Record Wall Street, rialzisti costretti controvoglia a incassare

Valori di Borsa "incredibilmente elevati": oltre questa soglia secondo Edward Yardeni potrebbe scatenarsi una "brutta correzione".

Dopo l’ennesimo record di Wall Street, con il Dow Jones e l’S&P 500 saliti su nuovi massimi storici, anche il più ottimista degli investitori si trova costretto a passare in modalità presa di profitto.

Tra questi si può citare il noto rialzista di lunga data Edward Yardeni, che si dice preoccupato per il valore eccessivo dei titoli azionari americani. Secondo lui le Borse stanno diventando troppo costose.

Se il rapporto tra stime degli utili societari e prezzi di Borsa dell’S&P 500 si dovesse issare a quota 19 o 20, il presidente della Yardeni Research avverte che potrebbe scatenarsi una “brutta correzione”. In questo momento, l’indice si trova a 17 punti. La media storica è di 15-16 massimo.

“Non voglio che le cose vadano troppo bene” prima dell’inevitabile implosione, dice Yardeni. “Mi piacerebbe che questa fase di mercato rialzista continuasse a un ritmo piacevole”, senza strappi e senza che un giorno collassi, fa sapere all’emittente CNBC. “Questo è il rischio secondo me”.

Yardeni, che ha gestito per decenni a Wall Street le strategie di investimento di grosse aziende come Prudential e Deutsche Bank, si aspettava che il 2019 sarebbe stato un anno vincente per i rialzisti. Questo nonostante il tracollo dell’azionario dello scorso dicembre.

Wall Street “incredibilmente sopravvalutata”

Oggi, la speranza di una tregua nella guerra commerciale sino americana, ha spinto Wall Street in progresso per la terza seduta di fila. L’indice S&P 500 e il Nasdaq hanno aggiornato i loro picchi storici, mentre il Dow Jones scambia nei paraggi del suo record assoluto. Venerdì scorso l’S&P 500 ha chiuso a quota 3.066, soltanto l’1% al di sotto dell’obiettivo di fine anno di Yardeni di 3.100 anni.

Il suo prezzo obiettivo a fine 2020 per il paniere allargato di Wall Street è di 3.500 punti. Vista la situazione attuale “potrei seriamente prendere in considerazione la possibilità di realizzare dei profitti“, dice.

“Se il mercato si supera e arriva a 3.500 molto prima allora potrei essere costretto a intascare profitti”, ha aggiunto Yardeni. Il quale se potesse scegliere preferirebbe “rimanere completamente investito in questo mercato rialzista e non essere costretto a scappare solo per il fatto che è sopravvalutato in modo assurdo”.

Tuttavia, anche in quel caso Yardeni non rimarrebbe alla larga da Wall Street per molto tempo.

“Sto rinnovando la fiducia a questo mercato toro. Penso che continuerà a salire e vedere livelli ancora più alti“. Yardeni ha tenuto a sottolineare che tale previsione ottimista non dipende dal risultato delle elezioni presidenziali Usa del prossimo novembre 2020.

Anche se il Donald Trump dovesse ottenere – come molto probabilmente sarà – un secondo mandato, Yardeni non vede danni irrevocabili ai mercati o all’economia se vince un democratico.

“Non sono convinto che se Trump perde e un democratico vince, avremo necessariamente un mercato orso e una recessione”, ha detto Yardeni. “Ma penso che inizialmente il mercato non reagirebbe bene a un cambiamento” di questo tipo.

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