Governo, ‘manovra’: norme per attrarre in Italia capitali UK post Brexit

Misure introdotte per rendere fiscalmente attraente l’Italia agli occhi dei gestori dei fondi britannici, che in seguito alla Brexit si trovano a dover decidere in quale Stato membro …

Misure introdotte per rendere fiscalmente attraente l’Italia agli occhi dei gestori dei fondi britannici, che in seguito alla Brexit si trovano a dover decidere in quale Stato membro dell’Unione Europea trasferire la sede della loro societa’ di gestione.

Nelle pieghe della manovrina di correzione dei conti pubblici, si legge su MF, e’ passato anche un concetto che allinea alle normative di molti altri Paesi occidentali il trattamento fiscale del cosiddetto carried interest, cioe’ la remunerazione corrisposta ai gestori dei fondi di investimento, tipicamente dei fondi chiusi di private equity, al momento del disinvestimento delle partecipazioni e che corrisponde in genere al 20% del capital gain ottenuto grazie all’operazione, mentre il restante 80% viene distribuito agli investitori del fondo.

In sostanza, il carried interest verra’ ora considerato come reddito di capitale, e quindi tassato con un’aliquota del 26%, e non piu’ come reddito da lavoro tassato con l’aliquota marginale del 45% (in genere si tratta di redditi piuttosto elevati, su cui viene quindi applicata l’aliquota piu’ elevata).

La norma, oltre a venire incontro ai gestori delle societa’ di gestione del risparmio italiane, e’ stata introdotta anche per rendere fiscalmente attraente l’Italia agli occhi dei gestori dei fondi britannici, che in seguito alla Brexit si trovano a dover decidere in quale Stato membro dell’Unione Europea trasferire la sede della loro societa’ di gestione se vogliono mantenere il passaporto europeo per i propri fondi.

Non solo; la norma vale anche per i dipendenti e gli amministratori di societa’ ed e’ stata studiata pensando in particolare anche alle start-up. (MF-DJ NEWS)

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