Brexit, S&P pronta al declassamento UK. Addio rating AAA

L’agenzia di rating Standard and Poor’s ha ribadito il suo giudizio, gia’ espresso ieri sera, sulla tripla A concessa alla Gran Bretagna che e’ fortemente a rischio dopo …

L’agenzia di rating Standard and Poor’s ha ribadito il suo giudizio, gia’ espresso ieri sera, sulla tripla A concessa alla Gran Bretagna che e’ fortemente a rischio dopo il voto di ieri a favore dell’uscita dalla Ue. Il rating massimo, a questo punto, “e’ insostenibile”, ha commentato Martin Kraemer, capo della divisione rating sovrani di S&P, secondo quanto riporta il ‘Financial Times’.

Che la Gran Bretagna sia ora a rischio downgrade, lo afferma anche l’agenzia internazionale Moody’s, che ha confermato il rating ‘Aa1′, ma ha portato l’outlook da stabile a negativo.

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La Gran Bretagna ha perso il quinto posto nella classifica delle economie piu’ avanzate al mondo a causa del crollo della sterlina verso il dollaro. E’ quanto scrive il ‘think-thank’, London Economics, in un rapporto, nel quale si ricorda che il peso ponderato di ogni singola economia viene calcolata in dollari e che, a causa della svalutazione della sterlina, la peggiore da 40 anni a questa parte, “la Francia ci ha superato”. Intanto, gli analisti della banca tedesca, DZ Bank, annunciano in un rapporto che il voto in Gran Bretagna ha gia’ mandato in fumo 5mila miliardi di dollari sulle Borse mondiali. Il dato, si ricorda, corrisponde al doppio del pil totale della Gran Bretagna e a circa il 17% del pil aggregato dei Paesi del G7 l’anno scorso. Il solo indice tedesco Dax, scrive Christian Kahler, analista di DZ Bank, ha lasciato sul terreno 95 miliardi di euro in capitalizzazione, un valore che da solo “dimostra che la prima reazione delle Borse al voto in Gran Bretagna e’ probabilmente eccessiva”.

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3 commenti

  1.   

     

     Addio Rating…Ah.Ah.Ah… Figuriamoci se non era tutto previsto dai Banchieri Londinesi.. Mica sono banca Etruria con Boschi , hanno la Banca d’Inghilterra…!!!  Dentro sguazzano i Padroni dell Universo… Questi  grandi Signori Sanno quello che Fanno..

  2.   

    Ciao Cesare, bel post il tuo. Io temo che l’oligarchia al potere persevererà negli errori. Ho davvero una stima infima nei confronti di tutti costoro. E’ gentaglia, senza scrupoli. Li avevamo già visti all’opera con noi e con la Grecia.
     

    Originariamente inviato da Cesare58: Il fatto che Standard and Poor’s minacci il declassamento non fa altro che confermare che quanto deciso dall’elettorato inglese va nella giusta direzione. Brexit è contro l’oligarchia che tiene in scacco l’occidente da 20 anni, è contro la delega in bianco alle multinazionali finanziarie e non. Brexit è l’urlo di difesa delle democrazie ferite, è l’urlo dei popoli ignorati nei loro diritti e necessità da una classe politica cialtrona comprata per quattro denari. Brexit urla in faccia alla Germania che la UE non è un feudo tedesco e i singoli Stati non sono vassalli al suo servizio. Brexit è solo l’inizio, ma a noi interessa il seguito, l’evoluzione della Brexit non si sa quale potrà essere, in quanto molto dipenderà da quanto i tedeschi sono disposti a concedere per lo sviluppo economico degli altri Paesi, e quante modifiche strutturali verranno messe in atto per rendere la UE democratica e veramente rappresentativa dei 27 Stati che la compongono.  

     

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    Il fatto che Standard and Poor’s minacci il declassamento non fa altro che confermare che quanto deciso dall’elettorato inglese va nella giusta direzione. Brexit è contro l’oligarchia che tiene in scacco l’occidente da 20 anni, è contro la delega in bianco alle multinazionali finanziarie e non. Brexit è l’urlo di difesa delle democrazie ferite, è l’urlo dei popoli ignorati nei loro diritti e necessità da una classe politica cialtrona comprata per quattro denari. Brexit urla in faccia alla Germania che la UE non è un feudo tedesco e i singoli Stati non sono vassalli al suo servizio. Brexit è solo l’inizio, ma a noi interessa il seguito, l’evoluzione della Brexit non si sa quale potrà essere, in quanto molto dipenderà da quanto i tedeschi sono disposti a concedere per lo sviluppo economico degli altri Paesi, e quante modifiche strutturali verranno messe in atto per rendere la UE democratica e veramente rappresentativa dei 27 Stati che la compongono.