare delle brusche oscillazioni sui titoli bancari (—) e rimettendo in movimento lo spread tra titoli di stato italiani e titoli di stato tedeschi (—), capita sempre più spesso che i collaboratori più stretti del presidente del Consiglio si ritrovino a rispondere a domande brusche come quelle ricevute in queste ore, a Roma, da diversi ambasciatori.

Il tema è il seguente e la domanda è stata rivolta ancora una volta ieri, da parte di un importante ambasciatore, a un esponente del Pd vicino al premier: “Ci risulta ci sia un piano per far cadere questo governo. Siete sicuri che il presidente del Consiglio non faccia la fine che ha fatto Berlusconi nel 2011?”. Il collaboratore di Renzi anche in questa occasione ha risposto con un sorriso e ha argomentato l’inesistenza di questa eventualità. La scena si ripete ormai da settimane con vari pezzi più o meno pregiati della diplomazia straniera.

Ma al contrario di quello che si potrebbe credere, la ragione per cui si è diffusa, anche in molte ambasciate romane, la voce che ci sia qualcuno che stia provando a lavorare ai fianchi il presidente del Consiglio non è legata a un’invenzione di qualche malelingua diplomatica. E’ legata, piuttosto, alla presenza sulla scena internazionale di un pezzo di establishment italiano, un po’ sgangherato, che da alcune settimane tende a sponsorizzare la tesi, esplicita, che ci sia una connessione precisa tra lo stato di salute delle Borse italiane e lo stato di salute del governo.

Un pezzo di establishment, dicevamo, guidato da uno speciale club con ottimi contatti in Europa formato da ex presidenti del Consiglio (Enrico Letta, Massimo D’Alema, Romano Prodi) che da tempo, a vario titolo, sostiene, in modo più o meno implicito, che – per salvare l’Italia e non condannare il nostro paese a una nuova recessione e a un imminente collasso economico – sia necessario, urgentissimo, preparare la strada a un’alternativa all’attuale presidente del Consiglio. Commissariare, adesso.

L’idea che D’Alema, Letta e Prodi – spalleggiati da un establishment in movimento e in leggero riposizionamento che si riconosce negli editoriali di Eugenio Scalfari e in molti fondi del Corriere della Sera improvvisamente critici con il governo – possano ambire a innescare una scintilla capace di far saltare Renzi può apparire goffa e sconclusionata anche perché i tre ex presidenti del Consiglio si trovano ormai distanti anni luce dal Parlamento e dai giochi di palazzo e difficilmente sarebbe sufficiente una raffica di interviste o una mitragliata di dichiarazioni sulle agenzie, come quelle registrate negli ultimi giorni, per far cambiare il volto di un governo (anche se Enrico Letta, per esempio, mantiene da tempo ottimi rapporti con il Mef, dove si trovano diversi tecnici che Letta aveva a Palazzo Chigi, e con lo stato maggiore del Quirinale).

Eppure, a credere alla possibilità di uno switch off, non sono soltanto gli amici del club degli ex premier e alcuni ambasciatori ma è anche un personaggio particolare, un tecnico di lusso con il profilo da perfetto politico, che da mesi prova ad accreditarsi, anche con il Quirinale, come il sostituto naturale di Matteo Renzi in caso di improvviso collasso di questo governo.

Come se fosse lui, in un certo senso, il Mario Monti del 2016. Il nome del tecnico è quello dell’attuale presidente dell’Inps Tito Boeri (nella foto in alto a sin., con Matteo Renzi), economista di fama internazionale, professore ordinario di Economia del lavoro all’Università Bocconi, già consulente del Fondo monetario internazionale, della Banca mondiale, della Commissione europea, già senior economist all’Ocse dal 1987 al 1996, già direttore della Fondazione Rodolfo Debenedetti, ottimi rapporti con il mondo Rep. e ottimi legami con la sinistra non solo del Pd (ai tempi della riforma del mercato del lavoro, la proposta alternativa al Jobs Act, la legge Boeri-Garibaldi, fu sponsorizzata non solo dalla sinistra del Pd ma persino dalla sinistra a sinistra del Pd, fronte Pippo Civati).

Nonostante sia stato proprio Renzi a nominarlo a capo dell’Inps – anche se la decisione è stata presa più sulla base della rinuncia degli altri candidati che su quella di un investimento specifico di Palazzo Chigi – dal giorno del suo insediamento all’Istituto nazionale della previdenza sociale Boeri ha scelto di muoversi con un passo non da tecnico puro ma da tecnico politico. Già pochi mesi dopo la sua nomina (24 dicembre 2014) ha cominciato a intestarsi alcune battaglie squisitamente politiche: lotta ai vitalizi (“Dimezziamo quelli sopra gli 80 mila euro”), lotta alle pensioni d’oro (“Ricalcoliamo tutte le pensioni retributive o miste con il solo calcolo contributivo”), lotta a favore dell’introduzione del reddito minimo (“Andrebbe introdotto un reddito minimo garantito per gli over 55”).

