Goldman Sachs declassa a ‘underweight’ il rating sull’azionario

I titoli azionari globali sono al limite superiore del loro range “grasso e piatto”, ovvero valutazioni gonfiate e che non si muovono, secondo Goldman Sachs, che ha declassato …

I titoli azionari globali sono al limite superiore del loro range “grasso e piatto”, ovvero valutazioni gonfiate e che non si muovono, secondo Goldman Sachs, che ha declassato a “underweight” le borse globali questa mattina nell’ambito della sua abituale asset allocation trimestrale.

La banca rimane americana “neutra” sui titoli azionari nel corso di un periodo di 12 mesi e continua a mantenere la posizione “overweight” sul cash, quindi preferisce rimanere in contanti.

Il downgrade arriva dopo un forte rialzo delle attività di rischio nelle ultime settimane, a seguito del voto sul referendum britannico (Brexit) il 23 giugno con cui la Gran Bretagna ha deciso di lasciare l’Unione Europea, e alla parallela ricerca di rendimenti sull’obbligazionario in uno scenario di aspettative di allentamento dei tassi.

Ma Goldman suggerisce ora che le azioni sono care e con una crescita degli utili più debole del previsto vede questo come il momento giusto per effettuare il downgrade.

“Fino a quando la situazione di crescita economica non migliora, non siamo tanto positivi sulle azioni, in particolare dopo questo tipo di rally e in mezzo a continue preoccupazioni circa la sostenibilità della crescita in Cina alimentata solo dallo stimolo del governo, l’incertezza politica globale e in Europa in particolare, le aspettative di un atteggiamento accomodante da parte delle banche centrali, e le accresciute prospettive di shock improvvisi e non prevedibili come ad esempio la Turchia di recente”, scrive il team di analisti di GS, guidato da Christian Mueller-Glissmann.

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BlackRock: ci aspetta una fase piena di incertezze – PAROLA AL MERCATO

di Philipp Hildebrand*

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 01 ago – Con l’arrivo del 2016, il BlackRock Investment Institute metteva in evidenza come i cicli congiunturali, del credito e delle valutazioni di tutto il mondo erano fuori sincrono e raccomandava agli investitori di muoversi con prudenza in un contesto di crescente incertezza. Ora stiamo entrando in una nuova fase di sfide geopolitiche, specialmente con le elezioni presidenziali negli USA di novembre alle porte, e ci aspettiamo una maggiore volatilita’ dei mercati nel secondo semestre.

In che direzione si muoveranno i mercati? Abbiamo identificato tre temi chiave nelle nostre previsioni per il secondo semestre. Innanzitutto, viviamo in un mondo di bassi rendimenti, con la probabilita’ che i rendimenti futuri di mercato siano anche piu’ bassi di quanto lo siano stati negli ultimi tempi. Secondo, la politica monetaria espansiva e’ stato un fattore fondamentale per l’andamento al rialzo dei corsi azionari negli ultimi anni ma sembra che la sua efficacia stia diminuendo.

Infine, prevediamo una maggiore volatilita’ a causa dell’ansia creata dalla Brexit, che pesa sulle economie europee, e del ciclo congiunturale che entra nella fase di maturita’. A nostro avviso, gli stimoli di bilancio e le riforme strutturali devono sostituire la politica monetaria per favorire la crescita. Il momento non e’ stato mai piu’ propizio per i governi per finanziare la spesa infrastrutturale. Gli oneri finanziari sono bassi nonostante gli elevati livelli di indebitamento.

Tutto cio’ non costituisce un rimedio. Investimenti pubblici di qualita’ richiedono tempo per raggiungere livelli elevati. Il dibattito politico complica pero’ le cose. La disfunzionalita’ politica e’ alta negli USA, nell’eurozona la Germania non vuole aumentare la spesa mentre percepisce la mancanza di volonta’ di riforma degli altri paesi.

Chiaramente un settore finanziario in buona salute svolge un ruolo cruciale per la crescita economica. Cio’ e’ particolarmente ovvio in Europa. La bassa profittabilita’ e la rilevante svalutazione dei crediti rende difficile alle banche sostenere la crescita e, al contempo, soddisfare requisiti di capitale sempre piu’ stringenti.

I tassi negativi e le incertezze determinate dalla Brexit stanno esacerbando queste sfide, con il risultato che le banche devono assolutamente tagliare i costi. A tal fine, e’ necessario che le stesse semplifichino le loro attivita’ e usino la tecnologia per automatizzare i processi e ridurre i costi di struttura.

Non prevediamo un cambiamento fondamentale degli umori o una fine delle incertezze politiche e economiche che muovono i mercati in questi giorni. I fondamentali economici sono costruttivi, specialmente negli USA, dove le dinamiche reflazionistiche iniziano a manifestare i loro effetti ed e’ possibile che vi siano delle sorprese favorevoli in termini di crescita

*Vice Chairman BlackRock

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