Azionario: record da 10 mesi nel deflusso di capitali dagli emergenti

Spread: oltre a quello vs Bund che si è portato in prossimità dei 140 pb, si è allargato anche quello vs Spagna sui massimi da un mese (61 pb).

Contesto di mercato

Forte deflusso di capitali dagli emergenti

La sessione di ieri ha visto ancora una volta l’attenzione focalizzata sull’Italia  la cui incertezza politica si è fatta sentire sia sul listino azionario, con il Ftse Mib risultato l’unico indice europeo a chiudere in negativo, sia sullo spread salito a 137 pb.  Nulla di fatto invece dalla BOE che ha lasciato intendere che per quest’anno è lecito attendersi un solo rialzo senza offire dettagli sulla tempistica, portando ad un deprezzamento generalizzato della sterlina. Il deludente dato sull’inflazione statunitense invece ha portato ieri ad un calo dei tassi governativi e ad un deprezzamento del dollaro verso quasi tutte le principali valute. Brutte notizie dal fronte emergente. Secondo quanto riportato da FT, il rialzo dei tassi statunitensi, unito al recente apprezzamento del dollaro hanno favorito un forte deflusso di capitali dagli asset emergenti. Per l’azionario si è trattato del peggior deflusso settimanale da 10 mesi, mentre per il comparto governativo da tre mesi. Sul fronte geopolitco è stato fissato per il 12 giugno l’incontro tra Trump ed il leader della Corea del Nord.

Tassi e congiuntura

Assestamento per il BTP dopo le vendite di ieri

In area Euro, sono proseguite ieri le pressioni sui BTP, con il rialzo dei tassi che ha interessato quasi uniformemente tutta la curva. Ancora una seduta da volumi elevati per il BTP future, con le vendite che però si sono quasi interamente concentrate nelle prime ore di contrattazione. Questa mattina si sta assistendo ad un tentativo di recupero, con il tasso decennale che però rimane al momento sopra l’1,90%. In termini di spread, oltre a quello vs Bund che si è portato in prossimità dei 140 pb, si è allargato anche quello vs Spagna sui massimi da un mese (61 pb). Oggi si potrebbe assistere ad una fase di assestamento in attesa di conoscere l’esito dei colloqui tra Lega e M5S che dovrebbero terminare entro domenica. Negli USA, il calo inatteso della componente core dell’inflazione ha portato ad un calo dei tassi nella parte a lunga e lunghissima della curva, mentre è rimasto pressochè fermo al 2,53% il tratto a due anni. Ciò ha portato ad un appiattimento della curva, con lo spread 2-10 anni sceso in prossimità dei 40 pb, nuovo minimo dal 2007.

Valute

Dollaro e sterlina perdono terreno

Ieri il dato deludente sull’inflazione statunitense ha impattato negativamente sul biglietto verde che si è indebolito su quasi tutte le principali divise, con il cambio EurUsd che si è portato sopra area 1,19. Debole anche la sterlina dopo la riunione BoE con il cambio EurGbp tornato sopra quota 0,88. In apprezzamento sul dollaro quasi tutte le valute del comparto emergente. Tra le migliori il rublo, trainato dall’aumento del prezzo del petrolio e il rand sudafricano dopo il giudizio positivo espresso da Goldman Sachs sulla crescita del paese. Questa mattina in apprezzamento il won sudcoreano, in seguito all’annuncio della data dell’incontro tra il presidente Trump e Kim Jong Un.

Commodity

Preziosi in rialzo su rimbalzo €/$

Ieri la debolezza del dollaro ha favorito i metalli preziosi (0,8%) che hanno registrato la performance settoriale migliore all’interno dell’indice GSCI. Andamento positivo anche per il settore energetico (0,4%), nonostante temporanee prese di profitto sul petrolio durante la sessione. Il ministro petrolifero iraniano, Zanganeh, ha accusato gli USA di imbrogli sul mercato petrolifero, incolpando Trump di essere il responsabile del rialzo dei prezzi del petrolio. Poco sopra la parità l’indice dei metalli industriali (0,1%); in evidenza il rame salito dell’1,6%, sulla scia del forte calo delle scorte al LME. Lieve ribassi per nichel ed alluminio. Infine, debolezza per l’indice agricolo (-0,3%) guidato dal calo contenuto del grano.

Azionario

Borse USA al massimo da marzo

Ieri le borse europee hanno chiuso in lieve rialzo, ad eccezione di Milano penalizzata dagli sviluppi politici interni.  Andamento misto a livello settoriale europeo, con chimici, tecnologici e media in evidenza a fronte di una certa debolezza su energetici, telefonici, utility ed assicurazioni. Negli USA i listini hanno accelerato al rialzo, beneficiando della debolezza del dollaro e delle poche pressioni inflazionistiche, con l’indice S&P500 salito al massimo dal 21 marzo. Tutti positivi gli undici macrosettori dello S&P500 con telefonici, utility e tecnologici che hanno avuto le performance migliori. Quinto giorno consecutivo in rialzo per l’indice emergente MSCI EM, con l’andamento positivo che è proseguito questa notte sulla maggior parte delle borse asiatiche. Partenza in lieve rialzo per Milano questa mattina.

Fonte: Market Strategy MPS

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