Al di là delle dichiarazioni, che quasi somigliano comunque a una bozza di agenda di governo, la tentazione di Boeri (fratello di Stefano, architetto, ex assessore della giunta Pisapia) di svestire i panni del tecnico per indossare gli abiti del politico era già emersa esattamente due anni fa, quando il fondatore del sito Lavoce.info si illuse che le voci che lo davano come prossimo ministro del Lavoro del governo Renzi fossero vere – Boeri digerì a fatica la scelta fatta dal segretario del Pd di affidare invece quel ruolo a Giuliano Poletti. Oggi Tito Boeri coltiva una nuova illusione.

E se da un lato il club delle prime mogli (D’Alema, Letta, Prodi) probabilmente non crede fino in fondo alla possibilità di spodestare Renzi da Palazzo Chigi (anche perché il presidente della Bce Mario Draghi, pur mantenendo alcune riserve nei confronti dell’atteggiamento del governo in Europa, non ha alcuna intenzione di triangolare neanche lontanamente con il partito della zizzania), dall’altro lato si può dire che il bocconiano Boeri sogna ormai da tempo di poter essere un giorno la guida di un governo alternativo a quello attuale (e poi chissà). Oggi i renziani sorridono, e sorridiamo anche noi. Ma se un domani dovesse esserci un qualche cortocircuito al governo il partito trasversale di Tito Boeri proverà in tutti i modi a trasformare il presidente dell’Inps nel Monti del 2016. Auguri, e figli spread.

di Claudio Cerasa

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Foglio, Claudio Cerasa è il direttore

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4 commenti

  1.   

    caro BELFY   guarda bene le foto. cOmpreresti una macchina usata da questi 2?   SI ACCETTANO  VOTAZIONI

  2.   

    roby, ti sorprendi se ti dico che sottoscrivo il tuo post, in toto? La democrazia in Italia resta sospesa, il golpe soft di Napolitano per defenestrare l’ex Cav nel 2011 piazzando a Palazzo Chigi Monti 0continua a dispiegare i suoi effetti, e ci sara’ un dopo-Renzi con un nuovo governo della Troika, come c’e’ stato il dopo-Monti e il dopo-Letta. La democrazia e’ sospesa anche in Europa, dove i trattati firmati dalle elite non hanno ormai alcuna aderenza con il sentiment della popolazione, delusa e frustrata da crisi economica e immigrazione che annienta la nostra civilta’. ah, bene che ti sei rimesso in sesto dopo la malattia (suppongo, visto che sembri abbastanza “lucido”).

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      caro  belfy  come sai io son sempre stato a favore di una repubblica presidenzialista.. renzi percorre questa strada in maniera ..oscena.. vuol fare il presidente alla   Benito.. ma lasciando intonsi esternamente tutti i simulacri del potere.  per dire. il senato c’è ma non conta nulla . le varie corti esistono ma vengon riempite di renziani, per le elezioni studia un modo talmente democratico che a detta di moltio  persino  ACERBO   ministro fascista si rifiuterebbe di  fare.. Potrei continuare ma il fatto è che lui vuol fare ..o presidente.. senza correrne i rischi..piazzale loreto…Altro guaio è  che se il potere lo prendesse un Benito vero  cosa potremmo dirgli di governare im maniera antidemocratica qualora usasse i   democratici metodi  vantati da renzi e dal padrino   politico ben noto?Originariamente inviato da belfagor: roby, ti sorprendi se ti dico che sottoscrivo il tuo post, in toto? La democrazia in Italia resta sospesa, il golpe soft di Napolitano per defenestrare l’ex Cav nel 2011 piazzando a Palazzo Chigi Monti 0continua a dispiegare i suoi effetti, e ci sara’ un dopo-Renzi con un nuovo governo della Troika, come c’e’ stato il dopo-Monti e il dopo-Letta. La democrazia e’ sospesa anche in Europa, dove i trattati firmati dalle elite non hanno ormai alcuna aderenza con il sentiment della popolazione, delusa e frustrata da crisi economica e immigrazione che annienta la nostra civilta’. ah, bene che ti sei rimesso in sesto dopo la malattia (suppongo, visto che sembri abbastanza “lucido”).
       

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    scusate ma allora mi spiegate per quale motivo  dovrei andare  a  votare  invece di andare a far pratica in un poligono?.  visto che i presidenti se li eleggono da soli . fanno il bello ed il brutto tempo. ma riscusate chì ha messo renzi al vertice? per non parlar di monti ovvero di letta? Quì le persone intellettualmente oneste ..ce ne sono anche a sinistra.. mi dovrebbero spiegare cosa   aveva fatto di  male  il cav berlusconi?…andava a puttane? peraltro coi soldi suoi ma questi preferiscono i ..gheis.. va bene ognuno ha i suoi limiti. si faceva gli interessi suoi?  ma invece questi di chì fanno gli interessi?  banchieri?  coop..?  cerchi   magici   ?  non la vedo poi tutta questa differenza?.  berlusconi ..comprava… qualche deputato quì e là? ma questi fan trasmigrare interi partiti , dove è tutta la differenza? senza contare che quest’ultimi non ne azzeccano  una… con l’europa, con l’immigrazione , con il medio oriente, con la russia. ci fregan pure il  mare . non sarà il caso di dire..ma aridatece il puzzone?….attenzione BOERI  è ancor peggio di matteo….. ghigno subdolo, convinzione di essere un genio, idee socialiste con le tasche degli altri, gran voglia di emergere  …. statevi accorti il peggio non muore mai…