Saudi Aramco, quello che c’è da sapere sull’Ipo più grande di sempre

Compagnia statale petrolifera sarà valutata $1.500 miliardi, mezzo trilione in meno di quanto promesso dal principe bin Salman.

Alla fine l’Arabia Saudita ha dato luce verde allo sbarco in Borsa del suo gioiello Saudi Aramco. La quotazione nel mercato nazionale della compagnia nazionale saudita di idrocarburi, il gruppo più redditizio al mondo, sarà un appuntamento storico. Si tratterà infatti con ogni probabilità della maggiore Ipo di sempre. L’operazione è il frutto della volontà del regno del Golfo di diversificare la propria economia, rendendola meno dipendente dall’oro nero.

Delle intenzioni di Saudi Aramco si sapeva da tempo, da quasi quattro anni. Gli investitori vorrebbero ora avere i dettagli della mastodontica operazione di ingresso in Borsa. Il gruppo saudita non li ha ancora accontentati. Ben poche sono le informazioni specifiche a disposizione sul numero di azioni da vendere, sui prezzi dei titoli e sulla data di lancio rese note finora.

Stando alle informazioni ricevute dal governo saudita, gli investitori valuteranno la società circa 1.500 miliardi di dollari, meno dei 2 mila miliardi promossi dal principe ereditario. Mohammed bin Salman ha lanciato per la prima volta l’idea di una Ipo a inizio 2016 in un’intervista all’Economist.

Ipo Saudi Aramco supererà quasi sicuramente record Alibaba

Ma Saudi Aramco non ha ancora nemmeno fatto sapere quali misure adotterà per rafforzare il sistema di sicurezza dopo gli attacchi senza precedenti (di matrice si pensa iraniana) a due suoi impianti petroliferi in settembre.

Alcune fonti hanno riferito a Reuters che la società petrolifera potrebbe offrire dall’1 al 2% delle sue azioni sulla Borsa locale. Ai prezzi attuali significherebbe reperire dai 20 ai 40 miliardi di dollari. Basterebbe una somma superiore ai 25 miliardi di dollari per superare il record realizzato nel 2014 dal gigante cinese dell’e-commerce Alibaba.

“Oggi è l’occasione giusta per i nuovi investitori di beneficiare della capacità di Saudi Aramco di ottenere valore e di incrementarlo a lungo termine”, ha dichiarato Yasir al-Rumayyan. Il presidente di Saudi Aramco ha parlato in una conferenza stampa presso la sede centrale dell’azienda nella città orientale di Dhahran.

L’azienda trascorrerà i prossimi 10 giorni intavolando discussioni con gli investitori. L’obiettivo è quello di sondare il loro interesse e la fascia di prezzo seguirà, ha detto.

L’IPO è destinata ad accelerare l’ambizioso programma di riforme economiche del principe Mohammed. Con le decine di miliardi ricavate con la quotazione, il paese del Golfo intende avviare progetti in settori non energetici, diversificando i flussi di reddito.

In futuro possibile quotazione in una Borsa straniera

Per garantire il successo del piano di innovazione del principe saudita bin Salman, Saudi Aramco potrebbe anche quotarsi in una Borsa straniera. Una decisione definitiva sulla quotazione internazionale verrà presa in futuro. Ma non è dato sapere il lasso di tempo esatto e nemmeno la possibile sede. In passato si era parlato di Stati Uniti.

In ogni caso “la quotazione di una piccola parte di Saudi Aramco in un mercato vincolato, dà al KSA (Regno dell’Arabia Saudita) un maggiore controllo per poter rafforzare il valore di Aramco e assestarlo su un suo valore più equo”, ha detto Gary Ross, AD di Black Gold Investors.

La conferma dell’Ipo delle azioni del gigante petrolifero, il cui nome formale è Saudi Arabian Oil Co, giunge circa sette settimane dopo gli attacchi che hanno paralizzato due suoi impianti petroliferi. È la dimostrazione di quanto l’Arabia Saudita sia determinata a portare avanti la quotazione a tutti i costi.

Saudi Aramco ha detto che non si aspetta che gli attacchi del 14 settembre, che hanno preso di mira il cuore dell’industria petrolifera saudita, dimezzandone la sua produzione, avranno un impatto materiale sui suoi affari, sulle sue operazioni e sulle condizioni finanziarie dell’Ipo.

Di tutto il petrolio prodotto su scala globale dal 2016 al 2018, un barile su otto di greggio facevano capo a Saudi Aramco. L’utile netto della compagnia statale saudita si è attestato a 21,1 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2019, secondo i calcoli di Reuters. Sono numeri che possono solo sognare gli altri giganti del petrolio come Exxon Mobil (poco più di 3 miliardi di dollari).

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