Analisti schizofrenici: “Ripresa a V”. No, “Borse -50%”

Investitori spaesati. La maggior parte dei gestori ritiene che ci troviamo ancora in un mercato orso. Alcuni temono una seconda ondata dei contagi, ma non tutti sono così pessimisti.

(WSC) NEW YORK – Anche andando a scavare molto indietro negli anni difficilmente in passato si riescono a trovare periodi in cui le opinioni degli analisti e degli economisti erano tanto divergenti come quello attuale. Se c’è chi come il team di esperti di ING scommette su una ripresa a “V”, nella convinzione che i mercati azionari ci stanno indovinando, dall’altra c’è chi come il CIO di Guggenheim Partners Global vede un crollo del 50% delle Borse.

Per spiegare il tonfo di giovedì scorso, i rialzisti sono dell’idea che gli investitori hanno preferito incassare. Dando spazio a qualche presa di profitto dopo la corsa febbrile dell’ultimo periodo. Alcuni dati macro suggeriscono che la ripresa economica potrebbe essere a “V”. Sei mesi dopo lo scoppio della pandemia di Covid-19, i membri dell’All-Asia Research Team sono convinti che il peggio sia ormai alle spalle.

Ma Scott Minerd, il CIO di Guggenheim Partners Global, la pensa in modo completamente opposto. Il manager teme una “seconda ondata” di contagi. Le ultime notizie provenienti da Pechino sembrano dargli ragione. È per questa ragione che le sue previsioni sono così pessimiste. I ribassisti sono convinti che le turbolenze improvvise di giovedì siano state una sorta di avvertimento per l’azionario americano. E che gli investitori dovrebbero prepararsi a perdite anche più intense d’ora in avanti.

Rialzi di Borsa stridono con la percezione della realtà

Per prima cosa gli analisti non sono d’accordo sul motivo per cui il mercato azionario sia inciampato così precipitosamente giovedì scorso, prima del mini-rally favorito dalle parole della Fed. Le opinioni dei gestori sono altrettanto contrastanti. Secondo Roberto Rossignoli, portfolio manager di Moneyfarm, la chiave per comprendere l’andamento del mercato alla luce dei dati economici negativi degli ultimi tempi è l’aspettativa sull’utile societario nel 2021.

Secondo Rossignoli a incidere negativamente sono fattori socio-economici e geopolitici. I rialzi delle Borse “stridono con la percezione della realtà: disoccupazione, tensioni commerciali, crisi politiche, rivolte”. Nel frattempo “le cattive relazioni tra i due blocchi, raffreddate dalla gestione dell’emergenza COVID-19, potrebbero pesare” sulle prospettive di lungo termine di intere aree geografiche e settori economici.

Il money manager cita l’ultimo sondaggio di BoFA sui gestori dei fondi globali, il quale “ci segnala che la maggior parte degli intervistati, nonostante il rally, ritiene che ci troviamo ancora in un mercato orso”. Questo atteggiamento “si riflette in un posizionamento più spostato verso la liquidità, rispetto all’equity”.

Analisti: “Cali sono un’opportunità per vendere”

Altri analisti e gestori adottano giustificazioni differenti. Si va dai timori di una “seconda ondata” della pandemia alla preoccupazione per la sostenibilità della ripresa dell’economia globale. Ma nessuno di questi timori per ora ha scoraggiato gli investitori, il cui morale è tuttora sostenuto dalle manovre accomodanti senza precedenti delle banche centrali.

Proprio come gli analisti non sono d’accordo su ciò che ha innescato il selloff di giovedì scorso, c’è ben poco consenso a Wall Street su cosa significhi per un mercato azionario che ha virtualmente recuperato tutte le perdite incassate da quanto è scoppiata la pandemia. La cosa migliore da fare per i piccoli investitori è probabilmente stare nelle retrovie aspettando che si faccia un po’ di chiarezza.

Minerd, lui, le idee chiare ce le ha. Secondo il CIO la ragione dei cali è semplice. Le Borse sono una “bolla” che “finirà in lacrime”. I valori non tengono conto dei rischi di una seconda ondata di contagi. “I massimi visti di recente sono per noi un’opportunità per vendere. Stiamo per attraversare un periodo molto difficile”. In particolare con il numero di casi di Covid-19 che sta salendo su scala mondiale come conseguenza della ripresa delle attività.

Scott Minerd, Global Chief Investment Officer di Guggenheim Partner, durante il World Economic Forum di Davos quest'anno, il 21 gennaio
Per Scott Minerd la Borsa attraversa una fase di “bolla” che “finirà in lacrime”. Il Chief Investment Officer di Guggenheim Partner Global ha partecipato quest’anno al World Economic Forum di Davos
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