Bio-On: truffa in Borsa, Consob non vigila. Il titolo: -50% teorico

Falso e manipolazione del mercato per la società di Bologna delle bioplastiche quotata all'Aim. Una bolla mediatica di pubblicità.

Era arrivata a capitalizzare oltre 1 miliardo di euro, solo grazie ad una  strategia comunicativa vincente per abbindolare il mercato dei capitali.

E per l’ennesima volta, Borsa Italiana e Consob (Bion-On era quotata sul listino Aim) hanno dimostrato di non essere in grado di assolvere al compito di sorveglianza e controllo del mercato finanziario a cui sono dedicate. Il presidente della Consob è da qualche mese Paolo Savona, ex ministro per i rapporti con la Ue nel governo Lega-M5S.

Banche fallite, una farsa: Consob si auto-assolve

Stando ai dispacci di agenzia, false comunicazioni sociali da parte di una società quotata e manipolazione del mercato sono le accuse nei confronti dei vertici di Bio-On, società bolognese quotata in Borsa e operante nel settore delle bioplastiche.

Controlla il sito ufficiale di Bio-On: http://www.bio-on.it/

La Guardia di  Finanza sta eseguendo tre misure cautelari personali emesse dal Gip di Bologna nei confronti di altrettante figure apicali dell’azienda.

Il prezzo teorico dopo la sospensione è -50%

In corso anche il sequestro di beni per 150 milioni di euro, i finanzieri del Comando provinciale di Bologna stanno eseguendo perquisizioni in Emilia RomagnaLombardia e Lazio. Borsa Italiana ha annunciato che i titoli di Bio-On «sono sospesi dalle negoziazioni» e che «seguiranno comunicazioni». Il prezzo teorico dopo la sospensione è -50%, ma ovviamente la società ha finito qui la sua corsa.

Il cofondatore e presidente Marco Astorri agli arresti domiciliari. Il vicepresidente Guido Cicognani, che con Astorri controlla la società, e Gianfranco Capodaglio, presidente del collegio sindacale, oggetto di due misure interdittive, con il divieto di ricoprire il ruolo di amministratore o sindaco.

Era arrivata a superare 1 miliardo di capitalizzazione

La start up bolognese affermava di produrre “le bioplastiche più innovative al mondo da fonti vegetali rinnovabili” era arrivata a superare 1 miliardo di capitalizzazione.

“L’esame dei bilanci 2015, 2016, 2017 e 2018 rivela diversi profili di mendace rappresentazione di fatti materiali”, si legge nell’ordinanza.

Nel valutare le esigenze cautelati, il gip di Bologna spiega che “Astorri ha fatto della strategia comunicativa il proprio atout vincente per l’affermazione sul mercato dei capitali, in ciò facilitato dalla possibilità di produrre e soprattutto commercializzare il know how di un prodotto di massa, ecocompatibile e quindi destinato a suscitare le attenzioni sia del mondo degli operatori professionali che dei risparmiatori”.

Ma questa strategia “roboanteammiccante e ottimisticamente proiettata verso obiettivi sempre più significativi sottaceva però alcuni dati di fondo, rilevati dal QCM (il fondo Quintessential capital management) nel suo dirompente report e sviluppati dall’attività di indagine”.

Bio-On Spa: Una Parmalat a Bologna?

Secondo il Fatto Quotidiano l’indagine è partita da un esposto del fondo americano Quintessential capital management, specializzato nell’identificare società con conti irregolari, che a luglio ha pubblicato un report – dal titolo Bio-On Spa: Una Parmalat a Bologna?

Dal dossier si capiva che la finta società Biotech si regge su “un castello di carte“, presenta bilanci in attivo soltanto grazie a operazioni incrociate con aziende di cui essa stessa è azionista ma ha in realtà una “situazione finanziaria precaria” e una contabilità che “presenta serie irregolarità“.

E venivano messe in dubbio le informazioni fornite al mercato sull’effettiva operatività e i livelli produttivi dello stabilimento di Castel San Pietro Terme, costato 40 milioni invece dei 15 previsti, in cui Bio-on produce la plastica biodegradabile Pha che è al centro del suo business.

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