«L’abbaglio dei titoli dei giornali: grande rischio per i risparmiatori»

Ecco un esempio da manuale (articolo su La Stampa) dell'infimo livello dell'informazione in Italia sul risparmio gestito. E sulla previdenza...

Il 3 luglio La Stampa di Torino pubblica un articolo superelogiativo con una tabella dove un fondo comune primeggia. Articolo molto redditizio per il quotidiano torinese, perché gli frutta il 17 luglio una pubblicità di quel fondo, a pagina intera, con appunto quella stessa tabella. Insomma, articoli redazionali e inserzioni vanno a braccetto.

E il peggio sono gli articoli, con affermazioni per le quali una pubblicità verrebbe sancita come ingannevole. Per esempio la frase “hanno garantito rendimenti d’oro” nel titolo dell’articolo a firma Sandra Riccio. Suona bene ma è falsa, perché i fondi citati non offrivano nessuna garanzia.

Ma più che delle pecche della stampa italiana, vogliamo parlare dei rischi per i risparmiatori di venire abbagliati con rendimenti solo in apparenza eccezionali. In particolare viene sbandierata, nell’articolo e poi nella pubblicità, la gestione di Fondersel. Infatti un lettore inesperto è facilmente impressionato da un rendimento del 5,96% annuo da inizio 1985 a maggio 2017. Anche perché la gestione azionaria del fondo “è realizzata in gran parte facendo ricorso alle migliori selezioni dell’ufficio di Londra, che si avvantaggia di un fertile network di contatti ecc.”, spiega Andrea Nascè, director of International Business della torinese Ersel.

In Italia invece notoriamente siamo tutti imbecilli. Gli italiani poi sono così provinciali che nello stesso periodo hanno ottenuto ben di più coi buoni fruttiferi postali. Precisamente l’8,95% annuo composto. La proverbiale casalinga che oltre 32 anni fa si recò alla Posta, anziché in una boutique finanziaria, adesso ha 1.610 euro ogni 100 allora investiti, anziché solo 653. Quindi ha il 957% in più di un fedele cliente di Fondersel.

In effetti non è chiaro se i rendimenti dei fondi forniti a La Stampa dalla ditta Morningstar siano netti. Probabilmente sono un miscuglio di lordi e netti, dato lo sciagurato cambiamento di regime fiscale nel 2011. Ma non merita neppure approfondire.

Sarebbe ancora peggio, se non tenessero conto di tutte le imposte sulle rendite il 5,96% annuo di Fondersel, il 5,10% e 4,91% di Arca BB e Arca RR, il 4,77% di Allianz Reddito e il 3,78% di GI Focus Obbligazionario. In ogni caso l’8,95% dei buoni postali è netto, salvo il bollo su tutti gli investimenti finanziari sopra i 5 mila euro.

Chiamare poi matusalemme i fondi suddetti è un’altra forzatura, perché il patriarca biblico non era solo trentenne.

di Beppe Scienza

Dipartimento di Matematica – Università di Torino

Fonte: Il Risparmio Tradito e Il Fatto Quotidiano

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