Netflix e Ibm, destini paralleli: più forti delle stime, ma il calo è costante

Netflix batte le stime del mercato sugli utili, ma nel dopo mercato crolla di oltre il 15% (vedi sotto) a causa della crescita troppo debole degli abbonati. Il …

Netflix batte le stime del mercato sugli utili, ma nel dopo mercato crolla di oltre il 15% (vedi sotto) a causa della crescita troppo debole degli abbonati. Il gruppo infatti non è riuscito a superare le sue previsioni che il trimestre scorso parlavano di 2,5 milioni di iscritti in più, che invece sono stati 1,7 milioni, portando il numero totale a 83 milioni di abbonamenti in tutto il mondo.

Nel secondo trimestre dell’anno il colosso dei video in streaming ha messo a segno ricavi per 2,11 miliardi di dollari, contro gli 1,65 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Gli analisti si attendevano 2,11 miliardi di dollari. Passando agli utili Netflix ha messo a segno 9 centesimi per azione, contro i 6 centesimi dello stesso periodo del 2015, battendo il consensus fissato a due centesimi per azione. Dall’inizio dell’anno a Wall Street le azioni del gruppo hanno perso il 14% per due motivi: da una parte i dubbi sulla tenuta del gruppo in un momento in cui la competizione sta aumentando.

Dall’altra c’è il rallentamento del ritmo con il quale riesce a catturare nuovi utenti. per tranquillizzare le acque, l’amministratore delegato, Reed Hastings, aveva annunciato un paiano di investimenti di 6 miliardi di dollari in contenuti nel 2016. Facendo riferimento al mercato italiano, dove il colosso è arrivato lo scorso ottobre, Netflix menziona l’Italia tra i Paesi (Brasile, India, Messico, Giappone, Colombia, Corea del Sud, Argentina e Spagna) in cui sta lavorando a serie originale nella lingua dello stato di riferimento.

Ibm, 17esimo trimestre in calo

Nel secondo trimestre dell’anno Ibm mette a segno conti in ribasso rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche se migliorano di molto le prestazioni di due settori in espansione come quello del cloud e quello dell’intelligenza artificiale. Il colosso americano tuttavia riesce a battere le stime del mercato, cosa che ha spinto il titolo a guadagnare quasi il 3% nel dopo mercato. Nel dettaglio i ricavi sono calati del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2015, passando da 20,81 miliardi a 20,40 miliardi di dollari. Il mercato si attendeva 20,3 miliardi di dollari. Si tratta del diciassettesimo trimestre di calo di fila del fatturato. Passando agli utili il gruppo tech ha registrato 2,5 miliardi di dollari, o 2,61 dollari ad azione, contro i 3,45 miliardi di dollari, o 3,50 dollari ad azione.

Al netto di voci straordinarie, Ibm ha toccato quota 2,95 dollari ad azione, contro attese per 2,89 dollari ad azione. Come dicevamo è andato molto bene il settore cloud, visto che il colosso ha stretto accordi che hanno portato i ricavi della divisione a incassare 11,6 miliardi di dollari, facendo riferimento agli ultimi 12 mesi. Inoltre anche il settore dell’intelligenza artificiale, con il supercomputer Watson, ha messo a segno buone performance: gli sviluppatori della piattaforma sono quadruplicati. Inoltre ha portato a termine 25 acquisizioni negli ultimi 18 mesi, seguendo l’imperativo dell’amministratore delegato Virginia Rometty: cloud, analytic, sicurezza, tecnologie mobile e social. Infine il colosso fondato nel 1911 ha riaffermato le sue previsioni di ricavi per l’intero anno che dovrebbero attestarsi attorno ai 13,50 dollari per azione. I conti sono arrivati a mercati chiusi spingendo il titolo a guadagnare quasi il 3% nel dopo mercato. Ieri aveva chiuso la seduta a Wall Street in rialzo dello 0,05%.

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