Sette motivi per cui la Fed non alzerà i tassi a settembre

Li ha elencati il capo economista di Deutsche Bank, facendo marcia indietro rispetto a una precedente previsione. Tutto rimandato a ottobre. Joseph LaVorgna, capo economista di Deutsche Bank …

Li ha elencati il capo economista di Deutsche Bank, facendo marcia indietro rispetto a una precedente previsione. Tutto rimandato a ottobre.

Joseph LaVorgna, capo economista di Deutsche Bank cambia idea sulla Fed. Secondo l’esperto americano, che, fino a poche settimane fa, era dell’idea che la Banca Centrale Americana avrebbe, in occasione del meeting del 17 settembre, per la prima volta in dieci anni aumentato il costo del denaro, ora fa marcia indietro, posticipando il primo rialzo alla riunione di ottobre. “Sono assolutamente convinto che la Fed resterà alla finestra di questo mese”, ha detto in un’intervista telefonica a Bloomberg. “Ottobre, invece, sembra il momento ideale”. Sette le motivazioni citate da La Vorgna alla base della sue previsioni.

1) I mercati azionari globali sono fragili: l’S&P 500 è sceso dell’11% nell’arco di sei sedute lo scorso mese, registrando una perdita due volte superiore all’aggiustamento che storicamente si verifica prima di un aumento del tassi.

2) L’indicatore preferito della Fed, ovvero il dollaro, continua a rafforzarsi. Una stretta, quindi, darebbe un’ulteriore spinta alla valuta americana, andando ad incidere sulle esportazioni nette e quindi sul Pil reale.

3) I mercati finanziari non stanno scontando un rialzo dei tassi.

4) I membri chiave della Fomc, il direttivo della Fed, non sembrano intenzionati a votare a favore di un aumento del costo del denaro.

5) La Fed ha ancora due possibilità di aumentare i tassi di quest’anno. In questo modo, la Banca Centrale Americana avrebbe più tempo per verificare una stabilizzazione dei mercati.

6) Alla luce del fatto che ci sono ancora due incontri entro fine anno, la Fed non corre alcun rischio di perdere credibilità sul mercato

7) Non c’è alcun segno che l’inflazione sta aumentano. Con l’inflazione core costantemente sotto il target del 2% della Fed da oltre tre anni, le autorità monetarie avrebbero difficoltà a spiegare la decisione di alzare i tassi di interesse.

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