Euro in calo, effetto verbali Bce e incertezza Fed su rialzo tassi Usa

Sell sui bancari. Scenario delicato: la Banca Centrale Usa potrebbe non alzare i tassi e il cambio EUR/USD rischia di salire troppo.

Borse europee e Usa in calo, con le azioni del settore bancario trascinate al ribasso dai dubbi su un possibile altro aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti nel 2017, mentre l’euro è entrato sotto pressione, pochi minuti dopo la diffusione dei verbali della Banca centrale europea riferite alla riunione del mese scorso.

L’indice SXXP di Stoxx Europe 600  FX7, -1.31% è sceso a 378,65, per i cali di azioni finanziarie, petrolio e gas. Tuttavia, i titoli dei settori utilities, assistenza sanitaria, beni di consumo e materiali di base sono in crescita.

Un calo giovedì sarebbe il primo del benchmark europeo in quattro sedute.

L’indice ha terminato la seduta di mercoledì in rialzo +0,7%, aiutato in parte dall’indebolimento dell’euro. Le eccessive perdite dell’euro, avviate pochi minuti dopo la diffusione dei verbali della riunione BCE del mese di luglio, hanno confermato che Draghi e il board hanno discusso di modificare leggermente le linee guida sulla politica monetaria Ue, ma alla fine hanno deciso per cautela di non farne nulla. Anche l’aumento del valore dell’euro è stato un punto di discussione il mese scorso.

“Sono state espresse le preoccupazioni circa il rischio che il tasso di cambio salga eccessivamente in futuro”, si legge nei verbali Bce.

La forza dell’euro rende i prodotti di aziende dei paesi europei piu’ cari per l’esportazione all’estero. L’ EURUSD, -0.4419%  ha toccato in un minimo intraday di $1.1662, per poi risalire sopra quota 1,17.

L’attenzione degli operatori è anche sulla Federal Reserve, visto che i verbali della riunione di luglio della banca centrale americana – rilasciati mercoledì sera tardi – hanno sollevato dubbi sulla prospettiva che la Fed potrebbe non aumentare ancora quest’anno i tassi di interesse come previsto.

Le minute hanno mostrato che i governatori della Fed sono stati impegnati in un intenso dibattito sulla crescita dell’inflazione statunitense dopo una serie di letture inaspettatamente basse nei mesi scorsi.

L’indice Bank Index Stoxx Europe 600 è diminuito -1,38%,  sulle prospettive di un meno probabile aumento dei tassi USA, poiché molte banche europee hanno operazioni negli Stati Uniti e tassi più alti possono aiutare i margini di interesse netti delle istituzioni finanziarie.

Tra i bancari europei, le azioni di Deutsche Bank AG DBK, sono in calo -2,9%, Banco Santander perde -1,66%.

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La BCE sembrerebbe pronta ad una modifica della forward guidance (outlook su tassi e quantitative easing), ma nell’ultima riunione del direttivo è emersa cautela riguardo una “prematura” modifica del messaggio indirizzato ai mercati. E’ quanto si apprende dalle Minutes dell’ultimo incontro di politica monetaria della BCE del 19-20 luglio.

L’idea di variare la forward guidance faceva perno sul timore che possa crearsi un disallineamento fra gli impegni assunti dalla politica monetaria (forward guidance su tassi e quantitative easing) e le indicazioni che mensilmente l’Istituto fornisce in merito alle condizioni economiche.

Tuttavia, il forte apprezzamento dell’euro dovuto alle aspettative sul cosiddetto “tapering” ed il timore di provocare shock sui mercati finanziari hanno consigliato ai membri del Board di mantenere invariato l’attuale messaggio. Il motivo risiede nella necessità di “evitare di inviare segnali suscettibili di troppe interpretazioni” ai mercati finanziari.

La preoccupazione attuale della Bce, secondo quanto emerge dai verbali della riunione, è che ogni più piccolo cambiamento nel linguaggio possa essere interpretato in modo distorto, aumentando la volatilità dei mercati, specie quello valutario.

Da qualche mese, i mercati stanno scommettendo sull’avvio del “tapering” (ritiro del QE goccia a goccia) anche in Europa, dato che l’attuale programma scade a fine anno, ma il Presidente della BCE Mario Draghi, nell’ultima conferenza stampa, aveva lasciato intendere che ciò potrebbe avvenire in autunno se ve ne saranno le condizioni.

Frattanto, il mercato valutario ha sentito oggi le ripercussioni di queste indicazioni, con il cross euro/dollaro scivolato all’inizio dell’1% su minimi di 1,166 USD, per poi gradualmente risalire a 1,1728 USD (-0,4%).

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1 commento

  1.   

    Bravooo Marcolinoooooooooo  ah ah ah ah ah