WTO, Cina si arrende: rinuncia a statuto ‘economia di mercato’

Brutto colpo per il Made in China: d'ora in avanti Pechino dovrà accettare le misure "antidumping" dell'UE e degli Usa sulle merci a basso costo. Per Bruxelles sarà più facile proteggere le sue aziende dalle scalate cinesi.

(WSC) ROMA – D’ora in avanti la Cina sarà costretta ad accettare le operazioni antidumping dell’UE e degli Stati Uniti sulle merci Made in China a basso costo. Pechino si è infatti arresa, rinunciando alla pretesa dinanzi all’organizzazione WTO di essere riconosciuta con il criterio di “economia di mercato” (MES). La designazione consente di avere maggiore leva negoziale con i partner commerciali, riducendo al contempo la loro capacità di vendicarsi. dispute commerciali.

Lo ha riferito Reuters citando un panel di tre giudici dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Questo significa che la Cina si impegnerà ad accettare le condizioni sfavorevoli senza aprire nuove controversie. Allo stesso tempo la ritirata della Cina potrebbe essere strumentale e pragmatica. La sua sconfitta può essere un passo indietro di Pechino oggi per prendere una rincorsa ragionata verso altri traguardi più avanti.

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Intanto avrà però qualche grana con i suoi partner commerciali. Oltre a poter continuare a imporre dazi sui beni importati dalla Cina, l’Ue è intenzionata a voler approfittare della situazione per presentare una proposta per difendere le aziende europee dalle scalate cinesi.

Si chiude così un caso che andava avanti da quattro anni, ossia dal 2016 quando è scaduta la clausola del protocollo sul calcolo del margine di dumping. La Cina aveva lasciato decadere la clausola nella convinzione di riuscire a ultimare la transizione verso una “economia di mercato”. Era uno degli impegni presi da Pechino al momento della sua adesione alla WTO.

Ue potrà continuare a imporre dazi più elevati sull’import cinese

Ma per la Cina quasi tutto è andato storto. Gran parte della sentenza – fa sapere un funzionario dell’organizzazione che ha seguito il caso da vicino – sarebbe risultata nettamente sfavorevole alla potenza asiatica. Perciò la seconda maggiore economia al mondo ha deciso di alzare bandiera bianca prima che il risultato diventasse ufficiale.

“Si sono resi conto di perdere di tanto, a tal punto da non volere che il mondo ascoltasse il ragionamento della giuria”.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, che ha potuto leggere la sentenza mai resa pubblica, la Ue ha deciso di non riconoscere alla Cina lo status di “economia di mercato”. Il blocco a 27 avrà dunque il via libera per continuare a imporre dazi più alti sulle importazioni cinesi “oggetto di dumping”, studiando caso per caso.

Se WTO è nel caos è colpa degli Usa

Quanto agli Stati Uniti, vorrebbero che il prossimo numero uno dell’Organizzazione mondiale del commercio sia qualcuno capace di capire realmente il problema posto dalle trattative commerciali con un paese come la Cina. Lo ha dichiarato mercoledì al Congresso Usa il rappresentante statunitense per il commercio Robert Lighthizer.

Il responsabile della politica commerciale internazionale Usa a  livello bilaterale e multilaterale dal 2017 ha aggiunto che si impegna a porre il veto a qualsiasi nomina ai vertici della WTO di un candidato che abbia “dato la minima dimostrazione di antiamericanismo in passato”.

Parlando davanti al Comitato che si occupa delle tasse (Ways and Means Committee), Lighthizer ha definito l’organizzazione WTO “un grande caos”. Il successore di Michael Froman (che ha ricoperto l’incarico sotto Obama dal 2013 al 2017) ha aggiunto che gli Stati Uniti faranno pressioni perché l’organizzazione internazionale applichi nuove regole sui dazi internazionali in modo che riflettano la situazione attuale dell’economia globale.

Il comitato del bilancio Usa Ways and Means
Il Comitato Ways and Means, l’organo di governo incaricato di passare in rassegna il bilancio federale americano

Perché la resa della Cina è una notizia importante

Va detto che il caos al WTO l’hanno creato per primi gli americani. Gli Stati Uniti hanno infatti prima bloccato la nomina dei giudici dell’appellate body e poi hanno imposto dazi non consentiti dall’organizzazione mondiale del commercio. Per mantenere le promesse di una politica di stampo protezionista (l’agenda cosiddetta “America First”), l’amministrazione Trump ha volutamente bypassato norme internazionali, promuovendo accordi bilaterali.

Lo status di economia di mercato, MES nell’acronimo inglese (che sta per Market Economy Status) è un criterio ammesso dalle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) nei procedimenti antidumping. Per contrastare la pratica del Made in China, che consente di esportare merci a prezzi inferiori rispetto a quelli applicati nel mercato interno, ai paesi importatori è consentito di imporre dei dazi per compensare.

La difficoltà sta nello stabilire quando il dazio diventa uno strumento protezionistico. E quando invece contribuisce a stabilire un valore di mercato equo per i prodotti importati. Nel caso specifico tale misura è resa ancora più complessa dal fatto che lo Stato in Cina influenza direttamente o indirettamente i prezzi interni, i quali finiscono spesso per non riflettere il reale valore di mercato.

 

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