La folle politica monetaria di Draghi: Btp ai minimi storici

Il tasso del Btp a cinque anni ha toccato un nuovo minimo record. Il Tesoro ha venduto titoli per 2,5 miliardi, allo 0,37%. Sono stati anche collocati un …

Il tasso del Btp a cinque anni ha toccato un nuovo minimo record. Il Tesoro ha venduto titoli per 2,5 miliardi, allo 0,37%. Sono stati anche collocati un miliardo di Ccteu 2022 allo 0,51% e 1,687 miliardi del Btp decennale 2025 ad un tasso all’1,36%.

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Il Tesoro ha collocato BTP a diverse scadenze offrendo rendimenti ancora in ribasso. Dopo l’assegnazione di Bot a 6 mesi e Ctz a 2 anni, anche i titoli a medio e lungo termine venduti in asta stamattina hanno fatto registrare rendimenti più bassi rispetto alle precedenti offerte. Complessivamente il Tesoro ha messo sul piatto 4,18 miliardi di BTP a varie scadenze che sono stati ben richiesti dagli investitori istituzionali. In particolare, l’emissione a 5 anni per 2,5 miliardi di euro è stata richiesta per quasi il doppio dell’ammontare e ha offerto un rendimento a scadenza del 0,37%, il più basso in assoluto per questa lunghezza temporale.  Il collocamento del  BTP a 10 anni (per 1,68 miliardi), invece, ha avuto un rapporto di copertura dell’1,86 con il rendimento allo 1,36% (in calo rispetto alla precedente asta).  Assegnati dal Tesoro anche CCTeu per 1 miliardo di euro con scadenza 2022 che hanno offerto un rendimento pari al 0,22%. Complessivamente i rendimenti – osserva un trader – sono scesi a un livello tale che, al netto delle commissioni bancarie e delle imposte, a un risparmiatore non conviene più investire in titoli di stato italiani. Solo banche e istituzionali hanno ancora interesse a farlo.

Lo spread, dopo l’assegnazione dei nuovi titoli di stato, si è attestato a 93 punti. Il mercato continua a ragionare sulle eventuali mosse della Banca centrale europea. Le aspettative degli investitori sono alte e l’Istituto di Francoforte non puo’ permettersi di deludere gli operatori, anche perche’ il presidente, Mario Draghi, ha lanciato chiari segnali su un ulteriore allentamento monetario.

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Michael Schubert, analista di Commerzbank, ritiene che gli acquisti aggiuntivi di asset saranno il nodo centrale delle nuove misure. Inoltre il tasso sui depositi potrebbe essere tagliato ulteriormente. “La Bce probabilmente soddisfera’ le aspettative del mercato. Inoltre potrebbe” addirittura “prospettare ulteriore azioni nel caso in cui le previsioni su crescita e inflazione dovessero essere riviste ancora una volta al ribasso” in futuro, conclude l’esperto.

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Il quantitative easing di Draghi, il cui scopo un è un aumento della quantità di moneta in circolazione, rappresenta purtroppo una sorta di ultima spiaggia, dato che il costo del denaro è già quasi a zero (allo 0,05% per la precisione) e la Banca Centrale ormai non può più agire sulla leva dei tassi (se non in misura marginale) per stimolare il credito e l’economia. Dunque, il programma di acquisto di titoli di stato può essere sì rafforzato, ma c’è la chiara sensazione che, da solo, più di tanto non riesca a fare. Per renderlo ancor più efficace, ci vorrebbe anche una politica fiscale espansiva da parte dei governi europei, che oggi sono invece imbrigliati in strategie di bilancio di segno opposto, dovendo raggiungere in futuro il pareggio nei conti pubblici, a suon di tagli alla spesa o di aumenti di tasse. Con questo scenario di fondo, creato dalle regole del fiscal compact, secondo Baglioni la politica monetaria della Bce si trova in una posizione di isolamento. Da sola, appunto, può fare poco per dare una forte spinta all’economia.

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