“Economia verso una nuova crisi” senza che nessuno se ne accorga

Come un sonnambulo che si schianta contro un muro. Mervyn King, ex n.1 della Banca d'Inghilterra: "Nulla è cambiato dall'ultima crisi".

Come un sonnambulo che si sta per schiantare contro un muro senza rendersene conto, allo stesso modo l’economia globale sta per scivolare in una nuova crisi finanziaria. E quel che è peggio è che molte aziende e governi, andando dal settore privato a quello pubblico in tutto il mondo, sembrano ignorare i campanelli d’allarme più recenti.

A lanciare l’avvertimento è Mervyn King, ex numero uno della Banca d’Inghilterra. I crac finanziari del passato hanno spinto le autorità a varare nuovi stratagemmi e adottare delle riforme. Tuttavia, secondo il banchiere, nulla è cambiato dal crollo post crisi subprime del 2008. Gli eccessi rimangono, e con essi le situazioni pericolanti.

King, anche lui come Ray Dalio presente all’ultima riunione annuale del Fondo Monetario Internazionale a Washington, era il manager di Threadneedle Street quando il sistema finanziario mondiale ha sfiorato il tracollo. Il rallentamento economico di un decennio fa lo ha colpito. Secondo King, l’opposizione a un nuovo modo di pensare e di agire finirà per scatenare di nuovo il caos come nel biennio 2008-2009.

King vede “armageddon finanziario” in Usa

Il problema serio è che nessuno ha veramente messo in discussione le idee che hanno portato all’ultima crisi. “Un’altra crisi economica e finanziaria sarebbe devastante e metterebbe in discussione la legittimità di un sistema finanziario democratico“, ha detto durante il suo intervento.

“Continuando con le politiche monetarie ortodosse e illudendoci di aver reso il sistema bancario sicuro, faremo la fine dei sonnambuli che non si accorgono di essere diretti verso una nuova grande crisi”.

Secondo il banchiere e manager inglese, gli Stati Uniti subiranno un “armageddon finanziario” se la loro banca centrale, la Federal Reserve, non avrà più armi a sufficienza per lottare contro un altro episodio simile a quello della pioggia di vendite che ha fatto seguito alla crisi dei mutui subprime.

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