Trump colleziona sconfitte: terzo ‘no’ repubblicano, Obamacare è salvo

Resta in vigore attuale sistema sanitario: il peggior presidente Usa di sempre ne aveva promesso l'abolizione, il Gop lo prende a schiaffi.

Una nuova pesante sconfitta per i repubblicani: il progetto di legge per abolire e sostituire l’Obamacare non ha i voti in Senato e quindi affonda, mandando all’aria l’ennesimo tentativo della destra di smantellare una delle eredità di Barack Obama. A rendere ancora più pesante la sconfitta è il fatto che i repubblicani perdono di fatto l’autorità di approvare la riforma con una maggioranza semplice, opzione che scade il 30 settembre. Lo schiaffo arriva inoltre in una settimana chiave per l’agenda del presidente Donald Trump: mercoledì infatti è attesa la presentazione della riforma delle tasse che, insieme all’abolizione dell’Obamacare, è una delle promesse di Trump durante la campagna elettorale.

Il progetto di legge per la sanità, messo a punto dai senatori Lindsey Graham e Bill Cassidy, non ha riscosso abbastanza consensi: ai no dichiarati di John McCain e Rand Paul si è aggiunto quello della senatrice Susan Collins (vedi sotto). Un no che vale la bocciatura del progetto. I repubblicani potevano infatti permettersi di perdere solo due voti. Con Collins invece i no sono saliti a tre, mandando all’aria l’ennesimo affondo contro l’Obamacare. Collins ha spiegato la sua opposizione al progetto con la valutazione preliminare del Congressional Budget Office (Cbo), l’organismo bipartisan incaricato di fornire analisi economiche al Congresso, secondo il quale, il progetto Graham-Cassidy avrebbe causato la perdita della copertura sanitaria per “milioni” di americani.

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L’ultimo tentativo del Partito repubblicano di smantellare l’Obamacare, la riforma della sanità Usa voluta da Barack Obama, predecessore del presidente Donald Trump, è ormai fallito con il ‘no’ di un terzo senatore del Gran Old Party, Susan Collins (nella foto in basso assieme a Trump, ndr), che dopo settimane di silenzio la sera di lunedì 25 settembre ha formalizzato la sua opposizione al provvedimento, dopo quello di John McCain e Rand Paul.

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I repubblicani al Senato speravano di votare in aula sul testo che sostituisce l’Affordable Care Act (ACA) di Obama con un sistema di allocazioni di fondi ai singoli stati entro il 30 settembre, data oltre la quale la maggioranza semplice dei seggi non basta più. “Semplicemente questo non è il modo in cui dovremmo affrontare un tema importante e complesso che va trattato attentamente ed equamente per tutti gli americani”, ha scritto la senatrice Collins in un comunicato che annuncia il suo voto contrario.

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Il testo prevede enormi tagli al bilancio di Medicaid, l’assistenza sanitaria federale per disagiati e disabili ampliata dall’Obamacare. Secondo i calcoli degli esperti il budget Medicaid dal 2020 al 2026 sarebbe stato tagliato di oltre 1.000 miliardi di dollari. “Ciò avrebbe un impatto devastante su un programma che esiste da oltre 50 anni e fornisce assistenza sanitaria ai cittadini più vulnerabili”, ha detto Collins. Inoltre i tecnici del Congresso del Congressional Budget Office hanno previsto che il testo, pur tagliando il deficit federale di 133 miliardi di dollari, avrebbe lasciato “milioni di persone senza un’assicurazione in grado di coprire eventi medici ad alto costo”.

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I repubblicani hanno 52 seggi sui 100 del Senato e potevano permettersi solo due diserzioni sul nuovo testo messo a punto dai senatori Lindsey Graham e Bill Cassidy. Si tratta dell’ultimo colpo alla Casa Bianca di Donald Trump, il cui partito controlla Senato e Camera, che in otto mesi di presidenza non è riuscito ancora a mettere a segno un colpo legislativo degno di nota.

‘The Donald’ si scaglia contro McCain via social network

Donald Trump sceglie Twitter per prendersela con John McCain, uno dei tre senatori della maggioranza che, con Rand Paul e Susan Collins, ha detto di non poter votare per la proposta Graham-Cassidy di modifica della Obamacare, la riforma sanitaria entrata in vigore negli Stati Uniti nel 2013. Sul suo account Trump ricorda con una serie di clip i discorsi con cui McCain ha più volte in passato “parlato di respingere e sostituire O’Care” e critica il completo cambiamento di direzione “rispetto ad anni di discorsi!”.

In Usa reati violenti in aumento, Baltimora tra le più pericolose

I crimini più gravi, tra i quali gli omicidi, sono cresciuti negli Stati Uniti per il secondo anno consecutivo. Secondo i dati forniti dall’Fbi, infatti, il 2016 è stato l’anno in cui si è registrato l’aumento più alto degli ultimi 25 anni. Le statistiche, pubblicate nel rapporto annuale compilato dal Bureau, dicono che a esser colpite da questo aumento sono tutte le città e le periferie degli Usa, indipendentemente dalla popolosità. Le città più pericolose sono ancora una volta Baltimora, Chicago e Las Vegas.

“Dobbiamo affrontare questo problema e combattere l’aumento dei crimini violenti”, ha detto il ministro della giustizia, Jeff Sessions, attraverso un comunicato. “Siamo pronti a lavorare con i partner statali, locali e delle tribù per scoraggiare, impedire, i crimini violenti, per smantellare le organizzazioni criminali e le bande; per fermare la piaga del traffico della droga e inviare un messaggio forte ai criminali, in modo che capiscano che non consegneremo le nostre comunità all’illegalità e alla violenza”.

Il rapporto spiega che ad essere aumentato, anche se siamo lontani dalle statistiche degli anni ’80-’90, è anche il tasso di omicidi, cresciuto nel 2016 del 7,9%; le violenze sessuali, le rapine e le aggressioni a mano armata. I dati riferiti al 2017 ancora non sono pronti, anche se forse ci sono buone speranze che il trend possa conoscere una inversione di rotta. In alcune città come Chicago, ad esempio, il tasso di omicidi sembra stia leggermente calando.

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