Borse ai massimi: S&P 500 a 3000 punti e potrebbe salire ancora

La fase di slancio si spegnerà però nella seconda parte dell'anno e l'indice azionario Usa perderà l'8,7% nel 2020. È il parere di strategist e gestori.

(WSC) NEW YORK – Le Borse mondiali si sono riavvicinate con prepotenza ai massimi livelli toccati a febbraio. L’indice allargato di Wall Street, lo S&P 500, ha superato l’area psicologica dei 3.000 punti e potrebbe salire ancora, secondo alcuni di un altro 7% nei prossimi due mesi. È l’opinione per esempio di Barry Bannister, chief institutional equity strategist di Stifel.

Tuttavia, per via delle turbolenze create nell’economia e sulle trimestrali aziendali dalla pandemia ancora in corso, la Borsa americana è destinata a chiudere l’anno sui livelli attuali. È il parere diffuso tra gli strategist e gli asset manager interpellati da Reuters.

Il sondaggio dell’agenzia di stampa sostiene che, conclusasi la fase rialzista attuale, l’S&P 500 – in calo da inizio anno – terminerà il 2020 a quota 2.950. È questa la mediana delle previsioni della cinquantina di analisti e gestori intervistati. La quale equivarrebbe a un ribasso dell’1,4% dai livelli di chiusura di martedì scorso (2.991,77). Su base annuale si tratterebbe invece di un meno 8,7%.

Malgrado slancio attuale, l’S&P 500 chiuderà 2020 in calo

Molti strategist sono convinti che nonostante lo slancio delle Borse, alla luce dei tanti rischi presenti per i mercati, è difficile che i listini tornino sui livelli record di febbraio. Al contempo è anche quasi impossibile che rivedano i minimi di marzo, visti i bazooka monetari e fiscali.

In una nota pubblicata mercoledì 27 maggio, Bannister riconosce di essere stato “accecato” dalle paure legate alla pandemia. Citando le manovre espansive senza precedenti della Fed e le misure fiscali del governo federale Usa, l’analista prevede un nuovo scatto in avanti dell’S&P 500, del +7% entro agosto.

Quelle stesse manovre straordinarie spingono più del 60% degli investitori intervistati da Institutional Investors a credere che l’acquisto di ETF e debito societario da parte della banca centrale americana favorirà una ripresa dell’economia nonostante la crisi del mercato del lavoro rimanga grave.

Borse: ‘reflation trade’ e fondi hedge rialzisti

Il consiglio di Bannister, che ci aveva giusto quando ha previsto il rally delle Borse prima dei minimi del 23 marzo, è di investire consapevoli che verranno messe in atto politiche che alimenteranno inflazione e crescita (il cosiddetto reflation trade). Un simile contesto premierebbe i settori ciclici. Il 23 marzo la Fed ha ufficializzato il suo approccio Whatever It Takes, cambiando le sorti del mercato.

Un’analisi di PivotalPath dice che i manager dei fondi hedge principali hanno reagito in fretta alla notizia del piano di aiuti ai mercati senza compromessi della banca centrale Usa. In quel caso, l’azionario è destinato a guadagnare ancora, a prescindere dai fondamentali. Il problema è stabilire per quanto tempo.

I mercati azionari mondiali principali, crollati del 32-34% dai picchi di febbraio a causa dei timori legati alla pandemia di Covid-19, sono stati protagonisti di una bella ripresa il mese successivo (+29%). L’indice S&P 500, scivolato del 33,9% dai massimi del 19 febbraio a 3.386,15 punti,

Bannister è convinto che la corsa delle Borse potrebbe avere un impatto positivo sul Pil nel terzo trimestre. Il trend potrebbe favorire dunque anche un miglioramento degli utili per azione nel 2021. Il suo ultimo prezzo obiettivo per il 2020 (3.250 punti) è più ottimista di quello della maggioranza. Rispecchia le attese di un’espansione “normale” del rapporto tra prezzi delle Borse e stime sugli utili societari che compensi il calo dell’EPS.

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