Il virus infetta pure lo spread: guerra aperta sull’uso del Mes

Un eventuale negoziato dell’Italia su Omt della Bce e Mes avrebbe un rischio sistemico: se le condizioni richieste fossero troppo stringenti, e l’Italia dovesse rifiutarle o sottomettersi con un altissimo costo politico, il mercato riceverebbe il messaggio che l’assicurazione sulla vita dell’euro di fatto è un bluff.

di Stefano Feltri

Ormai in Europa ripetono tutti la formula usata da Mario Draghi nel 2012: faremo whatever it takes, tutto il necessario, per fermare la crisi da Coronavirus. Lo ha detto anche il premier Giuseppe Conte, al Consiglio europeo di ieri. Ma cosa è necessario fare, esattamente?

Questa crisi è diversa da quella del 2008 – innescata dal crollo delle banche americane piene di titoli tossici – e da quella del 2009-2012, quando gli imbrogli della Grecia sui conti pubblici hanno innescato una spirale di sfiducia nell’euro, austerità per ridurre debiti pubblici e conseguenti recessioni. Il Covid-19 ha colpito economie relativamente sane, anche se prossime a una recessione dopo un decennio di espansione (non in Italia): è un forte choc momentaneo, anche se nessuno sa di quale durata. Per una volta gli economisti sono d’accordo sulle cose da fare: interventi rapidi per ridurre il contagio, evitare che l’economia si paralizzi e che un tracollo momentaneo diventi una recessione duratura. In queste condizioni, fare deficit non è un problema. Tutti i Paesi lo faranno. Ma l’Italia ha problemi specifici, come un debito pubblico al 135 per cento del Pil.

La Commissione europea ha già chiarito clausole come quella di “crisi generale” del Patto di Stabilita’ consentono agli Stati membri, Italia inclusa, di togliere dal conto del deficit considerato da Bruxelles le spese necessarie a fronteggiare la crisi. La Commissione ha anche proposto nuove regole sugli aiuti di Stato che permettono di sostenere le imprese in difficoltà senza i soliti limiti. Resta un problema: la Commissione può autorizzare il deficit, ma non fornire le risorse necessarie, che l’Italia deve trovare emettendo debito sul mercato. E qui c’è il problema specifico dell’Italia: sui titoli a dieci anni la Germania ha un tasso negativo dello 0,4 per cento (gli investitori pagano per prestare soldi a Berlino), la Spagna dell’1,04 mentre l’Italia del 2,4.

L’andamento dello spread, ieri a 280, rischia di trasformare una crisi sanitaria in dramma finanziario, perché dal costo dei titoli di Stato dipendono anche i tassi di finanziamento di banche e imprese. Da giorni economisti e politici discutono possibili soluzioni: l’ex premier Mario Monti ha lanciato l’idea di “Buoni per la Salute pubblica”, un’emissione di debito straordinaria per pagare le misure anticrisi separato da quello tradizionale e quindi a tassi più vantaggiosi, in modo da evitare che l’Italia si trovi a pagare sul debito da virus costi esorbitanti soltanto perché aveva un alto indebitamento pregresso.

La Banca centrale europea, per statuto ha il divieto di comprare debito direttamente dagli Stati, ma può acquistare quello in mano a investitori privati: se con i suoi acquisti aumenta la domanda, il rendimento e dunque il costo per lo Stato scende. Il sistema delle Banche centrali dell’eurozona detiene 2.120 miliardi di debito pubblico dei Paesi dell’euro, ma ne restano in circolazione altri 8.000 miliardi. Guntram Wolff, del think tank Bruegel, osserva che “la Bce ha annunciato di comprare 300 miliardi entro la fine dell’anno, ma sarebbe fattibile anche un acquisto di 1.200”. Di sicuro le ultime misure della Bce, anche per colpa delle frasi del presidente Christine Lagarde (“Non tocca a noi chiudere gli spread”), per ora non hanno aiutato il debito italiano.

Un’alternativa disponibile c’è, sostenuta in Italia da Enrico Letta, + Europa e pochi altri, ma auspicata a certe condizioni da economisti come Olivier Blanchard: il ricorso al fondo salva-Stati Mes combinato con le Omt, cioè acquisti illimitati di titoli di Stato del Paese beneficiario da parte della Bce.

Lo strumento esiste come diretta traduzione del celebre discorso di Draghi del 26 luglio 2012, quello del whatever it takes. L’Italia potrebbe fare ricorso al programma precauzionale” (perché non ha bisogno del salvataggio offerto dal programma “macroeconomico” per i Paesi prossimi alla bancarotta) per avere una linea di credito di emergenza a tassi più bassi di quelli di mercato e attivare gli acquisti da parte della Bce mirati sul debito italiano, così da ridurre anche lo spread. Il problema è la “condizionalita”, cioè le condizioni che Mes e Bce pongono al prestito. In tempi normali sarebbero la richiesta di riforme che garantiscano la sostenibilità del debito e il rimborso degli aiuti, in questa fase – suggeriscono Blanchard e altri – dovrebbero essere blande e limitate all’impegno di usare le risorse ottenute per contrastare la crisi da virus.

Cinque Stelle, Lega e Fratelli d’Italia si sono opposti nei mesi scorsi al trattato di riforma del Mes, non ancora in vigore. Un eventuale negoziato dell’Italia su Omt e Mes avrebbe un rischio sistemico: se le condizioni richieste fossero troppo stringenti, e l’Italia dovesse rifiutarle o sottomettersi con un altissimo costo politico, il mercato riceverebbe il messaggio che l’assicurazione sulla vita dell’euro, cioè il combinato Omt-Mes, di fatto è un bluff inefficace. Questo spettro aumenta il potere negoziale dell’Italia. Resta un’opzione rischiosa, ma se lo spread continua a salire e se la Bce non riesce a controllare i tassi di mercato, potrebbe essere l’unica percorribile. Secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, la trattativa è già in corso, il ministero del Tesoro italiano smentisce. Al vertice del Consiglio europeo il premier Conte avrebbe proposto dei “Corona virus bond” europei, anche non e’ ben chiaro cosa siano: emettere debito pubblico europeo, come in tanti chiedono da decenni, non e’ cosa che si fa in pochi giorni perche’ vanno modificati i trattati. Soltanto il fondo salva Stati Mes, o la Banca europea degli investimenti, a livello comunitario possono emettere debito in tempi rapidi.

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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